Nellarticolo Contro l'evasione serve un fisco diverso Maurizio Benetti ritiene necessaria una riduzione di non meno di due punti di Pil; Vincenzo Visco, in un articolo nel quale si sottolineava la crescita del peso delle ritenute su lavoratori dipendenti e pensionati (non senza implicite autocritiche), parla di almeno tre punti di Pil, a favore dei redditi medi e bassi (Il Sole 24 Ore, 25 settembre). Insomma si tratta di spostare dai trenta ai quarantacinque miliardi di euro; vaste programme, avrebbe detto De Gaulle. Altri due punti di contatto si trovano nella proposta di unificare le due aliquote sulle rendite finanziarie (attualmente 12,5% e 27%) al 20%, e nellindicazione di colpire il patrimonio, proposta questa avanzata da Carlo De Benedetti (Il Sole 24 Ore,12 settembre).
I punti di contatto terminano qui; perché Visco ritiene che la lotta allevasione sia la via maestra, mentre Benetti è invece scettico sulla possibilità che si riesca a fare (certo non questo governo) quello che finora è avvenuto solo in alcuni momenti, coincidenti con la presenza al governo di Visco il vampiro. Ritiene piuttosto di rivolgersi ai consumi, che insieme a reddito e patrimonio sono da sempre considerati i tre indicatori della capacità contributiva. Il ragionamento è semplice: limposta sul reddito discrimina ai danni di chi ha il sostituto dimposta (anche un autonomo che lavori per la P. A. o le grandi imprese si trova nella stessa condizione di un lavoratore dipendente) e chi non lo ha, principalmente tutti coloro che offrono beni e servizi direttamente ai consumatori. Tassando consumi e patrimonio questa differenza viene meno, anche gli autonomi consumano ed hanno un patrimonio, anzi questultimo può essere maggiore mediamente di quello dei dipendenti.
Quando però proviamo a muoverci in questa direzione, ci accorgiamo che le cose si complicano. Iniziamo dalla parte più facile, cioè la riduzione dellIrpef; possiamo operare in due modi distinti: abbassare laliquota media ma aumentare quella marginale, oppure abbassare laliquota marginale e quindi anche laliquota media. Il riferimento è a quel 98% di lavoratori dipendenti che si situano nei primi tre scaglioni Irpef (fino a 55.000 euro). Se ad esempio aumentiamo significativamente la detrazione per lavoro (o pensione) lasciando inalterata il resto della struttura dellimposta, noi abbassiamo il peso dellimposta, soprattutto sui redditi medio-bassi, ma aumentiamo le aliquote marginali. Lelasticità dellimposta aumenta, e quindi la molla del fiscal drag si carica ulteriormente (1); lo sgravio immediato verrà recuperato in seguito con una più veloce crescita dellaliquota media .
Abbassare invece la prima aliquota (ad esempio dal 23% al 20%) ed anche la terza (da 38% a 36%), abbassare la detrazione (da 1840 a 1600 euro), linearizzare la decrescenza estendendo il limite attuale da 55.000 (limite del terzo scaglione) a 75.000 (limite del quarto scaglione), significa ridurre le aliquote medie ma anche marginali, e quindi lelasticità dellimposta. Lo sgravio sarà distribuito su una platea più ampia di contribuenti (anche coloro che dichiarano più di 75.000 beneficeranno della riduzione delle due aliquote, per uno sgravio di 850). Certo però che in questo caso usufruiranno dello sgravio tutti i contribuenti irpef, anche lautonomo. Tuttavia lautonomo che dichiara un reddito di 10.000 euro usufruirà di soli 156 euro; può essere un evasore, e allora continuerà ad avere uno sgravio limitato; può non esserlo, ed allora se, auspicabilmente, il suo reddito aumenterà, avrà sgravi fiscali crescenti.
La seconda linea di attacco mi sembra preferibile; la nostra Irpef è sempre stata unimposta ad alta elasticità, ed è questa la ragione per cui il suo peso è cresciuto così tanto, partendo, trenta anni fa, da livelli nettamente più bassi rispetto ad altri paesi.
Veniamo ora invece alla parte più complicata, cioè alla sostituzione con un aumento dellimposizione sui consumi e sul patrimonio. Benetti ha ragione nel parlare di entrambi i tipi di imposizione, perché certo la sola imposta sul patrimonio non basterebbe. Se fissiamo uno spostamento del gettito di due punti di Pil il contributo dellimposta patrimoniale può rappresentare un quinto, al massimo un quarto, dei trenta miliardi, ma non di più. Limposta di solidarietà sulla ricchezza in Francia è arrivata nel 2007 a superare i quattro miliardi di euro, ma una serie di misure di Sarkozy stanno facendo calare il gettito. Il compito dellimposta patrimoniale, plausibilmente su base personale, dovrebbe servire a correggere la regressività dellimposizione indiretta. Per questo deve necessariamente esentare un livello (ben superiore a quello medio) di patrimonio, per colpire allincirca il dieci per cento delle famiglie. Il principale problema è costituito dalla valutazione degli immobili, dato che le rendite catastali sono non solo mediamente basse, ma soprattutto presentano rendite notevolmente diverse per immobili che hanno valori uguali. Inoltre lamministrazione finanziaria dovrebbe attrezzarsi per evitare fenomeni di elusione od evasione. Va ricordato che in Francia lamministrazione accede direttamente ai conti bancari dei contribuenti, per controllare la veridicità delle dichiarazioni.
Per quanto riguarda le imposte indirette, limposizione sui consumi in senso stretto costituisce il 75% del complesso delle imposte indirette erariali (circa 180 miliardi) (2). Le imposte sul consumo sono costituite in buona parte dallIva, ma una ventina di miliardi provengono dal lotto e dai tabacchi. Circa 30 miliardi provengono da imposte sullenergia, che gravano sul consumo e sulla produzione, e quindi finiscono per innalzare sia i beni di consumo che quelli dinvestimento. Una prima decisione quindi consiste nel decidere se agire solo sullIva, oppure su Iva e altre imposte sui consumatori, o su tutto linsieme delle imposte indirette (energia ed imposte sugli affari).
Credo quindi che con la manovra delle imposte indirette bisogna andarci piano. Il governo di coalizione tedesco quattro anni fa ha diminuito i contributi sociali e aumentato lIva, effettuando una specie di svalutazione competitiva (per gli esportatori tedeschi lIva non è un costo), e un certo aumento dei prezzi al consumo si è in effetti verificato. Sarkozy voleva ripetere loperazione in Francia, ma poi ha rinunziato, in seguito agli attacchi dei socialisti.
In conclusione, ho limpressione che il contrasto allevasione debba continuare ad essere ai primi posti di unagenda politica di sinistra. Probabilmente è il caso di vedere come utilizzare le banche dati esistenti per mettere insieme il profilo del contribuente come lavoratore o produttore, come consumatore, proprietario di beni mobili ed immobili e risparmiatore. La possibilità di accesso automatico ai conti bancari è un aspetto cruciale, in questo senso; come accennato è anche una delle condizioni necessarie nellipotesi di una imposta di solidarietà sulla ricchezza (e per la verità sarebbe anche opportuna per tutti i servizi a prova dei mezzi che prevedono lIsee).
1) Mi si potrebbe obiettare che il fiscal drag potrebbe essere eliminato una volta per tutte indicizzando tutti gli scaglioni, le detrazioni dellIrpef. Vero, ma altro che vaste programme! Nessun paese con nessun tipo di governo lo ha mai fatto.