La stabilità finanziaria indicata sta nel contenimento della spesa pensionistica rispetto al Pil. Questo concetto di stabilità ha sostituito dal 1995 quello precedentemente indicato dellequilibrio delle gestioni, ossia dellequilibrio tra entrate contributive e prestazioni.
Lindicatore spesa/Pil indica la parte di reddito nazionale trasferita annualmente ai pensionati. In un sistema a ripartizione si tratta di una parte di reddito che gli attivi trasferiscono ai pensionati attraverso i contributi sui redditi da lavoro e/o attraverso il prelievo fiscale. Vi sono paesi in cui il sistema pensionistico è finanziato con contributi, altri in cui è finanziato fiscalmente. Nella maggioranza dei casi i sistemi a ripartizione sono finanziati con i contributi e con leventuale supporto di un finanziamento pubblico. In ogni caso sono gli attivi che pagano le pensioni.
In realtà anche nei sistemi a capitalizzazione cè questo trasferimento dagli attivi ai pensionati. Se consideriamo un sistema chiuso i proventi finanziari percepiti dai pensionati sono una parte del reddito prodotto annualmente dagli attivi (in un sistema aperto una parte di queste risorse può arrivare da altri Stati e non incidere sulla ripartizione del reddito interno).
Vi è, quindi, in tutti e due i sistemi un limite nella trasferibilità di risorse dagli attivi ai pensionati e in questo limite sta la cosiddetta sostenibilità finanziaria. Dove si collochi poi questo limite è, tuttavia, tutto da discutere, esattamente come il limite della pressione fiscale. Sono limiti di natura politico-sociale legati a molti fattori, non solo a criteri economici. Si accetta di pagare contributi pensionistici per solidarietà, ma principalmente perché si attende in cambio una pensione futura. Se le aspettative di pensione sono basse può risultare poco accettabile pagare contributi alti a favore di chi usufruisce di pensioni più alte di quelle attese. Lo stesso può avvenire in caso di finanziamento fiscale, totale o parziale. Daltra parte stabilizzare la spesa rispetto al Pil ha dirette conseguenze sui pensionati: se questi aumentano di numero il risultato è quello di diminuire la pensione media.
Ma a quanto ammonta la spesa pensionistica nel nostro paese e come viene finanziata? Riprendendo un articolo del 2010 (Spesa per pensioni, così è se vi pare) ricordo che unopera di chiarimento in merito è quella fatta dalla Rgs nella pubblicazione Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario. Rgs mette in rilievo come la spesa indicata dalle diverse fonti nazionali e internazionali differisce anche sensibilmente a seconda dei contenuti dellaggregato considerato.
I dati più attendibili in termini di spesa per pensioni, escludendo quindi le prestazioni di tipo assistenziale, sono senza dubbio quelli del DEF-Rgs e quelli del NVSP. La differenza tra i due dati deriva essenzialmente dal comprendere o meno le pensioni sociali.
Spesa pensionistica italiana lorda (milioni di euro e in rapporto al Pil)
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1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
2007 |
232.976 |
214.230 |
225.881 |
240.869 |
209.306 |
177.540 |
2008 |
241.165 |
222.731 |
234.506 |
252.327 |
217.661 |
185.035 |
2009 |
253.480 |
231.333 |
243.651 |
259.469 |
226.158* |
192.590* |
2010 |
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236.931 |
|
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232.138* |
198.350* |
2007 |
15,0% |
13,8% |
14,5% |
15,5% |
11,4% |
13,5% |
2008 |
15,3% |
14,1% |
14,9% |
16,0% |
11,7% |
13,8% |
2009 |
16,7% |
15,2% |
16,0% |
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