Allindomani dellapprovazione, al Senato, della versione definitiva del Pacchetto sicurezza, non si può non denunciarne il carattere oggettivamente xenofobo e razzista. Il giudizio trova unindiscutibile conferma nei provvedimenti di carattere oppressivo - prima ancora che repressivo - adottati nei confronti degli extracomunitari e degli apolidi. A proposito dei quali, anche tralasciando di approfondire alcuni aspetti secondari, ma non meno esecrabili, non si può ignorare la vera e propria perfidia che traspare da alcune norme, apparentemente minori.
Risponde a questa logica, per esempio, laver stabilito che quanto previsto allart. 61, numero 11-bis del codice penale - circostanze aggravanti comuni - sintende riferito esclusivamente ai suddetti soggetti, illegalmente presenti sul territorio nazionale, che dovessero rendersi responsabili di un reato. Tra laltro, rispetto a questa particolare disposizione - nel rinviare leventuale approfondimento agli esperti della materia traspaiono con evidenza seri dubbi di costituzionalità laddove riserva lapplicazione delle aggravanti alla specifica nazionalità (extracomunitario) del reo, piuttosto che a qualunque soggetto che si trovi illegalmente - a qualsiasi titolo - sul territorio nazionale.
Particolare accanimento traspare anche dallinasprimento della pena (arresto fino a un anno, piuttosto che i precedenti sei mesi) e dallaumento dellammenda (fino a 2mila euro, rispetto alle 800mila lire precedenti) a carico dello straniero che, senza giustificato motivo, non ottempera allordine di esibizione del passaporto, di altro documento didentificazione o del permesso di soggiorno.
Non meno discriminante è laver previsto che il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale del cittadino di uno Stato membro dellUe, è adottato, con atto motivato, dal ministro dellInterno, mentre per lespulsione dellextracomunitario e dellapolide è sufficiente un provvedimento del questore. Inoltre, gli stessi termini adottati, nel primo caso allontanamento, nel secondo espulsione, dimostrano lesasperata applicazione del concetto di diversità utilizzato come discrimine rispetto alla nazionalità e, temo, al colore della pelle.
In sede di commento delle nuove norme: la prima riflessione è di carattere generale.
Lintroduzione, nel nostro ordinamento, del reato di immigrazione clandestina rappresenta, in termini giuridici, unevidente forzatura; conseguenza di una palese mistificazione politica: Limmigrato non in regola con il permesso di soggiorno è un criminale a prescindere, sulla quale la compagine governativa, in particolare la Lega, ha (da sempre) speculato, con evidente successo. Così facendo, si rende perseguibile un soggetto sulla base della semplice condizione personale (essere uno straniero), piuttosto che a seguito di comportamenti soggettivi, accertati da un giudice, da cui derivi unoggettiva pericolosità sociale.
La conseguenza è che, attraverso una perversa semplificazione del tema sicurezza, si finisce col porre sullo stesso piano chi fugge (semplicemente) dalla fame o dalla guerra e chi, invece, delinque. A questo proposito, sarebbe anche opportuno interrogarsi su quanto incidano - in termini di causa/effetto della deriva delinquenziale - proprio gli atteggiamenti e i comportamenti di sostanziale ostracismo e rifiuto, se non xenofobia e razzismo, adottati nei confronti dellextracomunitario di turno; specialmente se di colore!
Insomma, è difficile non concordare con Lorenzo Prencipe, Presidente del CSER (Centro Studi Emigrazione Roma), quando afferma: Migrare non è un crimine. E invece criminale un sistema economico-finanziario mondiale (l11 per cento della popolazione mondiale consuma l88 per cento delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere, salvo criminalizzarla una volta giunta a destinazione. La povertà non è reato!
Le nuove norme, invece, per tanta parte della politica e per altrettanta della società civile, almeno per coloro che hanno il coraggio di assumersi la responsabilità di dichiarare di condividerne la filosofia e le conseguenze - a differenza di quanti in silenzio ne approvano i principi o non osano contrastarne lapplicazione - postulano che gli immigrati in condizione dirregolarità sono tutti delinquenti; da perseguire con particolare rigore.
Una prima chicca del provvedimento, è rappresentata dallentità dellammenda, da 5 mila a 10 mila euro, che punisce lingresso e il soggiorno illegale del cittadino straniero. Se non si trattasse di questioni così tragiche, che coinvolgono centinaia di migliaia di soggetti, ci sarebbe veramente di che morire dalle risate. Come si può realisticamente pensare, se non ai fini della ricorrente politica delleffetto annuncio, di sanzionare così pesantemente soggetti che arrivano nel nostro paese dotati solo della speranza di sopravvivere, o, se già lavoratori a nero - è il caso, ad esempio, delle migliaia di addetti impegnati in agricoltura e nelledilizia - costretti, da caporali e imprenditori senza scrupoli, a lavorare 10 - 12 ore al giorno per salari di 500/600 euro mensili?
La tragedia sfocia nella farsa, quando si precisa che la sanzione non si applica agli stranieri destinatari del provvedimento di respingimento. Almeno non si è arrivati a pretendere che limmigrato clandestino pagasse due volte; la prima, per il passaggio attraverso una delle tante carrette del mare e la seconda a favore di uno Stato (e di una società civile) sempre più minacciosi e meno ospitali.
Unaltra, intollerabile, disposizione riguarda il divieto, per lextracomunitario sprovvisto di regolare permesso di soggiorno, ma (eventualmente) inserito nella florida economia sommersa - mai adeguatamente e sufficientemente contrastata, almeno con pari tenacia e perseveranza - di operare incassi e/o trasferimento di fondi attraverso le agenzie specializzate del settore (money transfer). Rispetto a questo punto: senza alcuna intenzione di offrire alibi o attenuanti a comportamenti (comunque) illeciti, appare evidente che nel nostro paese - ciclicamente beneficiato, da Berlusconi e Tremonti, da provvedimenti di rientro (a costo quasi zero e in forma anonima) dei capitali illegalmente trasferiti allestero e da condoni per reati fiscali e tributari - si è ormai consolidata una politica persecutoria nei confronti di soggetti particolarmente deboli.
Tra questi, tantissimi onesti lavoratori che - mal tutelati dalle leggi e sfruttati, grazie allinerzia delle istituzioni preposte ai controlli - si troveranno nellimpossibilità di trasferire alle loro famiglie, nei paesi dorigine, i proventi delle loro fatiche. Nemmeno al più reazionario, fra gli amministratori statunitensi era mai venuto in mente di impedire il trasferimento di fondi da parte dei milioni di messicani che continuano a varcare illegalmente il confine tra i due Stati!
Tra laltro, la certezza di incorrere nel reato di soggiorno irregolare, produrrà leffetto di ridurre ulteriormente le già modeste possibilità di denuncia dei datori di lavoro che impiegano mano dopera extracomunitaria in nero. Uguale motivo impedirà, nei fatti, che extracomunitari irregolari denuncino eventuali reati commessi ai loro danni.
Non meno vessatoria è la previsione dellobbligo di dimostrazione della regolarità dingresso e di soggiorno nel territorio nazionale ai fini del godimento di una serie di servizi. Sono esenti dallobbligo solo le prestazioni sanitarie e quelle relative alle prestazioni scolastiche obbligatorie. Rispetto a questo punto, rilevo la particolare perfidia messa in atto (anche) nei confronti dei figli degli irregolari. Infatti, lapplicazione della suddetta norma renderà loro impossibile il completamento di un regolare ciclo di scuola media superiore di secondo grado. Questo perché, come ampiamente noto - in ossequio alla legislazione vigente - lobbligo scolastico si esaurisce, nel rispetto delletà anagrafica, al completamento del primo biennio di un qualsiasi istituto di secondo grado.
Limpossibilità di accesso ai servizi per il perfezionamento degli atti di stato civile, significherà, in pratica, non potersi rivolgere allanagrafe per la registrazione di una nascita, di un matrimonio o di un decesso.
Inoltre, dopo lintroduzione del reato dingresso e soggiorno illegale, anche relativamente alla possibilità di accesso - senza alcuna conseguenza - al servizio sanitario nazionale, restano molti dubbi e non tutto appare scontato. Infatti, permane il problema relativo alla (eventuale) denuncia cui sarebbero tenuti gli operatori che, se pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, venissero a conoscenza di una situazione dirregolarità. Questi soggetti - personale medico, infermieristico, ecc - ai sensi degli artt. 361 e 362 del codice penale avrebbero, allo stato, lobbligo di denunciare lo straniero della cui condizione dirregolarità venissero a conoscenza nellesercizio delle loro funzioni.
A mio parere, almeno in questo senso, in un clima di sostanziale incertezza e con il concreto rischio di affidare linterpretazione delle norme alla discrezionalità dei singoli, è auspicabile una sorta di patto donore - tra tutti gli operatori del settore sanitario - allo scopo di assumere un impegno comune: No, alla denuncia e alla delazione! Quanto meno, per evitare le gravissime conseguenze sociali che potrebbero determinarsi a seguito di unampia e diffusa riduzione del ricorso alle strutture sanitarie pubbliche da parte dei soggetti non in regola. Penso, in particolare, alla pericolosa sottovalutazione di molte patologie polmonari, alla ricomparsa di alcune malattie infettive e alla tragica pratica degli aborti clandestini.
Unaltra novità, ancora tutta da scoprire, nellattesa di uno specifico regolamento, è rappresentata dal cosiddetto Accordo di integrazione - articolato per crediti, come i punti previsti per la patente di guida - attraverso il quale lo straniero sottoscriverà limpegno a perseguire, durante il periodo di validità del permesso di soggiorno, non meglio specificati obiettivi di integrazione. La perdita integrale dei crediti determinerà la revoca del permesso di soggiorno e lespulsione dal territorio dello Stato.
C è da inorridire di fronte alla sciagurata ipotesi che - nei prossimi centottanta giorni che ci separano dallemanazione del regolamento - la determinazione degli elementi atti a soddisfare il raggiungimento degli obiettivi dintegrazione possa essere affidata alla fertile fantasia padana di illuminati ministri alla Calderoli e di eminenti politici alla Borghezio!
Trovo, inoltre, paradossale che la maggioranza di governo, dopo aver fatto il massimo sforzo e profuso tutto limpegno possibile nellalimentare una vera e propria psicosi nei confronti degli stranieri di turno - prima gli albanesi e i romeni, successivamente gli extracomunitari, specie se di colore o, addirittura, islamici - affermi che intende promuovere la convivenza dei cittadini italiani e di quelli stranieri, con il reciproco impegno a partecipare alla vita economica, sociale e culturale della società. Il tutto, in un paese nel quale tanta parte dei cittadini è stata indotta a considerare limmigrazione come una sorta di flagello divino e il cui presidente del Consiglio dichiara, ufficialmente, di essere assolutamente contrario a una società multietnica!
In questo contesto, è eclatante lassordante silenzio con il quale il governo ha accolto (e completamente ignorato) la Direttiva n. 2009/52/CE, del 18 giugno 2009, che introduce norme minime relative a sanzioni e a provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, al fine di contrastare limmigrazione illegale. Evidentemente, mentre nel Parlamento europeo ci si pone il problema di contrastare efficacemente lillegalità, ovunque essa si annidi, in quello italiano si preferisce selezionare i soggetti da perseguire.
Lamara sensazione è che, ancora una volta, nonostante i moniti e le (diplomatiche) pressioni esercitate dai più prestigiosi organismi internazionali e in palese contrasto con i principi universali che attengono al rispetto e alla dignità delle persone, Berlusconi e i suoi preferiscano continuare a operare in perfetta sintonia con le pulsioni più rozze (e, spesso, inconfessabili) dellelettorato di riferimento.
Qualcosa, però, si può e si deve tentare. Sebbene amareggiati e delusi da una politica che stravolge consolidati principi di civile convivenza e classifica i cittadini in base allorigine e alletnia, abbiamo il dovere morale di insistere affinché la civiltà giuridica del nostro paese non sia ulteriormente mortificata. Tale sarebbe, ad esempio, la conseguenza del reato di soggiorno irregolare addebitato - con effetto retroattivo - a chi è presente in Italia da prima dellentrata in vigore della nuova legge sulla sicurezza.
In questo senso, non può non apprezzarsi il giudizio critico con il quale il presidente Napolitano ha accompagnato la firma del provvedimento. Anche se, personalmente, avrei considerato del tutto fondata la possibilità di rinviare alle Camere un testo che lo stesso capo dello Stato ha definito incoerente, privo dei necessari requisiti di organicità e sistematicità e contraddittorio rispetto ai principi generali dellordinamento e del sistema penale vigente.
Evidentemente, a questo punto, non resta che sperare nel giudizio della Consulta, quando ne vaglierà la costituzionalità.