Sui consumi che languono il peso della casa

Al problema dei bassi salari, scrive il segretario del Sicet, si aggiunge il costo proibitivo degli affitti, di cui quasi nessuno si occupa ma che incide notevolmente sul reddito disponibile
 
 
Come sempre Carniti si inserisce nel dibattito economico e sindacale in modo originale e seguendo una logica razionale. La questione dei redditi da lavoro dipendente e della loro inadeguatezza è parte integrante di un sistema, che affronta la concorrenza internazionale  basandosi solo sui bassi costi di produzione, invece che sulle capacità di aggredire il mercato con prodotti tecnologicamente  e qualitativamente adeguati.

Per non dilungarmi in analisi che lascio ad altri più autorevoli del sottoscritto, vorrei tentare di inserirmi nella discussione indirizzandola dal punto di vista dei consumi. Draghi arriva tardi, ma ha il merito di dare voce ad una situazione insostenibile: al PIL italiano manca senz’altro un pezzo per essere al passo con gli altri paesi cosiddetti industrializzati ed è il contributo proveniente dai consumi di massa. Certamente i consumi di massa sono molto ridotti a causa dei bassi salari, ma (tra le tante) anche a causa di un’altra ragione: un alto costo casa per le famiglie a reddito fisso, specie per quelle monoreddito. In Italia, la mancanza di un welfare abitativo in linea con l’Europa occidentale, distoglie una quota esagerata di reddito dei ceti medi e medio-bassi per garantintirsi un alloggio non sempre adeguato. Tale mancanza ingrassa la rendita parassitaria, comprime le capacità di emancipazione della popolazione in età creativa, genera disagio urbano e insicurezza, e potrei continuare. A volte mi chiedo se la grave crisi abitativa che attanaglia il nostro paese è solo un’idea dei sindacati degli inquilini e di chi vi opera. Mi faccio questa domanda perché l’ISTAT indaga la povertà e trascura totalmente l’incidenza della condizione alloggiativi tra le sue analisi, gli economisti parlano dei consumi escludendo totalmente la casa dalle proprie considerazioni, e via di questo passo. E&L potrebbe inserire nel proprio dibattito anche questo argomento? Grazie. Un saluto

Guido Piran

(segretario nazionale del SICET)

 
Per la verità almeno una volta ce ne siamo occupati: vedi  Edilizia pubblica, la casa che non c'è , di Diego Cuzzi. Però è vero, il tema dovrebbe essere trattato di più. Se il segretario del Sicet - e magari il suo collega del Sunia - volessero intervenire (chi meglio di loro?), ne saremmo felici.
EL
Venerdì, 7. Dicembre 2007
 

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