Per non dilungarmi in analisi che lascio ad altri più autorevoli del sottoscritto, vorrei tentare di inserirmi nella discussione indirizzandola dal punto di vista dei consumi. Draghi arriva tardi, ma ha il merito di dare voce ad una situazione insostenibile: al PIL italiano manca senzaltro un pezzo per essere al passo con gli altri paesi cosiddetti industrializzati ed è il contributo proveniente dai consumi di massa. Certamente i consumi di massa sono molto ridotti a causa dei bassi salari, ma (tra le tante) anche a causa di unaltra ragione: un alto costo casa per le famiglie a reddito fisso, specie per quelle monoreddito. In Italia, la mancanza di un welfare abitativo in linea con lEuropa occidentale, distoglie una quota esagerata di reddito dei ceti medi e medio-bassi per garantintirsi un alloggio non sempre adeguato. Tale mancanza ingrassa la rendita parassitaria, comprime le capacità di emancipazione della popolazione in età creativa, genera disagio urbano e insicurezza, e potrei continuare. A volte mi chiedo se la grave crisi abitativa che attanaglia il nostro paese è solo unidea dei sindacati degli inquilini e di chi vi opera. Mi faccio questa domanda perché lISTAT indaga la povertà e trascura totalmente lincidenza della condizione alloggiativi tra le sue analisi, gli economisti parlano dei consumi escludendo totalmente la casa dalle proprie considerazioni, e via di questo passo. E&L potrebbe inserire nel proprio dibattito anche questo argomento? Grazie. Un saluto
Guido Piran
(segretario nazionale del SICET)