Sicurezza sul lavoro - Anche i militari precari

Pietro Ancona propone un sesto punto da aggiungere ai cinque elencati da Carniti - Antonio Dore denuncia la situazione di giovani abbandonati dall'esercito

Sicurezza sul lavoro, un sesto punto

 

A proposito dell’articolo di Pierre Carniti sulla sicurezza sul lavoro, mi permetterei di aggiungere un sesto punto: conferire ai delegati alla sicurezza una parte dei poteri degli ispettori del lavoro e delle usl conferendo loro il diritto di sospendere lavorazioni pericolose e di prescrivere misure urgenti da adottare per la sicurezza dei lavoratori.

Soltanto cosi si può creare una rete capillare di sicurezza che duemila ispettori potrebbero benissimo dirigere e fare funzionare in tempi reali.

Inoltre agli orfani del lavoro dovrebbe essere data una indennità speciale fino al compimento della maggiore età. Penso a seimila euro l'anno.  Calcolo che negli ultimi dieci anni si siano "creati" trentamila orfani.

 

Pietro Ancona

sindacalista in pensione

già membro del CNEL

 

 

Anche tra i militari ci sono i precari

 

I recenti concorsi banditi sia dal ministero della Difesa che dal ministero degli interni, riservati ai soli volontari in ferma prefissata di un anno, escludendo i volontari congedati in ferma breve (VFB), riaprono la triste piaga di quanti, come mio figlio, sono stati congedati dopo aver prestato servizio per anni nella Marina militare. Ancora una volta questi ragazzi devono subire un’ulteriore disparità di trattamento.

 

Per questo non posso, ma soprattutto non voglio, nascondere tutta la mia indignazione, con la consapevolezza di interpretare il pensiero sia dei genitori che dei ragazzi che come mio figlio hanno subito l’ennesima ingiustizia.

 

Mi domando, come può lo Stato sbattere via questi ragazzi come cenci e ignorare la situazione di chi ha operato anche in territori stranieri, esponendosi a mille rischi per accrescere l’immagine di uno Stato che li ha già dimenticati? Come può lo Stato collocare in congedo migliaia di persone senza le garanzie previste dalle norme sulla tutela dei diritti dei lavoratori?

 

Queste sono le domande che mi pongo ogni giorno, alle quali non posso dare nessuna risposta. Vedo negli occhi di mio figlio e degli altri ragazzi tanta amarezza e tanta delusione. In che cosa ed in chi devono credere, se viene a cadere l’unica certezza, che è quella di credere in uno Stato che garantisca uguali diritti per tutti? Quando hanno deciso di vestire l’Uniforme pensavano di entrare in una delle poche organizzazioni dello Stato dove non può esistere il precariato.  Ed invece….

 

Mentre da una parte, giustamente, si parla di stabilizzazione dei lavoratori precari dall’altra ci si scorda dei militari che da qualche anno sono andati ad ingrossare il numero dei disoccupati. Molto rumore è stato fatto quando si è stabilizzato il personale precario storico di altri ministeri o delle pubbliche amministrazioni, ma quando si parla del personale delle Forze armate scende un penoso silenzio.

 

Queste persone oggi si trovano in un avvilente stato di disoccupazione. Per bloccare la "fabbrica dei precari" creatasi in conseguenza della professionalizzazione delle Forze Armate bisogna trovare accorgimenti efficaci.

 

Antonio Dore

 

Domenica, 20. Gennaio 2008
 

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