Se potessi avere 4 miliardi

L'eliminazione dell'Imu sulla prima casa farebbe certi piacere a molti, ma il suo costo potrebbe essere assai meglio utilizzato: facciamo tre esempi, più qualche altra ipotesi. Un'imposta certo da migliorare, ma non nella direzione pretesa con arroganza dal Cavaliere e dai suoi servitori

Forse non dovrei scrivere questo articolo; in fondo l’eliminazione dell’Imu sulla casa d’abitazione mi consente di risparmiare oltre duemila euro (oltre al bonus una tantum). Ma la deformazione professionale ed antiquati giudizi di valore mi spingono a sostenere che i quattro miliardi potrebbero essere utilizzati in molti modi migliori.

 

Rimanendo nell’ambito delle riduzioni d’imposta, si potrebbe:

1) Eliminare l’aumento dell’Iva dal 21% al 22% che scatta dal primo luglio; per questo anno avanzerebbe ancora un miliardo, per gli anni successivi ne servirebbero altri due. Questa misura sosterrebbe la domanda di consumi molto di più di quanto non avverrebbe con l’Imu.

2) Rivedere il sistema delle detrazioni Irpef per lavoratori dipendenti e pensionati; circa 27 milioni di contribuenti avrebbero uno sgravio medio di circa 150 euro. Da notare che l’eliminazione dell’Imu per poco più della metà dei nuclei familiari vale mediamente 185 euro; quindi un nucleo familiare con due lavoratori o pensionati riceverebbero la stessa somma, o anche qualche cosa in più.

3) Introdurre un credito d’imposta per l’occupazione, analoga a quella già sperimentata positivamente nel primo governo Prodi, credito rivolto a chi assume a tempo indeterminato, con maggiorazioni per il sud e le donne.

 

Se poi passiamo a come utilizzare i quattro miliardi per forme di spese, qui le possibilità sono ancora più numerose: dagli esodati agli incapienti, per finire alla ricerca. Per esempio anche i quattro miliardi di restituzione (una tantum) dell’Imu 2012 potrebbero servire a finanziare progetti che i nostri istituti di ricerca hanno pronti ma che rimangono nel cassetto per mancanza di finanziamento.

 

Dal punto di vista della teoria del federalismo fiscale tutti gli immobili dovrebbero essere sottoposti ad imposizione da parte degli enti locali, ed è ciò che succede negli altri paesi, dagli Stati Uniti alla Francia. Ma questo è un argomento per addetti ai lavori, che ha poca presa sull’opinione pubblica. Ecco invece un esempio più comprensibile, che era stato segnalato negli anni dal 2008 al 2011, in cui valeva l’esenzione: il signor Mario Rossi, che vive a Roma, ed ha una casa a Montesacro, si trova ad essere spostato per lavoro all’Eur. Per evitare di dover passare due ore al giorno di andata e ritorno, decide di prendere in affitto una casa a pochi minuti dal lavoro, e di affittare la sua. Risultato: riceve un affitto sul quale paga l’imposta (il signor Rossi è persona che tiene alla legalità), ed in più deve pagare l’Imu sulla casa di Montesacro, ovviamente come seconda casa, quindi con aliquota più alta.

 

Ma come, dice il signor Rossi, io che cerco solo di migliorare la mia qualità di vita, e contribuisco ad inquinare di meno e migliorare il traffico, mi trovo penalizzato? Non sono certo più ricco di prima!

 

Non voglio dire che l’Imu attuale sia perfetta; innanzitutto vi sono forti discrepanze tra i valori catastali e quelli di mercato; le case più recenti pagano più Imu di quelle più vecchie, anche se i valori effettivi sono gli stessi. E’ ragionevole quindi voler rivedere vari aspetti dell’imposta, ma non nella direzione pretesa con arroganza dal Cavaliere e dai suoi servitori. 

Venerdì, 3. Maggio 2013
 

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