Dellaccordo sulla riforma della legge elettorale che sarebbe stato raggiunto fra i tre partiti dellattuale maggioranza si hanno al momento solo indicazioni di massima, ma se si dovesse giudicare da ciò che è trapelato sarebbe difficile reprimere un senso di sconforto. Limpressione è che, di fronte ad opzioni assai diverse di ciascun partito, il compromesso sia stato raggiunto estraendo a sorte i paragrafi dalluna e dallaltra proposta per poi affastellarli quasi alla rinfusa, con il risultato che si può immaginare.
A quanto sembra si trattaerebbe di un abbandono quasi completo del bipolarismo via le coalizioni pre-elettorali, via il premio di maggioranza alla coalizione ma conservandone laspetto forse più sbagliato, ossia lindicazione sulla scheda del candidato premier.
Questo è un triplo errore. Innanzitutto viola le prerogative del presidente della Repubblica, a cui la Costituzione affida il potere di nominare il presidente del Consiglio. Può darsi, però, che tra le modifiche costituzionali si voglia introdurre anche questa variazione. Ma in secondo luogo contraddice anche le prerogative del Parlamento. Può essere sfiduciato un capo del governo che ha avuto uninvestitura popolare diretta? Quante volte abbiamo sentito Berlusconi ripeterlo come una litania? In effetti, se non cambiano anche altre norme, teoricamente sì, può essere sfiduciato (e anzi, pare che sia prevista una sfiducia costruttiva), ma nello stesso tempo si produrrebbe una lesione dellesito del voto.
Terzo errore: a quanto è dato di capire, la maggioranza si formerebbe con un accordo tra partiti dopo le elezioni. Mettiamo che si formi una coalizione con tre partiti: quella maggioranza avrebbe tre leader designati dal voto popolare. Che si fa, si tira a sorte? Si prende quello del partito maggiore? E devessere comunque uno dei tre, escludendo una possibile convergenza su unaltra persona che magari rappresenterebbe meglio le linee programmatiche decise dalla trattativa? Ma questo appare in fondo il problema minore rispetto ai due precedenti. Neanche sarebbe valida lobiezione che così fan tutti: lindicazione del leader, che peraltro negli altri paesi è per lo più implicita, dato che è scontato che sarà premier il capo del partito vincitore, può avere senso in un sistema bipolare, non con uno proporzionale. E comunque innovazioni di questo tipo richiederebbero allora una revisione di tutti i meccanismi previsti dalla Costituzione, non solo di qualche dettaglio.
Tralasciamo ipotesi al di là del bene e del male, come quella di assegnare un premietto in seggi anche al secondo partito: cosè un premio di minoranza? Verrebbe quasi da sospettare che Pd e Pdl siano daccordo su questa singolare variante.
Gran parte delle prime dichiarazioni sono critiche soprattutto sul fatto che verrebbe sottratta agli elettori la scelta diretta della coalizione che formerà la maggioranza. Ma questo, veramente, sembra più un vantaggio che un difetto. Formare una coalizione prima delle elezioni comporta una maggiore vaghezza dei programmi, perché i partiti di una stessa coalizione non possono dire cose diverse sui punti qualificanti. Perché i compromessi del prima dovrebbero essere migliori di quelli del dopo? Probabilmente saranno meno trasparenti, per non rischiare di perdere fasce di elettorato. Abbiamo già fatto lesperienza di quanto sia deleterio il ma anche.
Già un po meglio sarebbe allora il maggioritario a doppio turno, sempre dal punto di vista della chiarezza dei programmi. Ma qui siamo proprio su unaltra galassia.
Insomma, da quel che finora si è saputo questo accordo appare un pastrocchio micidiale, un po Prima Repubblica, un po Seconda, viatico verso una Terza che non sarebbe migliore delle altre due. A meno che, come tante volte è accaduto in passato, non sia lennesima finta, un ballon dessai da dare in pasto, in vista delle prossime elezioni amministrative, a unopinione pubblica che a stragrande maggioranza chiede cambiamenti ma col proposito di farlo naufragare, accusandosi poi a vicenda perché il progetto non è andato in portro. Sarebbe una strategia sciocca, che darebbe solo ulteriore alimento al partito dellantipolitica.