Occupazione, buio a Mezzogiorno

Continua la diminuizione del tasso medio di disoccupazione, ma la cattiva notizia è che nel Mezzogiorno diminuiscono anche il tasso di attività e gli occupati. A dimostrazione dell'irrilevanza della Legge 30 come fattore di crescita dell'occupazione

 

L’ultima rilevazione Istat sulle forze di lavoro, relativa al secondo trimestre 2007, evidenzia il costante calo del tasso di disoccupazione. Il dato positivo riguarda tanto la variazione congiunturale (rispetto al periodo precedente), quanto quella tendenziale (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); si tratta, rispettivamente, di un meno 0,7 e meno 0,8 per cento. Un risultato che appena qualche anno fa avrebbe  prodotto una vera e propria “campagna pubblicitaria” da parte di tanti “solerti” commentatori ed opinionisti politici! Bene ha fatto, però, il centro-sinistra, a non eccedere nell’auto-esaltazione di un dato statistico che, se estrapolato da uno scenario ben più ampio ed articolato, concorre a rappresentare una situazione non corrispondente alla realtà.

 
Infatti, un’attenta lettura dei principali indicatori del mercato del lavoro presenta un quadro tutt’altro che rassicurante; in particolare per la situazione del Mezzogiorno. L’elemento di maggior rilievo ed interesse è certamente rappresentato dalla presa d’atto che (purtroppo) l’obiettivo di Lisbona - il raggiungimento, entro il 2010, di un tasso di occupazione nazionale pari al 70 per cento - continua ad essere un traguardo assai lontano. Siamo, infatti, a un tasso del 58,9 per cento, uguale a quello rilevato un anno fa. Intanto, il tasso di attività è calato dello 0,5 rispetto al 63 per cento rilevato un anno fa. In questo senso, nonostante i fiumi d’inchiostro utilizzati per glorificare i supposti benefici della legge 30, c’è da rilevare un dato paradossale. A distanza di circa quattro anni dalla sostanziale entrata a regime della “legge Maroni”, il tasso di attività del nostro paese è letteralmente “precipitato”; dal 63,2 al 62,5 per cento!

 

Un altro dato preoccupante è rappresentato dall’ormai cronico “effetto scoraggiamento”. Infatti, rispetto allo stesso periodo del 2006, le persone in cerca di occupazione - a parità di tasso di occupazione - sono calate di ben 209 mila unità. L’altro elemento, altrettanto poco rassicurante, è rappresentato dall’incremento - in termini assoluti e percentuali - del numero dei lavoratori dipendenti temporanei rispetto al numero complessivo dei lavoratori dipendenti. Nell’arco dell’ultimo anno l’aumento è stato pari allo 0,4 per cento; mentre rispetto al quarto trimestre 2003 è pari ad un 1,1 per cento. E’ vero, quindi, che tra gli occupati aumentano i lavoratori dipendenti rispetto a quelli indipendenti, ma è altrettanto vero che l’aumento maggiore si registra fra i lavoratori temporanei.

Senza contare che l’attuale 13,4 per cento di lavoratori temporanei non include né le collaborazioni coordinate e continuative, né i lavoratori a progetto. Il dato complessivo renderebbe sicuramente meno ampio il divario tra quella che Aris Accornero definisce precarietà “percepita” (dall’immaginario collettivo) rispetto a quella “rilevata” (dalle statistiche ufficiali dell’Istat).

 

Tabella 1 (Italia)

Trimestri di

riferimento

Occupati

Dip. e Indip.

Tasso di

Occupaz.

Tasso di Disoccup.

Tasso di

Attività

In cerca di Occupaz.

2° trim.2006

23.187

58,9

6,5

63,0

1.621

    “   2007

23.298

58,9

5,7

62,5

1.412

SALDI

+ 111

=

- 0,8%

- 0,5%

- 209

(valori in migliaia di unità e percentuali)

 

E’ comunque la situazione presente al Sud che desta il maggiore allarme. In effetti, a fronte di una disoccupazione che, nell’arco di un anno, si riduce di circa un punto e mezzo in percentuale, il numero degli occupati in controtendenza al dato nazionale - rispetto al secondo trimestre 2006 - si riduce di 62 mila unità. Il tasso di occupazione cala dello 0,5 per cento, quello di attività si riduce di circa un punto e mezzo e, per finire, circa il 15 per cento delle persone che solo fino ad un anno fa erano ancora in cerca di un’occupazione è confluito nel sempre più vasto numero degli “sfiduciati”, in particolare, giovani e donne.

 

Tabella 2 (Mezzogiorno)

Trimestri di

riferimento

Occupati

Dip. e Indip.

Tasso di

Occupaz.

Tasso di

Disoccup.

Tasso di

Attività

In cerca di

Occupaz.

2° Trim. 2006

6.605

47,2

12,0

53,7

902

     “    2007

6.543

46,7

10,6

52,3

774

SALDI

- 62

- 0,5

- 1,4

- 1,4

- 128

(valori in migliaia di unità e percentuali)

Venerdì, 5. Ottobre 2007
 

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