Manovra, hai voglia prima di sterzare

Le misure appaiono frettolose e non inserite in un chiaro e coerente quadro progammatorio. Più d’una solleva dubbi, altre potrebbero avere effetti diversi da quelli per cui sono state pensate. Infine, la dimensione complessiva è troppo modesta per incidere veramente

Le critiche mosse al complesso degli interventi economici del governo sono duplici: da un lato si lamentano ritardi di attuazione e dall'altro (v. Paladini) la loro efficacia scarsa o nulla. Talchè l'"utilizzatore finale" (honny soit qui mal y pense) non ha la percezione dei benefici.

    

Le singole manovre, comprese quelle contenute nella legge di stabilità, appaiono frettolose e non inserite in un chiaro e coerente quadro progammatorio. Si constata l'assenza, ad esempio, di una politica industriale. Ciò può dar luogo, come vedremo, al fenomeno dell'eterogenesi dei fini.

 

Per quanto concerne il fenomeno della "annuncite" (ai proclami non segue l'azione o lo  fa con tale ritardo da affievolirne l'efficacia) si può applicare al meccanismo di attuazione delle leggi in Italia il cosiddetto "teorema del convoglio". Quando le navi da battaglia sostituirono ai rostri le artiglierie collocate lungo le fiancate la formazione classica mutò dalla linea alla colonna. Nacque allora questo teorema secondo il quale la velocità di un convoglio non può superare quella della nave più lenta.

 

Quante tappe percorre una legge italiana prima di diventare efficace? La prima è quella della stesura del testo da parte del governo, con la partecipazione dello staff tecnico, Accorciare troppo questa fase genera incongruenze o mancate coperture, sanzionate dalla Corte dei Conti o dalla Ragioneria dello Stato.

    

La seconda è il passaggio parlamentare. La mancata modificazione del regolamento consente alle opposizioni una condotta controproducente, che di fatto mortifica la funzione migliorativa dei dibattiti. Si presentano alcune migliaia di emendamenti la cui discussione implicherebbe un tempo di molti mesi. Conseguentemente si costringe di fatto i governi a chiedere voti di fiducia sistematicamente, con profumo di incostituzionalità. La presentazione di pochi emendamenti mirati avrebbe potuto invece correggere aspetti criticabili dei disegni di legge. Il ricorso alla decretazione di fatto riduce questa tappa entro i sessanta giorni.

 

La terza tappa è caratteristica della prassi legislativa italiana. Per essere operante una norna necessita dei cosiddetti decreti attuativi Sono fondamentali perchè indicano le scadenze, la modulistica, gli uffici competenti, i rapporti fra diverse amministrazioni, e così via. La task-force diretta dall'On. Boschi ha dimezzato gli 800 decreti trovati giacenti o generati dalla legislazione corrente. Ne rimangono 400, che è una cifra enorme. La soluzione più radicale consisterebbe nell'inglobare le norme attuative nei disegni di legge, come avviene quasi sempre nelle leggi federali Usa. La Ue ha recentemente osservato che senza i decreti attuativi è impossibile valutare l'opera del governo italiano. Le resistenze occulte della burocrazia ministeriale, volte anche a rivendicare il proprio ruolo decisivo, potrebbero forse essere ridotte da un più spietato ricorso allo spoil system.

 

La quarta tappa, che riguarda direttamente i cittadini, è quella che abbraccia l'arco temporale entro il quale le norme compiute esercitano la loro efficacia. Negli Anni '50, gli economisti keynesiani discussero delle dimensioni dei cosiddetti "lags" (ritardi) nella trasmissione degli effetti dei moltiplicatori. Alcuni monetaristi sostennero l'esistenza di una correlazione fra ritardi e velocità di circolazione della moneta. Se così fosse, poichè la velocità di circolazione è in Italia intorno a 3, il ritardo minimo sarebbe di 4 mesi. Ma influiscono anche altri parametri: reazioni dei beneficiari, efficacia dell'informazione, difficoltà procedurali. Un esempio del peso di questi ostacoli è costituito dal lento funzionamento del Progetto Giovani. Conseguentemente tra l'annuncio dell'intervento e i primi sintomi di efficacia passeranno dai 12 ai 18 mesi (come ha correttamente ammesso il ministro Padoan).

 

L'eterogenesi dei fini (termine coniato da Vico e ripreso da Wundt) consiste, nel nostro caso, nell'impiego di strumenti che producono risultati diversi da quelli originari della volontà politica. Ad esempio lo scopo dichiarato dello sgravio fiscale mensile di 80 euro era quello di accrescere la domanda interna. Applicato a categorie che hanno una propensione al consumo inferiore all'unità, ha prodotto, in larga parte, un aumento dei depositi bancari. Si sarebbe forse potuto trasformarlo in contributo agli incapienti. Il rischio di premiare gli evasori (i gioiellieri romani dichiarano, come noto, redditi da fame) ha frenato questo tipo di manovra. Controlli Isee su larga scala avrebbero ridotto il rischio, ma con tempi lunghi e costi notevoli. Ma un aumento delle pensioni minime, evitando i cumuli, avrebbe forse ottenuto il risultato voluto.

    

La riduzione dell'Irap, l'introduzione dei contratti a protezione crescente e l'abbattimento triennale dei contributi sui lavori a tempo indeterminato, sono volti ad accrescere l'occupazione. Ma se le imprese licenziassero i dipendenti "vecchi" per assumerne dei nuovi la manovra sarebbe vanificata. Un emendamento Pd richiede che l'azienda non abbia licenziato nè si proponga di farlo. Le holding finanziarie, però, potrebbero aggirare le norme, chiudendo aziende e riproponendole con mutata ragione sociale.

    

Rimane un dubbio: siamo sicuri che la riduzione del costo del lavoro faciliti automaticamente un aumento di produzione e di occupazione, tenendo conto del fatto che esso raramente supera un quinto del totale dei costi nelle imprese a tecnologia avanzata? Siamo sicuri che l'abbattimento dell'Irap, favorendo le imprese meno progredite, non confligga con gli aiuti alla ricerca, che hanno segno opposto?

    

Altri provvedimenti un po' fuori bersaglio sono: a) la dichiarazione dei redditi precompilata, che, per le dimensioni del digital divide, anzichè rappresentare una semplificazione accrescerà il lavoro dei Caf e gli onorari dei commercialisti; b) il piano quinquennale (sic!) per la revisione del catasto che sembra dettato dalla più ottusa burocrazia, perchè i dati sono tutti in possesso delle agenzie immobiliari. Potrebbero essere scontati del 10% per tener conto dei margini di intermediazione.

 
Recentemente sono emersi all'attenzione due fenomeni importanti. Il primo è quello degli effetti secondari dei costi standard: favorendo le grandi imprese che hanno economie di scala, danneggiano le piccole, con alti coefficienti occupazionali, innestando così un moltiplicatore negativo. Il secondo attiene ad uno dei bersagli preferiti dal presidente del Consiglio: la palude burocratica. E' vero che esso deriva in parte dalla volontà di esercitare un potere discrezionale della P.A. come affermazione di principi e talora  anche come veicolo di corruzione. Ma è altrettanto vero che all'amplificazione del fenomeno contribuisce un legiferare affannoso con un linguaggio non di rado oscuro. A quanto si sussurra i funzionari ai quali spetta il compito della revisione lessicale dei testi legislativi soffrono di canizie precoce. E' altresì difficile cogliere un disegno armonico nella pluralità degli interventi. La politica economica a coriandoli, non inquadrata in una robusta intelaiatura concettuale, non sfrutta al massimo le potenziali sinergie intersettoriali.
 
La caratteristica principale che attenua l'efficacia della manovra consiste nelle sue modeste dimensioni: rappresenta il 2% del Pil. Se immaginate di essere al volante di un’auto che corra a velocità moderata, un raggio di sterzata del 2% produce una deviazione poco percettibile. A parziale giustificazione dei responsabili della manovra occorre ricordare che sono schiacciati fra l'incudine di un paese sfiduciato e il martello di una Commissione che, dominata dalla destra economica della Germania e dei i suoi satelliti nord-orientali, sembra voler spingere il suo ottuso rigore fino al graduale suicidio della stessa economia tedesca.
Domenica, 16. Novembre 2014
 

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