Le conseguenze globali ella guerra in Ucraina

L'isolamento della Russia non si è verificato. La carenza di gas e le difficoltà nell'approvvigionamento di fonti energetiche alternative rischiano di avere gravi conseguenze nell'Europa occidentale

La crescita economica in Europa è, secondo le attuali previsioni, bloccata a causa della guerra in Ucraina. Per l'Italia non si tratta di una novità, ma la prospettiva è peggiorata anche in relazione a un passato non brillante. Secondo le statistiche OCSE, l'Italia è l'unico Paese europeo che negli ultimi trent'anni ha subito una riduzione dei salari del 2,9 per cento, mentre tutti gli altri hanno registrato una crescita più o meno soddisfacente*.

C'era stata in Europa una nuova fase di crescita negli ultimi anni dell'ultimo decennio. Ma nel 2020, con la crisi pandemica, l'economia è stata di nuovo in difficoltà. La ripresa della crescita nel 2021e l'aumento dell'occupazione avrebbero dovuto proseguire nel 2022. Poi la guerra in Ucraina ha annullato questa previsione.

Italia unico paese in cui sono diminuiti i salari

In Germania, con il nuovo anno, il quadro politico è profondamente mutato. L'incontro dello scorso autunno a Mosca tra Angela Merkel e Putin aveva sottolineato l'importanza dei rapporti tra Germania e Russia nel commercio, negli investimenti e nell'approvvigionamento di gas. L’incontro si era concluso con Putin che offriva ad Angela Merkel un grande mazzo di fiori - testimonianza di un rapporto dalle radici lontane, che risale al 2001 quando la Merkel era alla guida della Cdu, il partito conservatore, ma non ancora cancelliere della Germania.

Olaf Scholz, il nuovo cancelliere aveva promesso il proseguimento della politica della Merkel. Ma il nuovo governo è composto da tre partiti con posizioni diverse, e i Verdi hanno un chiaro atteggiamento antirusso. Il precedente accordo tra Germania e Russia non ha avuto seguito.

Il caso della Francia è indicativo del nuovo contesto europeo. Nelle elezioni di aprile, Emmanuel Macron è stato rieletto alla presidenza della Repubblica. Ma con le successive elezioni per il Parlamento la coalizione ispirata da Macron non ha raggiunto la maggioranza. Il Rassemblement National, guidato da Marine Le Pen, ha conquistato 89 seggi, un risultato senza precedenti nella storia parlamentare francese, ben al di sopra di ogni previsione.

In questo nuovo contesto, l'alleanza di sinistra, Nupes, guidata da Jean-Luc Mélenchon, capo dell'estrema sinistra, è diventata con 131 seggi il secondo partito e il gruppo di opposizione più importante nell’Assemblea. Allo stesso tempo, Les Républicains, il vecchio partito della destra tradizionale, ha perso metà dei seggi guadagnando solo 61 rappresentanti all'Assemblea nazionale.

Come conseguenza di questo inaspettato risultato elettorale, Ensemble, la coalizione elettorale di otto partiti schierata con Macron, ha perso il controllo dell'Assemblea nazionale avendo ottenuto solo 245 seggi, ben al di sotto dei 289 necessari per la maggioranza. I due principali partiti di opposizione, in aperto contrasto con la politica di governo e lontani dal tradizionale assetto politico della V Repubblica, sono diventati rispettivamente il secondo e il terzo partito dell'Assemblea nazionale.

La novità è stata ancora più profonda in Italia, dove, dopo la crisi del governo guidato da Mario Draghi, il 25 settembre si terranno le elezioni anticipate. Secondo le previsioni, la vittoria spetterà alla destra e il governo sarà guidato da Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia, insieme alla Lega e a Forza Italia guidato da Berlusconi.

In altre parole, la guerra in Ucraina ha contribuito a destabilizzare ulteriormente la politica dei principali paesi dell'eurozona, come si vede in Germania, Francia e Italia.

2. Con l'inizio del nuovo anno, dopo l'abbandono dell'accordo Merkel-Putin, in Russia si è fatta strada la convinzione che il problema non fosse più nelle scelte dei paesi europei ma negli Stati Uniti in accordo con il governo ucraino di Zelensky.

Il 24 febbraio la Russia ha invaso l'Ucraina, assumendosi la responsabilità della guerra. La Russia avrebbe potuto ancora puntare sulla posizione della Francia, che tendeva a creare le condizioni di un accordo, Ma il Cremlino era convinto che, dopo il ritiro della Merkel, la politica fosse nelle mani degli Usa. E' così cominciata una guerra per molti versi evitabile.

I paesi europei sono quelli che maggiormente soffrono le conseguenze della guerra. L'obiettivo era l'isolamento della Russia, il blocco delle sue esportazioni (gas escluso), la pesante svalutazione del rublo e la messa in crisi del governo Putin. È successo il contrario. L'export di gas russo ha trovato nuovi sbocchi in Cina attraverso il gasdotto inaugurato nel 2019 mentre un secondo gasdotto che passerà attraverso la Manciuria raddoppierà la fornitura di gas alla Cina, portandola a oltre 100 miliardi di metri cubi.

Un nuovo accordo con l'India ha previsto il quadruplicamento del gas liquefatto fornito dalla Russia. Complessivamente, il gas russo ha trovato sbocchi in due paesi che comprendono il 40 per cento della popolazione mondiale.

E, a sua volta, la Turchia, violando le regole imposte ai paesi appartenenti alla Nato, ha stabilito nuovi accordi per la fornitura del gas russo.

3.   Questa dislocazione degli sbocchi ha messo in difficoltà i Paesi europei e, al primo posto, la Germania e l'Italia, i principali utilizzatori del gas russo in Europa. Fonti alternative dal Medio Oriente, dall'Algeria, e potenzialmente dal Congo non sono immediatamente disponibili, creando in Europa crescenti problemi per il riscaldamento domestico e per l'approvvigionamento energetico dell'industria e dei servizi.

Non sorprende che, in queste circostanze, l'inflazione, per la prima volta da quando è stato istituito l'euro, abbia raggiunto livelli intorno al 9 per cento, riducendo drasticamente il potere d'acquisto delle famiglie e i livelli di produzione. industriale. La ripresa dell'economia, che era già in atto e che avrebbe dovuto compiere un definitivo balzo in avanti, ha lasciato il posto a una nuova fase di stagnazione, riduzione dei redditi da lavoro, aumento della povertà.

È uno scenario destinato a durare nel tempo? Qualsiasi previsione è rischiosa. La guerra in Ucraina può andare avanti a lungo. La Russia non accetta la ventilata adesione dell'Ucraina alla NATO. L'Ucraina, confinante direttamente con la Federazione Russa, è il paese più grande del continente con circa 45 milioni di abitanti. La differenza con due piccoli paesi come Estonia e Lettonia, già membri della NATO, con meno di un decimo degli abitanti dell'Ucraina, è evidente. E, in ogni caso, la loro appartenenza appartiene a un'epoca caratterizzata dalle difficoltà della Russia.

Inoltre, la Russia ha il controllo sostanziale di gran parte della regione del Donbass. E il porto fondamentale di Odessa non può operare, come è avvenuto per il grano, senza un accordo internazionale con la Russia.

La Francia ha bisogno di riprendere l'iniziativa che a livello internazionale resta nelle mani di Macron come Presidente della Repubblica. La Germania ha ribaltato la politica seguita da Angela Merkel, ma non può rinunciare alla partnership con la Francia. L'Italia, a sua volta, sarà guidata da un governo composito di destra in cui la Lega, secondo la dichiarazione di Salvini, opererà per un compromesso con la Russia volto a fermare la guerra.

Il futuro appare incerto e qualsiasi previsione può essere smentita. Ma resta il fatto che la guerra ha creato un nuovo orizzonte politico, rafforzando i rapporti tra Russia e Cina, e aumentando le difficoltà nei rapporti tra Cina ed Europa.

Riassumendo, la sorte della guerra è legata agli Stati Uniti e alla Russia. Negli ultimi vent'anni gli Stati Uniti hanno dovuto lasciare l'Iraq e ritirarsi dall'Afghanistan. L'esito della guerra in corso è difficile da prevedere. L'unica certezza è che il quadro e le relazioni internazionali sono profondamente cambiati. E, in mancanza di una significativa 'iniziativa, l'Europa rischia di finire definitivamente ai margini della politica globale, il cui centro tende sempre più a concentrarsi sulle sponde del Pacifico, dominate da una parte dagli Stati Uniti, e dalla Cina, alleata della Russia, dall'altra.
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* Tito Boeri e Roberto Perotti – “Repubblica”, 29 agosto 2022, p.7.

Martedì, 13. Settembre 2022
 

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