Sarebbe stato difficile trovare unallegoria più perfetta di quella che Silvio Berlusconi (o il suo staff per limmagine, ma è lo stesso: non lha fatto certo a sua insaputa) ci ha regalato. La vicenda del Tiepolo ritoccato travalica il senso del ridicolo per assumere significati più profondi. Si sarebbe tentati di dire che ha fatto emergere linconscio del leader della destra, ma pensandoci meglio ci si accorge che non è così: è stata una palese rappresentazione non solo della psicologia, ma della strategia pienamente cosciente che luomo applica in tutte le situazioni della sua vita, in politica come negli affari, nella vita privata come di fronte alle regole e alla legge.
A quanto si è detto, è stato lo stesso Berlusconi a scegliere come sfondo nella sala delle conferenze stampa di Palazzo Chigi il luogo dove il governo informa lopinione pubblica La Verità svelata dal Tempo, di Giambattista Tiepolo. Certamente per il titolo, più che per il soggetto (nonostante la sua conclamata e proclamata sensibilità alle grazie femminili). Berlusconi e la Verità: non si può non pensare al celeberrimo romanzo di George Orwell, 1984. Anche lì, il regime che domina il paese ha istituito il ministero della Verità. Il suo compito è di applicare una stretta censura, riscrivere la storia (la Verità svelata dal Tempo? ) e impoverire la lingua (il lettore non pensi male: non vogliamo alludere alle tv di Mediaset).
A chi ha ambizioni da Grande Fratello non basta governare. Vuole anche aver sempre ragione, vuole che si riconosca che è dalla parte della Verità. E se la nuda verità non è opportuna, non cè problema: si adatta alla situazione, infischiandosene che tutti vedano che è coperta solo da un misero cencio. E quello che diceva anche Orwell: il potere insofferente delle regole, alla Verità svelata prferisce sempre la verità velata.