La variabile tempo nella programmazione

Si tratta di un elemento quasi sempre trascurato o sottovalutato, eppure la sua importanza è fondamentale. La mancanza di un ordine predefinito negli atti necessari al risultato che si vuole ottenere comporta costi aggiuntivi, sprechi, incagli che possono durare anni. I quattro punti da considerare sempre

Nella coda della recessione - quella che, secondo il detto popolare, è la più dura da scorticare - un vento di follia percorre il Paese. Folle vocianti chiedono tutto a tutti. Gli studenti universitari marciano con quelli che invocano meno tasse (dimenticando che ogni loro laurea costa una valanga di tasse). Artigiani, commercianti e autotrasportatori lamentano la pressione fiscale, fingendo di ignorare che oltre i 2 terzi del gettito delle imposte dirette deriva da lavoro dipendente e pensionati. Categorie che non godono delle detrazioni vere o fasulle di cui si circonda il popolo delle partite Iva. Se un agitatore invocasse il Genio della lampada di Aladino troverebbe qualcuno che gli crede. Frattanto il nostro Silvio-Odino celebra il suo crepuscolo degli dei nel Walhalla di Piazza in Lucina. Sintomi di distonia psichica si manifestano anche oltre i confini nazionali. L'on. Tajani minaccia l'Italia di procedura di infrazione perchè il 60% delle imprese creditrici della PA non ha ancora ricevuto il pagamento delle fatture arretrate. Quegli stessi pagamenti che hanno prodotto quell'aumento del debito pubblico contro il quale si accinge a scagliare i suoi fulmini il suo collega Olli Rehn.

Quando le logiche individuali e collettive vacillano è tempo di ritornare alle basi dell'economia razionale, che si fonda, come abbiamo molte volte insistito, sulla programmazione. Per spiegarci meglio, ci rifaremo alle radici linguistiche del termine, riesumando la mitica casalinga di Voghera, nel frattempo divenuta più che matura con la placida dolcezza, secondo il Manzoni, delle donne lombarde. Infatti l'economia nacque come un insieme di precetti di comportamento nella gestione della casa (oikos). Qualunque massaia applica una programmazione individuale caratterizzata da regole del gioco in parte autodeterminate dalla situazione familiare e in parte dovute a vincoli esterni. Per andare al mercato anticipa le entrate rispetto alle spese, predisponendo nel borsellino una disponibilità di contante. Se dovrà procedere ad un acquisto di entità superiore al flusso di ricchezza immediatamente disponibile, chiederà l'anticipazione dell'importo al venditore o alla banca. In tal caso le verrà imposto un vero e proprio "piano di rientro" che prevede una serie di risparmi mensili per far fronte alle rate del debito, inclusi gli interessi.

Nel suo comportamento riscontriamo alcuni degli elementi fondamentali della politica finanziaria pubblica correttamente gestita e cioè programmata. Essi sono: la sincronizzazione o meno dei flussi temporali; i costi di trasformazione (il complesso di costi addizionali inclusi nella rateizzazione del mutuo); le sequenze obbligate negli acquisti, perché le merci vanno comprate in una logica che rapporta le scadenze ai consumi. La stessa attività di cucinare implica una programmazione sequenziale, in molti casi obbligata per ottenere determinati risultati. Le due fasi di cottura del brasato, a fuoco vivo per alcuni minuti e solo successivamente a fuoco lento per molto tempo, sono un esempio di questo tipo di programmazione. L'economia domestica si svolge con automatismi dettati dall'esperienza e non necessita delle complesse formule dei trattati di econometria.

La variabile temporale non viene quasi mai evidenziata nei piani proposti da partiti, sindacati e, talora, dagli stessi governi. Ciò genera quello sconforto e quei turbamenti che riscontriamo nelle agitazioni di massa. Ulteriore confusione viene prodotta da una pubblicistica che spesso rifugge dagli approfondimenti e dalle difficili spiegazioni dei singoli provvedimenti. Il tutto calato in un clima di sostanziale analfabetismo economico di quelle stesse persone che pure attuano correttamente la tempistica programmatoria nelle proprie scelte individuali. Ecco perchè abbiamo salutato con gradevole sorpresa la terminologia impiegata per descrivere un ipotetico patto Renzi-Letta, definito come cronoprogramma.

Gli elementi da prendere in considerazione sono i seguenti: 1) la sincronizzazione o meno dei flussi temporali di entrata e di spesa; 2) i costi di trasformazione, spesso ignorati, di cui parleremo; 3) le sequenze obbligate, e cioè il fatto che alcune azioni debbono necessariamente precedere altre; 4) il ruolo dei catalizzatori e dei de minimis (concetti anch'essi da chiarire).

La asincronia dei flussi ha riflessi negativi. Quando la spesa precede l'entrata, la copertura ha un costo in termini di tasso di interesse; ma anche quando l'entrata preceda la spesa si ha un costo sociale, perché il prelievo penalizza un sistema che non ha ancora beneficiato dei potenziali effetti positivi (se vi saranno) della spesa.

Il problema della mancata indicizzazione temporale (nella comunicazione) dei flussi di spesa e di entrata è il fattore principale, sotto il profilo della psicologia di massa, del discredito della politica. I programmi presentati spesso insistono sugli aspetti positivi delle spese e meno su quelli delle coperture, nonché sui tempi di attuazione delle une e delle altre. Talora si assiste ad un paradosso. Per i meccanismi perversi di una burocrazia appesantita dall'affastellamento quasi secolare di norme il ritmo di realizzazione delle spese può risultare molto meno rapido dell'applicazione delle imposte, anche di quelle meno gradite.

Nella ordinata gestione di un bilancio - familiare o pubblico - le opere più importanti, quelle a produttività diffusa e/o lungamente differita (come un'autostrada o l'acquisto di una macchina per un tassista) sono correttamente coperte con il ricorso all'indebitamento pubblico o privato. Ciò perché l'importo della spesa è molto rilevante e va affrontato inizialmente. Il debito dovrà essere ripianato in un periodo preordinato con un flusso di ratei tratti dal reddito o dal Pil correnti compresi gli interessi. Se questo criterio viene scrupolosamente osservato (e non si finanzia il debito in scadenza con altro debito) né per i privati né per gli Stati l'indebitamento costituisce un problema, se non per il fatto che gli interessi, nell'economia pubblica, tendono a favorire la concentrazione dei redditi. Fenomeno non nuovo: basterebbe leggere le pagine di Balzac sull'accumulazione di ricchezza dei rentiers francesi dell'800. L'anomalia nasce dunque nel momento in cui si paga - come si è detto - il debito vecchio con un debito nuovo, per non turbare gli animi dei contribuenti-elettori con incrementi di tassazione. Quando i privati agiscono nello stesso modo, si spalancano le porte della bancarotta e, talora, delle patrie galere. 

Un elemento poco noto è quello dei costi di trasformazione (o di transazione). Sono quelli che si affrontano nel prelevare ricchezza da un contribuente per destinarla a un altra persona o alle imprese che effettuano lavori. Un caso di scuola è quello dell'assenza di costi quando un passante dona una moneta ad un questuante. Nella struttura amministrativa corrente appaiono dal lato del prelievo i costi di amministrazione (Equitalia o altro gabelliere con i relativi aggi), nonché la quota di costi fissi della PA e quelli del contenzioso. Dal lato della spesa, quelli relativi alla predisposizione dei bandi di gara, all'individuazione degli aventi diritto ed ancora dell'ulteriore contenzioso. Se nell'ordinamento giurisdizionale italiano fossero state presenti pesanti sanzioni per i "ricorsi temerari", una parte dei costi di trasformazione sarebbero stati ridotti, la Salerno-Reggio Calabria sarebbe completa e i lavori del Colosseo sarebbero cominciati tre anni fa. Mancano studi recenti sui costi di trasformazione. Tuttavia per avere un'idea dell'ordine di grandezza, una onlus ha recentemente reso noto che solo il 75% delle somme raccolte tramite una pubblica sottoscrizione (che, essendo volontaria, comporta oneri minori rispetto al prelievo fiscale) verrà erogato. La gestione, quindi, assorbe un quarto del totale.

Il fenomeno è molto importante. Significa che solo una parte delle somme stanziate a favore di un progetto o di una categoria raggiungerà completamente l'obiettivo prescelto. Più che una variabile temporale la definiremmo variabile burocratica; su cui è possibile intervenire, mentre sul fluire del tempo no, perché secondo San Tommaso il tempo è di Dio.

Ma la variabile tempo è soprattutto decisiva nel processo di attuazione delle opere pubbliche. I ritardi fanno lievitare i costi fino a limiti insostenibili, producendo il fenomeno dei "cimiteri delle incompiute". A Roma abbiamo lo stadio del nuoto di Calatrava e la Nuvola di Fuksas.

Sempre nel campo del governo razionale della programmazione vi sono azioni che si collocano temporalmente prima di altre. Il tentativo di invertire la sequenza significa soltanto arrestarla. Ad esempio, la mancata richiesta preliminare della valutazione di impatto ambientale implica l'interruzione di lavori già iniziati. Altri esempi di dissonanza nella sincronizzazione si hanno nel caso di posa di cavi dopo e non prima della manutenzione stradale o nel mancato coordinamento degli orari di uffici privati e sportelli pubblici, etc. Per alcuni tipi di interventi, invece, la simultaneità genera sinergie, accrescendone l'efficacia. Qui sta l'abilità del programmatore nei limiti consentiti dalla macchina amministrativa, il cui ammodernamento è quindi prioritario.

Un ultimo fenomeno interessante è quello del ruolo dei catalizzatori e dei de minimis. I primi facilitano l'attuazione di un processo senza parteciparvi direttamente: ad esempio la comunicazione e la partecipazione attiva della psicologia di massa di consumatori ed imprese. I "de minimis", termine impiegato dalla UE per indicare le procedure di utilizzo dei fondi strutturali per importi molto piccoli, sono quegli accorgimenti spesso banali per l'attuazione delle procedure amministrative. In Italia le leggi non sono direttamente utilizzabili; richiedono circolari applicative, registrazione alla Corte dei Conti e tutte le indicazioni che ne consentano l'utilizzo da parte degli interessati. Ciò provoca intoppi e ritardi, come ha recentemente rilevato il ministro Del Rio. Una inadeguata stampa dei moduli può rendere temporaneamente inapplicabile un provvedimento urgente. Nella legislazione federale degli Stati Uniti, grazie al gran numero di funzionari specializzati che assistono i membri del Congresso (a proposito del dibattito sul finanziamento pubblico ai partiti!) molte leggi includono nel testo tutta la parte normativa, fino a particolari impensabili come gli indirizzi  e-mail dei singoli uffici.

Programmare non è solo prevedere, ma anche preordinare, selezionando numerose variabili fra loro correlate. A diversità di altre, però, la variabile temporale ha caratteristiche peculiari: è unidirezionale a ritmi costanti. Non può essere percorsa all'incontrario né anticipata o rallentata. Intorno ad essa occorre costruire un sistema organico che massimizzi l'efficacia e minimizzi i costi.

Rimarrebbe una domanda finale: quale dei due Dioscuri che attualmente campeggiano nella politica italiana è il più adatto a dare impulso al citato cronoprogramma? Questo articolo è bifide (a doppia firma). La risposta quindi non può essere univoca. Lasciamo ai lettori indovinare quale dei due esponenti è preferito dall'uno o dall'altro autore.

Venerdì, 3. Gennaio 2014
 

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