Nell'articolo che abbiamo scritto prima del secondo turno delle elezioni francesi abbiamo preso in considerazione il relativo successo del partito di Le Pen con il 31% dei voti. In ogni caso, si trattava di un risultato insufficiente per instaurare un governo di estrema destra. Ma Emmanuel Macron, con meno voti, era convinto che con il sostegno dei partiti di centrosinistra avrebbe potuto formare un governo nel quadro della sua presidenza della Repubblica.
In effetti, si è verificato un risultato incompatibile con questa prospettiva. La strategia di Macron mirava a un risultato elettorale senza una significativa svolta nell'attuale politica francese, soprattutto in politica estera. Ma la seconda tornata elettorale ha cambiato radicalmente il quadro con il successo inaspettato della France insoumise, guidato da Jean-Luc Mélenchon, diventato il primo partito dell’opposizione di sinistra sui 182 seggi ottenuti nel secondo turno elettorale dai cinque partiti dello schieramento di sinistra.Al secondo posto si colloca la coalizione di Macron, Ensemble, formata da tre partiti con 168 seggi.
Il Rassemblement National (RN) guidato da Marine Le Pen e Jordan Bardella ha ottenuto a sua volta 143 seggi. Tuttavia, presentandosi da solo, salvo l’alleanza con gli elettori di Eric Ciotti, RN ha favorito il successo dei partiti avversari che potevano scegliere il candidato con maggiori possibilità di successo nella votazione del secondo turno. In sostanza, ottenendo molti meno seggi di quelli sperati dopo il primo turno, quando ottenne 38 seggi, la metà dei 76 seggi attribuiti. In ogni caso, anche considerando i migliori risultati delle ultime elezioni, le possibilità di passare dal 31 a più del 50 per cento dei voti per acquisire il controllo maggioritario del Parlamento erano praticamente irrealistiche.
Ma la vera novità non è stata solo il successo della sinistra, ma soprattutto il fatto che il partito di Jean-Luc Mélenchon è diventato il primo partito di opposizione - un risultato elettorale che lascia il governo Macron senza una possibile maggioranza parlamentare durante gli ultimi tre anni della sua presidenza. Il nuovo quadro politico non significa che Mélenchon debba guidare l’eventuale nuovo governo. Ciò sarebbe inaccettabile per gli altri partiti della opposizione di sinistra. Il possibile capo di un nuovo governo potrebbe essere una persona proveniente da un diverso partito della coalizione di sinistra.
Ma, in realtà, non è particolarmente importante che possano esservi difficoltà nella scelta del capo di un nuovo possibile governo di sinistra. La cosa più importante è che non ci sarà nessun governo con una maggioranza parlamentare espressione della presidenza della Repubblica.
Il problema principale del prossimo futuro sarà la posizione rispetto alla politica internazionale. La Francia, sotto la guida di Macron, ha stretto una forte alleanza con il governo ucraino contro la Russia. Ma non sarà facile per il presidente della Repubblica mantenere la politica attuale con un nuovo governo. Non è certo che il presidente della Repubblica possa decidere la politica estera anche contro una posizione nettamente diversa della maggioranza parlamentare. Ma a in ogni caso sarebbe molto più difficile.
Non possiamo prevedere cosa accadrà nel prossimo futuro. Ma una cosa è chiara. L'attuale politica in Ucraina ha avuto il sostegno del governo francese. Una situazione diversa da parte di un nuovo governo francese sarà una novità e un inatteso problema per l'Unione Europea. Non significa che si tratti di un ritorno alla posizione di de Gaulle volta a stabilire nuovi rapporti di collaborazione con la Russia. Ma è un fatto che la politica francese è stata profondamente toccata, che si trova in una nuova posizione inaspettata, e che la politica europeabasata finora sulla forte alleanza tra Francia e Germania presenti un nuovo quadro politico.Per molti versi rovesciato dopo l’esito delle elezioni francesi.