La riforma di B.: meno tasse per pochi amici

Oltre la metà dei cittadini non avrà vantaggi (anzi il contrario) e quasi tutti gli altri avranno indietro dal fisco solo una maciata di euro. A guadagnarci davvero sarà meno dello 0,5% dei contribuenti, i più ricchi

"Ridurre le tasse agli Italiani"…Uno slogan diventato "contratto", o viceversa. Ridurre le tasse per cercare di risalire la china dei consensi che inesorabilmente si assottigliano. In ogni caso, non saranno tutti gli italiani a beneficiarne, ma una minoranza. Quelli che se la cavano meglio, o talmente bene da poterne fare perfino a meno.


Le tasse sono un modo ("il" modo) per spostare ricchezza da una categoria all'altra di cittadini. Vediamo un po' come la vuole spostare, il signor B., questa ricchezza.
Non certo verso coloro che guadagnano fino a 15.000 euro l'anno (oltre la metà dei contribuenti). Come spiega nell'articolo qui sotto Ruggero Paladini, a loro dalla riforma fiscale non verrà niente, o al massimo una mancia, come nel caso dei sette euro al mese (sette!) del pensionato da 15.000 euro con moglie a carico. Ma anche chi ne guadagna 20.000 avrà poco da gioire, con 13 euro al mese in più.

B., invece, di euro ne risparmierà 760.000 l'anno: in lire farebbe circa un miliardo e mezzo (125 milioni lire al mese). Ha già detto che li darà in beneficenza, e se l'ha detto ci si può fare sicuro affidamento. (Del resto, è dell'amico Bush la filosofia del "conservatorismo compassionevole"). Ma gli altri miliardari come lui, faranno lo stesso? I casi sono due: se sì, non si vede il motivo di questa riforma; se no, ecco spiegato come viene spostata la ricchezza. Viene spostata verso un piccolo drappello di persone: i contribuenti oltre i 100.000 euro sono 334.000, lo 0,8% del totale. E 100.000 euro sono 200 milioni di lire, quindi siamo ancora tra i "benestanti", non tra i miliardari, cioè quelli che ci guadagnano davvero, il cui numero è così ridotto che quasi si potrebbe fare un elenco nominativo.


Ancora è tutto, però. Perché la copertura finanziaria per questa manovra da qualche parte deve venire. Una parte dei soldi, per esempio, pare che si voglia prendere da quello che si prevedeva di spendere per il rinnovo del contratto degli statali, che così avranno in busta paga qualche euro in più dal fisco, ma meno euro dal rinnovo del contratto. Un'altra parte verrebbe da aumenti a pioggia di bolli, concessioni e tabacchi e da altre simpatiche misure come blocchi delle "finestre" per le pensioni, prolungamento di condoni e via dicendo. A questo bisognerà aggiungere il taglio dei servizi degli enti locali, o l'aumento delle tariffe. Un film che abbiamo già visto e che certamente dovranno rivedere milioni di pensionati e di lavoratori ai quali la riforma  non dà nulla, perché, paradossalmente sono troppo poveri per trarne beneficio.


Intanto, mentre B. è così deciso a fare la sua riforma da mettere sul piatto la minaccia di elezioni anticipate, l'Italia continua a non crescere e a perdere competitività, nonostante i salari più bassi tra i paesi avanzati. Senza dubbio, sarebbero ben altre le cose da fare, come si spiega nell'articolo di Marco Panara. Ma per questo, evidentemente, B. non ha tempo, né tecnici che lo consiglino (se ci provano, sono accusati di sabotaggio), né alleati in grado di farlo ragionare. Di fargli comprendere, per esempio, che è insensato chiedere all'Unione europea di allentare i vincoli del Patto di stabilità (cosa in sé giusta), se questo serve solo per poter accrescere il disavanzo pubblico e quindi il debito che è circa il doppio della media europea.


Dopo la vittoria di Bush pare che molti americani abbiano deciso di emigrare verso il Canada e l'Australia. In Italia l'obiettivo del centro-sinistra - si spera, finalmente unito - dovrebbe essere quello di sloggiare al più presto un governo che, mescolando  ideologia e demagogia, rischia di coprire di ridicolo il paese.

 

Domenica, 21. Novembre 2004
 

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