La proposta indecente e i tempi di Ciampi

Vista la giusta reazione di Prodi e degli altri leader del centro sinistra, si spera che l'assurda proposta berlusconiana di Grande Coalizione sia definitivamente tramontata. Il problema, ora, sono i tempi per l'incarico: l'eccesso di scrupoli istituzionali di Ciampi rischia di essere un errore
Il cavaliere, sconfitto ma non rassegnato, prima ha tirato fuori la contestazione del voto con arrogante livore. Poi, con un colpo di teatro, l'indecente proposta di una Grande Coalizione alla tedesca.

Per fortuna Prodi, e tutto il centro sinistra con lui, hanno immediatamente rifiutato l'assurdo inciucio. Assurdo perché non è possibile governare insieme a chi ha una visione del mondo radicalmente opposta, a parte il fatto che fino a due giorni prima lanciava le accuse più infamanti e i programmi di governo più incredibili. Assurdo anche - e proprio - perché la richiesta arriva insieme a questa contestazione che somiglia tanto a una minaccia.

Sgombrato il campo da ipotesi che, tra l'altro, fanno a pugni con il tanto invocato bipolarismo, resta però la probabilità, in queste ore data per inevitabile, che per l'incarico al nuovo presidente del Consiglio si debba aspettare che si insedi al Quirinale il successore di Carlo Azeglio Ciampi. Lo ha detto a Prodi lo stesso presidente della Repubblica, adducendo essenzialmente due motivi: il primo di correttezza, non sembrandogli opportuno designare un primo ministro che entrerà in carica di fatto con il suo successore; e il secondo per il timore di "ingorghi istituzionali", visto che si addensano nei prossimi giorni insediamento del nuovo Parlamento, elezione del capo dello Stato, elezioni amministrative e referendum costituzionale.

Gli scrupoli di Ciampi meritano il massimo rispetto e testimoniano, una volta di più, il suo rigore morale e la sua imparzialità istituzionale. Ma questa linea di condotta non sembra giustificata dalla preoccupazione per quest'ultimo aspetto, mentre sicuramente rischia di trascurare un aspetto politico di grande rilevanza.

Date le norme attuali, non sembra che possano esserci margini di discrezionalità sulla persona a cui conferire l'incarico di formare il nuovo governo. Romano Prodi e Silvio Berlusconi erano e sono, ufficialmente e formalmente, a capo delle rispettive coalizioni, e l'incarico di formare il nuovo governo va dato al capo della coalizione vincente. Non esistono, come in passato, possibili alternative. Quella di Ciampi non potrebbe dunque essere considerata una discutibile scelta discrezionale, che potrebbe essere diversa se effettuata dal suo successore.

Non meno importante è l'aspetto politico. Siamo reduci da una delle campagne elettorali più aspre della nostra democrazia, combattuta senza esclusione di colpi e fino all'ultimo voto. Una volta che sia noto l'esito della volontà popolare, mantenere in carica per più di un mese, forse addirittura per due, il governo che è espressione della coalizione sconfitta, e che oltretutto mostra di essere restio ad accettare il responso delle urne, è non solo profondamente inopportuno, ma rischia addirittura di essere percepito come un avallo indiretto alle tesi di un paese spaccato e di incerta governabilità. I cittadini sono andati a votare, con una partecipazione che non ha confronti nel mondo, per avere un nuovo governo. E' bene che lo abbiano al più presto.
Mercoledì, 12. Aprile 2006
 

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