Il 16 e 17 dicembre i 27 capi di governo europei hanno approvato una piccola modifica al Trattato, in base alla quale i paesi delleuro possono creare un meccanismo di stabilità al fine di mettere al sicuro la stabilità delleuroarea nel suo insieme, come recita il testo preparato da Frau Merkel e approvato da Sarkozy. LEuropean Stability Mechanism (ESM) prenderà il posto, dal giugno 2013, dellattuale European Financial Stability Facility (EFSF). Nel frattempo Frau nein ha respinto la proposta degli euro-bond presentata da Juncker (presidente dellEurogruppo) e Tremonti, ha respinto la proposta della BCE di aumentare sostanzialmente la dotazione dellEFSF, e sembra disponibile invece ad un aumento del capitale della BCE, la quale è ormai arrivata ad acquistare oltre 72 miliardi di titoli (principalmente greci ed irlandesi) da quando ha iniziato, a maggio di questanno, gli interventi.
Angela Merkel ha sostenuto che lESM dovrà prevedere un costo anche per i creditori dei paesi a rischio (gli ormai famigerati Pigs). Ed i creditori non sono poi altri se non le banche europee, e principalmente quelle tedesche e francesi; insieme hanno circa 315 miliardi di crediti verso Grecia ed Irlanda (61% in Germania) e 705 miliardi comprendendo anche Portogallo e Spagna (55% in Germania). Questa posizione di Frau Merkel, giusta in linea di principio, ha determinato ulteriori fibrillazioni per i titoli dei paesi interessati, con allargamenti degli spread, che hanno interessato anche i titoli italiani, e necessità di interventi della BCE. In quei giorni il Portogallo ha piazzato 500 milioni di titoli a tre mesi, con una domanda quasi doppia, ma con un tasso dinteresse schizzato al 3,4% rispetto allasta di novembre, dove il tasso era all1,8%. Da notare che il rischio di default a tre mesi è inesistente.
Le prese di posizione del governo tedesco potrebbero quindi in futuro determinare delle perdite molto serie per le banche tedesche, e qualora questo accadesse, i costi del salvataggio ricadrebbero sul bilancio pubblico. Cè dunque un problema di miopia? Oppure, secondo unaltra ipotesi, Frau Merkel deve tirare la corda fino allultimo (come è avvenuto con la Grecia), in modo che lintervento in extremis possa essere approvato dalla Corte Costituzionale, in quanto fatto per salvare leuro. O è solo la preoccupazione dellopinione pubblica interna? Nel caso della Grecia si diceva che la Merkel non volesse intervenire prima delle elezioni nel Lander renano; alla fine è dovuta intervenire quasi alla vigilia del voto ed ha perso.
Forse a questi aspetti bisogna aggiungerne un altro: una visione di politica economica che ha radici profonde in Germania, secondo la quale è dal bilancio pubblico che possono venire i guai di instabilità finanziaria. Questa visione trova un preciso riscontro nel Trattato, con lo status di indipendenza totale della BCE, il divieto di acquisto diretto di titoli pubblici, le norme sui disavanzi eccessivi; a questo fu successivamente aggiunto il Patto di Stabilità. Peraltro questa visione non va identificata con il Washington consensus che ha dominato FMI e Banca Mondiale, perché leconomia sociale di mercato prevede un atteggiamento sul mercato del lavoro e sulle relazioni industriali molto diverso, e gli effetti si sono visti proprio nel modo in cui la Germania ha affrontato il problema occupazionale nella crisi degli ultimi anni.
Per quanto riguarda il bilancio pubblico però la convinzione è che lunico bilancio buono sia quello in pareggio. Che i paesi che hanno debiti eccessivi devono fare tutti i sacrifici necessari per rimettere a posto le finanze. Lopposizione alla proposta degli euro-bond infatti si basa sulla tesi che in questo modo si indebolirebbe la determinazione dei governi dei paesi Pigs a rimettere in ordine i conti pubblici. Ma il problema è se i tagli di spesa ed aumenti di imposte che i governi greci ed irlandesi stanno effettuando sono in grado di fermare la crescita del debito e poi invertirne landamento. Il fatto è che le furiose strette ai bilanci determinano una riduzione della crescita del Pil.
Anche supponendo che un punto di taglio del disavanzo generi solo mezzo punto di riduzione della crescita, un semplice calcolo mostra che nel caso greco ed irlandese lavanzo primario (cioè la differenza percentuale tra prelievo e spese, al netto degli interessi sul debito) dovrebbe arrivare a percentuali tra il 12% ed il 16%, e permanere su questi livelli per molti anni. Una cosa del genere non si è mai verificata, nelle politiche di risanamento dei conti di vari paesi europei, come i paesi scandinavi o lItalia, negli anni novanta. Inoltre le politiche restrittive di bilancio in quei casi sono state accompagnate da una svalutazione della moneta, che permetteva un rilancio delle esportazioni, cosa questa impossibile per lappartenenza alleuro.
In queste circostanze la soluzione più ovvia sarebbe quella di una ristrutturazione del debito da parte di Grecia ed Irlanda, che ovviamente imporrebbe un costo alle banche creditrici, ma che sarebbe sopportabile, se lEFSF o il futuro ESM potessero gestire la ristrutturazione (con laiuto del FMI), cosa che non possono fare. Le alternative allora sono due: un default unilaterale o unuscita dalleuro. Leggendo il Trattato in effetti sembrerebbe che luscita dalleuro possa avvenire solo con unuscita dallUnione Europea, ma questo è un problema che dovrà essere affrontato qualora si dovesse arrivare ad una crisi drammatica. Esiste una diversa via duscita? Certamente sì, ed un atteggiamento lungimirante dovrebbe individuarla, nellinteresse stesso della Germania, Francia ed anche del Regno Unito, dove le banche hanno crediti verso i Pigs per 282 miliardi (di euro). Si tratta di porre il tema del rilancio della crescita europea e della diminuzione del costo del debito; in tale modo lavanzo primario necessario a Grecia ed Irlanda per stabilizzare il debito scenderebbe a livelli economicamente gestibili, anche se impegnativi.
La speranza, come è noto, è lultima dea; qualche spiraglio cè ancora; il ministro dellEconomia Schauble (miglior ministro europeo secondo il Financial Times) ha avuto un atteggiamento molto più morbido sugli euro-bond della Merkel; più importante è il fatto che lopposizione socialdemocratica e verde (attualmente in maggioranza nei sondaggi) si sia dichiarata favorevole. Il problema è che eventuali interventi non arrivino troppo tardi.