Immigrati, la fiera della superficialità

Spesso, come in un recente articolo di Ernesto Galli Della Loggia, si fa di tutta l’erba un fascio e ci si scaglia contro l’immigrazione, senza considerare quella parte che svolge compiti ormai indispensabili, come le badanti, sulla irregolarità di molte delle quali – non a caso – si sorvola, evitando interventi repressivi. Bisogna distinguere e riconoscere la cittadinanza quando sussistano motivazioni sufficienti

Ernesto Galli Della Loggia scrive tra altro in un commovente articolo del l’11 febbraio (“Capire chi sono i deboli”): "Per anni decine e  decine di migliaia di persone sono entrate nel Paese contravvenendo a qualsiasi regola, si sono stabilite dove e come hanno voluto o potuto sostanzialmente indisturbate: spesso occupando abitazioni in modo abusivo, lavorando spesso fuori dalla legge, spesso dedicandosi alla malavita." E si schiera contro qualsiasi proposta di modifica alle norme sul riconoscimento della cittadinanza.

Certo, nel fenomeno immigrazione c'è di tutto. Ma ragioniamo sulle proporzioni e le correlazioni. A Roma la grande parte degli occupanti abusivi di abitazione sono italiani; vero che molti spacciatori e prostitute che stanno per le strade sono immigrati; ma chi sono i clienti, se non italiani, anche buoni padri di famiglia insoddisfatti del loro menage coniugale?

La cittadinanza italiana va riconosciuta quando sussistano motivazioni sufficienti.

C'è un altro fenomeno di illegalità enorme che interessa le famiglie nostre associate che combattono con il problema della non autosufficienza: le badanti in nero e irregolari dal punto di vista della presenza nel nostro Paese. Per le famiglie che ospitano in casa un irregolare si tratta di un reato penale. Si ha notizia di qualche intervento repressivo? Per altro scarseggiano le persone disponibili per questo lavoro. Il presidente della Comunità di Sant'Egidio sostiene che ne mancano 50mila.

Occorre una sanatoria. Regolarizzare chi ha titoli e organizzare il rientro in Patria per gli altri; sempre che si sia in grado di farlo. Risulta che ci stia ragionando il ministero degli Interni. E organizzare gli ingressi regolari.

Al tempo stesso regolarizzare i rapporti di lavoro. La nostra associazione ha proposte su tutto questo. Ci si ragioni insieme con tutti i soggetti interessati.

O si vogliono mandare a casa anche le badanti?

(Aldo Amoretti è presidente associazione “Professione in Famiglia”)

Lunedì, 24. Febbraio 2020
 

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