Il tramonto dell’accidente

Il complesso di idee che dal periodo Tathcher-Reagan ha caratterizzato fino ad oggi la politica economica è alla fine del suo ciclo, anche se i sui sussulti riescono ancora ad avere qualche influenza e persino la Sinistra ne è stata contaminata. Ma le differenze rispetto alla Destra affondano le loro radici nel tempo e rimangono tuttora valide

Nel momento in cui scriviamo il programma del nuovo governo e la sua stessa formazione non sono noti. Al di là di queste pur importanti decisioni, però, è certo che il ciclo ultraventennale che a livello mondiale e nazionale ha caratterizzato la politica economica e più in generale una specifica "visione del mondo" volge al termine. Ci auguriamo in maniera definitiva. Ma la contaminazione delle ideologie che lo sorressero non è cessata. Si manifesta in varie forme: dalla accettazione acritica di postulati economicistici alla interpretazione in chiave unilaterale di certi vocaboli, come efficienza, competitività, meritocrazia. Fenomeno a suo tempo previsto nella profetica orwelliana. Gli strascichi della mitologia del mercatismo e dell'individualismo etico si possono cogliere anche in recenti manifestazioni di pensiero. Da Montezemolo che accomuna gli "errori" della sinistra a quelli della destra, alla riscoperta di tematiche ottocentesche da parte del nuovista Renzi, alle dotte elucubrazioni degli opinionisti del refolo (quelli che mutano atteggiamento al minimo manifestarsi di un refolo di vento in una certa direzione politica), per giungere fino ai risultati di un recente sondaggio secondo cui un italiano su 5 è indifferente rispetto all'alternativa fra democrazia e dittatura.

    

In altri articoli avevamo osservato singolarità e incongruenze di quel complesso di idee del periodo Tathcher-Reagan che, paradossalmente, ha segnato le politiche di Clinton e in parte addirittura del più recente Obama e che, in Italia, ha toccato la sua apoteosi nella versione alla amatriciana del berlusconismo. Ma la contaminazione intellettuale - frutto di decenni di pensiero unico, in parte suffragato dal crollo delle esperienze totalitarie dell'Europa dell'Est - ha ampiamente coinvolto, per quanto riguarda presunti dogmi del neo-liberismo, anche settori certamente non etichettabili come "destra". Vogliamo alludere ad esponenti del Pd e, a livello mondiale, la dirigenza della Repubblica Popolare Cinese.

    

Riflettendo ora sulle prospettive del ciclo economico, sociale e politico che dovrebbe aprirsi al termine della grande crisi mondiale e della crisi non solo economica, ma anche morale e istituzionale del nostro Paese, dovremmo porci un interrogativo sostanziale: la distinzione fra Sinistra e Destra è ancora valida? Le opinioni sono, come risulta da dichiarazioni o scritti correnti, molto diverse fra loro: citiamo alla rinfusa: Panebianco, Ostellino, Mieli, Rampini, Renzi.

 

Esistono, a mio avviso, presupposti essenziali che distinguono nettamente le posizioni che per una consuetudine parlamentare ottocentesca si chiamano "di Sinistra" da quelle che si chiamano "di Destra".

    

Incominciamo da quelli di Destra, che affondano le loro radici lontane in alcune correnti protestanti del Cinquecento e del Seicento, nonchè nelle proteste contro lo strapotere dello Stato monarchico (il Leviatano di Hobbes). Questa Weltanschauung ha trovato la sua sistemazione intellettuale tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Negli anni '50 è stata rispolverata dalla Scuola di Chicago e per qualche decennio ha caratterizzato il governo dell'economia e della finanza praticamente in tutto il mondo, sino all'attuale precipizio.

 

Si pone l'accento in primo luogo sull'individualismo etico che ci porta all'individualismo economico. Ne discende la superiorità della cosiddetta economia di mercato, che (erroneamente, come vedremo) si riallaccerebbe ai modelli della concorrenza perfetta di Walras e di Pareto. In linea generale l'impresa privata sarebbe più efficiente di quella pubblica, per il controllo del saggio di profitto e della pressione esterna della concorrenza in termini di costi e prezzi. Conseguentemente, come affermano i teorici nordamericani più radicali, lo Stato, in economia "è il problema e non la soluzione". Alcuni corollari sono pressocchè inevitabili. Il mercato del lavoro è regolato in termini privatistici, con libera contrattazione fra le parti. Al preteso slogan di Sinistra " spendi e tassa" si contrappone quello di Destra "meno spendi e meno tassi". La stessa progressività dell'imposizione viene accettata con molte riserve, perché potrebbe ridurre la propensione agli investimenti produttivi di ricchezza e mortificare i cosiddetti "animal spirits". Infine l'avanzamento nelle carriere e negli impieghi avviene attraverso un darwinismo selettivo basato sulla "meritocrazia". 

 

Non vi è chi non constati che alcune schegge importanti di questo filone di pensiero hanno per così dire infettato i programmi della Sinistra riformista. Le cui basi di partenza, peraltro, sono molto differenti e trovano semmai elementi di convergenza con la piattaforma etica su cui poggia la dottrina sociale della Chiesa.

    

L'individuo è innanzi tutto un animale sociale. La competizione va accompagnata dal principio della solidarietà. Ciò implica importanti conseguenze in termini di politica economica. Sinergie, costi congiunti, pari opportunità sono criteri dai quali la Sinistra non può prescindere. L'efficienza dell'impresa privata non è un postulato, ma un fenomeno da sottoporre a verifica fattuale, sotto il duplice punto di vista del mercato (la misura dell'incapacità è costituita dai fallimenti che colpiscono meno i protagonisti e più le loro vittime) e dell'utilità sociale (cfr. quell'art. 41 della Costituzione che, non a caso la Destra italiana voleva modificare).

    

All'impresa pubblica vengono riservati  ruoli specifici: soddisfare bisogni incapaci di esprimersi monetariamente per carenze reddituali; produrre beni non prezzificabili perchè a utilità diffusa; ridurre diseconomie esterne, che si rispecchiano nei costi delle stesse imprese private. Gli esempi sono noti: magistratura, polizia, ricerca di base, scuola, grandi infrastrutture, difesa del territorio. Ovviamente anche l'impresa pubblica richiede efficienza gestionale, resa più difficile dalla difficoltà di calcolo monetario degli obiettivi (ad esempio la morale pubblica).

    

La stessa natura dei contratti, importante per il mercato del lavoro, è diversa se vista da destra o da sinistra. La Sinistra evidenzia le asimmetrie nella contrattualistica nei rapporti di impiego che presenta spesso fenomeni di patti leonini, non fosse altro che per il diverso "potere di attesa" dei due contraenti.

    

Lo stesso modello matematico da cui la Destra economica pretende di ispirarsi (quello dell'equilibrio libero-concorrenziale) è molto più "a sinistra" di quanto si creda, perchè implica l'eguaglianza dimensionale degli operatori, il che presuppone una equidistribuzione delle risorse o in partenza o al termine del processo di riequilibrio. Anche il significato del termine "meritocrazia" non è scontato. Va riferito ad una scala di valori. In una società guerriera i migliori sono i più abili combattenti; in una mercantile, gli imprenditori più ricchi e più astuti; in una religiosa, i santi; in una scientifica, i ricercatori più prestigiosi. D'altra parte, come osserva Federico Rampini nel suo ultimo libro, sarebbe ben strano che da una crisi mondiale provocata dall'uso prolungato ed eccessivo delle ricette di destra si uscisse in modo omeopatico, e non da sinistra.

 

I punti cardine della Sinistra non sono cambiati, se non tecnicamente, da un secolo a questa parte. Essi potrebbero contribuire a determinare i paletti entro i quali si possono muovere i riformisti di sinistra per un programma di governo: redistribuzione dei redditi, da attuare mediante un'armonica politica fiscale, lasciando campo però alla competizione dei migliori; difesa di classi e persone più deboli;  ruolo del settore pubblico nella ricerca di base, nell'assistenza sociale, nella copertura dei costi costanti collettivi, nella imposizione di regole e nei controlli sulla loro applicazione. Un ruolo importante viene riconosciuto al Terzo settore. Le tassazione sulle persone viene preferita a quella sulle cose, ritenuta tendenzialmente regressiva. Vi sono dunque provvedimenti sui quali sinistra moderata e forze centriste di ispirazione cattolica tendenzialmente convergono, quali la flexicurity, la normalizzazione del precariato, la stabilizzazione del sistema pensionistico, la lotta all'evasione e all'elusione.

 

Mentre scriviamo il prossimo futuro resta ancora indefinito. Certamente però sta scomparendo il lugubre corteo dei protagonisti di una stagione da dimenticare, come la Gelmini, esangue anche nel cognome, lo (s)tornellatore Brunetta, il ministro dell'Economia, con i suoi toni da trageda scespiriano ("è giunto il momento di mettere il pane al posto delle pietre e gli uomini al posto dei lupi") e il capo-comico di questo Circo Barnum, lo Sbirulino che ha calcato le scene della politica estera riscuotendo il successo che è sotto gli occhi di tutti. Per usare la lingua talora impiegata dall’ex presidente del Consiglio: et de hoc satis.

Martedì, 15. Novembre 2011
 

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