Il bilancio (per ora) è aggiustato, sul futuro ombre e qualche luce

E’ stata una vera manovra correttiva, basata quasi tutta sulle entrate (6,2 miliardi su 7,6). Ma il problema si riproporrà tra qualche mese: la nuova manovra dovrà essere di circa 40 miliardi. Un aiuto viene dalla fatturazione elettronica, che avrà effetti positivi anche sulle imposte dirette. Nel quadro generale, rischi dalla congiuntura ma anche qualche possibile fattore positivo

Come già avvenuto alla fine dello scorso anno in sede di presentazione della legge di bilancio 2019, il governo in extremis è riuscito ad evitare per la seconda volta la procedura d’infrazione sul debito, che la Commissione europea si apprestava a formalizzare. L'aggiustamento di bilancio da 7,6 miliardi di euro, appena deliberato, è una vera manovra correttiva che ha riportato il deficit pubblico dal 2,5% al 2,04% del Pil, in conformità con l’obiettivo previsto dalla legge di bilancio 2019. Inoltre la lettera inviata da Conte e Tria alla Commissione contiene rassicurazioni di un “miglioramento strutturale” anche per il 2020.

I 7,6 miliardi di aggiustamento, corrispondenti allo 0,42% del Pil, sono rappresentati per circa 6,2 miliardi da maggior gettito, dovuto a maggiori entrate fiscali per 2,9 miliardi, più contributi per 0,6 miliardi e altre entrate relative a dividenti dalla Banca d'Italia e dalla Cassa Depositi e Prestiti per 2,7 miliardi.

Le maggiori entrate fiscali per 2,9 miliardi includono a loro volta più gettito IRPEF per 0,4 miliardi, maggior gettito IVA per 0,35 miliardi, più entrate per giochi e lotterie per 0,2 miliardi ed inoltre altre entrate per circa 1,9 miliardi, in gran parte determinate dalla definizione della lite tributaria con il gruppo Kering-Gucci.

Inoltre sono previsti risparmi di spesa per 1,5 miliardi, derivanti dal minor utilizzo di risorse iscritte in bilancio per reddito di cittadinanza e quota 100. Il “congelamento” di tali risorse è avvenuto tramite un decreto legge ad hoc.

Il problema dell’equilibrio dei conti si riproporrà fra qualche mese con il varo della manovra 2020, che prevede – secondo quanto ripetutamente affermato dai leader della coalizione – sia il disinnesco delle clausole di salvaguardia su IVA e accise per ben 23 miliardi sia il varo della flat tax sui redditi più bassi, che dovrebbe valere circa 15 miliardi, oltre alla conferma di quota 100 e reddito di cittadinanza. Siccome non c’è due senza tre, è probabile che assisteremo a un nuovo braccio di ferro tra governo e Commissione, nel frattempo cambiata, e staremo con il fiato sospeso fino all’ultimo.

Ma come arriveremo all'autunno? Da una parte ci sono fattori di rischio, dall'altra elementi di cauto ottimismo.

I primi sono legati soprattutto al deterioramento dell'economia globale, che si è accentuato a causa alle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina, al rallentamento dell'economia americana e alla recessione in Germania. Chiaramente questo si ripercuote anche sull’Italia, che non uscirà per tutto il 2019 dalla stagnazione e anzi rischia di cadere in recessione sulla scia della Germania.

Ci sono però anche elementi di cauto ottimismo, o quanto meno di speranza, a rendere il quadro meno grigio. Il primo di questi elementi è la pronta risposta alle minacce recessive da parte delle banche centrali, a partire dalla BCE di Draghi, che hanno deciso di prolungare l’espansione della liquidità, rimandando a data da destinarsi il rialzo dei tassi d'interesse e così innescando la reazione positiva dei mercati.

Un altro elemento di moderato ottimismo, a livello europeo, può derivare dalle designazioni di Christine Lagarde alla presidenza della BCE, da cui ci si aspetta una sostanziale continuità della politica di Draghi. Quanto alla tedesca Ursula von der Leyen, designata alla guida della Commissione, secondo alcuni potrebbe forse comportare un'assunzione di responsabilità da parte tedesca nel trainare l'integrazione europea. Chiaramente è troppo presto per dirlo e occorrerà aspettare la composizione e gli obiettivi della nuova Commissione, ma, se la recessione morde, anche i tedeschi si dovranno pur dare una mossa!

Tornando all’Italia, nonostante il macigno del debito continui a pesare drammaticamente, segnali positivi sui nostri conti pubblici derivano dal maggior gettito fiscale dovuto all'introduzione della fatturazione elettronica. Secondo le stime dell’istituto di ricerca Ref, un maggior gettito Iva di 3,5 miliardi su base annua, dovuto alla fatturazione elettronica, può avere effetti positivi anche sulle imposte dirette, traducendosi in 7-8 miliardi di aumento strutturale delle entrate nel 2020. Miliardi che servirebbero a coprire parte della flat tax o a contribuire a disinnescare le clausole di salvaguardia.

Altro importante segnale positivo proviene dalla riduzione dello spread dopo la mancata procedura d’infrazione, con conseguenze positive sul costo del debito. E’ da auspicare in proposito che non vengano nuove improvvide minacce di Italexit da parte di esponenti dei partiti di governo. Sempre secondo il Ref, senza l'aumento dello spread avvenuto dopo le elezioni del 4 marzo 2018 saremmo già vicini al pareggio di bilancio.

Sarà da questi elementi positivi che Tria dovrà partire per costruire una manovra 2020 che si preannuncia molto onerosa, dell’ordine di 40 miliardi se verranno mantenute tutte le promesse.

Sabato, 13. Luglio 2019
 

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