Gli ultimi trucchi

Mentre scriviamo non si sa ancora che esito avranno le convulsioni della maggioranza, ma in ogni caso è probabile che si voti entro l'anno. Intanto aumentano i conti che bisognerà saldare
La maggioranza che sostiene il governo Berlusconi agonizza fra trucchi e convulsioni, mentre il presidente del Consiglio gioca la sua partita di poker sempre convinto di avere un asso nella manica. Mentre scriviamo non si sa ancora l'esito immediato che avrà questo bailamme.
L'esito a breve termine, almeno, perché quello a medio termine appare segnato: se anche Berlusconi non si dimetterà, o se ci sarà un "Berlusconi-bis", è difficile che il Cavaliere possa mangiare il panettone a Palazzo Chigi. A meno che non rinunci a quelli che ha sbandierato come punti qualificanti del suo ultimo anno di governo: un altro taglio dell'Irpef, la riforma (chiamiamola così…) costistituzionale, con premierato forte (anzi, incontrollato) e iper-federalismo (anzi, frantumazione del paese); e la legge salva-Previti, naturalmente, per la quale il tempo ormai stringe.
E che finanziaria potrebbe varare, questa maggioranza? Non certo quella che dovrebbe evitare lo sfondamento dei limiti di Maastricht, e magari nella stesso tempo fare qualcosa per arrestare il declino della nostra competitività (a proposito di quella che il premier definisce un'invenzione della stampa comunista: nel quarto trimestre 2004 le esportazioni sono aumentate dello 0,8% in media per i paesi dell'Ocse; per l'Italia, sono scese dello 0,5). Insomma, se non si vota subito, a giugno, si voterà quasi certamente entro l'anno.
Di certo Berlusconi non ci farà annoiare con le sue invenzioni. Nelle ultime ore, per esempio, ha inventato un documento "di garanzia" (per lui) da far firmare a Follini, per impegnarlo a sostenerlo comunque e non mettere in discussione la sua leadership. Era un documento sui punti principali del programma di governo? Ma no, solo una sorta di "scrittura privata". Magari se Follini non lo rispetta Berlusconi gli chiede i danni chiamandolo a un arbitrato di fronte a qualche ricco notaio d'affari. Del resto, tutto ha un prezzo, no?
I prezzi di questo governo, purtroppo, li stanno pagando i cittadini italiani e altri ne dovranno pagare dopo che se ne sarà andato, per riparare i danni. Uno degli articoli che pubblichiamo spiega l'ennesima prodezza, che può ben valere come esempio: per far cassa e tamponare in extremis i conti pubblici, a fine 2004 è stato varato un decreto che fa scempio degli immobili degli enti pubblici, per di più riconoscendo ai gruppi finanziari privati coinvolti un rendimento dell'investimento che solo gli strozzini, di questi tempi, riuscirebbero ad ottenere. Non avremmo mai pensato che si poteva far peggio dell'indimenticato Paolo Cirino Pomicino.
Mercoledì, 20. Aprile 2005
 

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