Esorcismo per un trionfo

Le elezioni sono andate bene, anzi benissimo. Ma questo non deve far sottovalutare almeno quattro punti importanti, pena una possibile delusione alle politiche del 2006

E' andato bene il voto regionale, anzi benissimo. Berlusconi sconfitto e sbigottito. Ma, assaporata la vittoria, è bene rimettersi subito al lavoro. Anche perché c'è da esorcizzare un fantasma, un vecchio fantasma fastidioso.

Più di una volta, in passato, le elezioni amministrative segnavano una forte avanzata dell'opposizione. Ma poi arrivavano le politiche e tutto restava come prima, inaspettatamente la maggioranza di governo veniva confermata.

Certo, da allora è cambiato tutto. E' cambiato il sistema istituzionale e quello elettorale, sono cambiati i partiti. Che cosa potrebbe far aleggiare di nuovo quel fantasma?
La vittoria sembra - ed è, in effetti - schiacciante. Oltre due milioni di voti guadagnati dal centro sinistra rispetto alle regionali del 2000, quasi altrettanti persi dal Polo. L'Unione guadagna voti in tutte le Regioni (e più di tutti in Lombardia, nonostante la sconfitta), e simmetricamente il Polo ne perde dappertutto. Però…

Forza Italia resta al 20%. Il partito-azienda di Berlusconi scende nettamente, ma - considerando anche i voti andati ad alcune liste personali di candidati forzisti - rimane intorno al 20%, cioè più o meno quanto i Ds. Nonostante quasi quattro anni del peggior governo della storia della Repubblica, non c'è stata la dissoluzione, c'è stato un forte calo che lascia però il partito del premier nelle condizioni di tentare un recupero. E comunque, più di 12 milioni di italiani hanno dato ancora il voto al centro destra.

La lega tiene, anzi sale. Il partito più becero dello schieramento politico non dà segni di cedimento: in Lombardia è al 16%, in Veneto al 14,7, ma bisogna considerare lo stupefacente 6% del leghista di complemento Giorgio Panto. Non si riesce a capire come possa ancora raccogliere tanti consensi, ma è appunto questo il problema: a volte i risultati delle elezioni non hanno niente a che fare con la logica.

Un segnale a cui rispondere. Non c'è dubbio che 13 a 2 sia un risultato clamoroso, ma quelle due sono Lombardia e Veneto, cioè due Regioni tra le più avanzate dal punto di vista economico. Due Regioni dove c'è un ceto produttivo che dovrebbe guardare più a come si governa che al fantomatico pericolo comunista disperatamente agitato da Berlusconi. Eppure, nonostante la gestione sconsolante del premier, il Polo ha mantenuto la maggioranza, anche se arretrando. E' vero che in entrambi i casi erano in gara Governatori molto popolari, e pur sempre per loro innanzitutto si votava. Ma l'Unione sbaglierebbe se non facesse uno sforzo particolare per inserire nel suo programma, e propagandare con convinzione, elementi mirati specificamente a conquistare gli elettori di queste due Regioni. La semplificazione burocratica, per esempio. E magari un maggior controllo sulla qualità della spesa di alcune Regioni del sud. La solidarietà fiscale è sacrosanta, ma se io sono un contrubutore netto e continuo a leggere sui giornali dei disastri dell'amministrazione siciliana, magari in un accesso di rabbia continuo a votare Lega.

L'eccesso di sicurezza nell'Unione. Dopo un successo così schiacciante, c'è il rischio che si possa dare per scontato il risultato del 2006. E che si cominci, magari, a fare manovre all'interno del centro sinistra per preparasi il miglior posto al sole possibile dopo l'inevitabile vittoria, dimenticando che non si vende la pelle dell'orso prima di averlo preso. Il  rischio che ci si concentri in un risiko tutto interno al centro sinistra, sottovalutando quei 12 milioni di voti che dicono che il Polo, ancora, è tutt'altro che morto e dimenticando che tra amministrative e politiche spesso i risultati sono cambiati.

Il fantasma delle amministrative sarà solo un fantasma, ma potrebbe essere ancora in giro. Speriamo che questo piccolo esorcismo funzioni.

Giovedì, 7. Aprile 2005
 

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