Congiuntura, il miracolo possibile

Tutte le previsioni ci vedono in pesante recessione. Eppure, una serie di fattori, alcuni dei quali imponderabili come l’effetto annuncio e il mutamento delle aspettative, autorizzano ad azzardare una ipotesi controcorrente

Le previsioni che si vanno accumulando per quanto riguarda il futuro andamento dell'economia italiana danno funebri rintocchi. La gentile signora Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, prevede un calo fra il 2 e il e il 2,2% nel 2012 e un altro 0,6 nell'anno successivo; l'Ocse sostanzialmente concorda; la Banca d'Italia, un po' meno pessimista, ritiene comunque probabile una diminuzione superiore all'1%; la Marcegaglia in base alle proiezioni del suo Ufficio Studi ritiene che il Pil diminuirà dell1,5% e la produzione industriale ancor di più con pesanti riflessi occupazionali.

    

Frattanto il Paese è percorso da fremiti protestatari, più o meno artificialmente sostenuti da manine apparentemente nascoste, ma non per questo meno evidenti. Basti pensare che quando il Titanic dell'economia italiana virava diritto verso l'iceberg di una crisi finanziaria forse irrecuperabile, pilotato da un'allegra brigata di nani e ballerine, le varie categorie oggi così vivacemente contestatrici erano appisolate in un chiuso mutismo, quando non facevano parte di elettorati plaudenti. Anche i forconi siciliani respiravano felici il profumo dei cannoli di Cuffaro che non aveva ancora indossato il pigiama a righe.

 

Il tempo, dunque, sembra volgere decisamente al brutto. Gli effetti delle liberalizzazioni dovrebbero impiegare un certo tempo, almeno un paio d'anni prima di acquisire una decisa forza d'urto, sempre che non siano smussate da emendamenti parlamentari. I lettori di questi rivista ricorderanno che chi scrive contestò a suo tempo le opinioni di pensosi economisti, non solo italiani, che davano per superata la crisi del 2008 e per scontata l'assenza di una doppia recessione. Qualcuno ricorderà - non certo gli immemori di quella stampa che sotto l'etichetta di libero maschera il più sfacciato servilismo - le grida di giubilo di ministri del caro estinto governo precedente che vedevano in occasionali dati mensili di aumento della produzione industriale i sintomi della ripresa.

    

Ebbene, correndo il rischio di essere altrettanto platealmente smentito, ritengo che nel terzo trimestre dell'anno in corso l'economia italiana possa incamminarsi in un sentiero di sviluppo e che le previsioni negative non si verificheranno. Elencherò una serie di argomentazioni a sostegno di questa tesi che non esito a ritenere azzardata e sostanzialmente controcorrente. Esse sono: il peso del cosiddetto effetto annuncio (announcement effect); il mutamento delle aspettative; la selezione naturale dovuta alla crisi economica e alla lotta all'evasione fiscale, selezione che tende a favorire le imprese più efficienti e dinamiche; il ruolo delle innovazioni già presenti nei laboratori e nei gruppi di ricerca; il potenziale apporto di capitali esteri, provenienti dai BRIC; l'auspicato consolidamento del debito greco, con il che tutto potrebbe tornare dove è cominciato, sia pure a caro prezzo; l'attenuarsi della competitività dei Paesi emergenti, per la lievitazione dei prezzi delle materie prime e del costo del lavoro.

 

Mentre scriviamo non sappiamo se e quanto delle liberalizzazioni sopravviverà alle guerre delle categorie ed agli emendamenti partitici. E' comunque certo che gli effetti di questa parziale eliminazione di barriere oligomonopolistiche esplicherà i suoi effetti solo nel medio periodo. Probabilmente più efficace la semplificazione burocratica. Abbiamo visto in TV una comica fantozziana con uno pseudo-ministro che incendiava un muro di leggi a suo dire abolite. Ci auguriamo che questa volta si faccia sul serio. E' comunque probabile che agisca l'effetto annuncio. Le stesse reazioni delle categorie possono essere viste sotto un profilo positivo, come legittimo segnale di allarme. Esse susciteranno le controreazioni della maggioranza silenziosa degli utenti che, nei vari settori colpiti o liberalizzati, è di gran lunga prevalente.

 

Il mutare delle aspettative è fenomeno difficilmente prevedibile. L'opinione pubblica italiana da questo punto di vista è molto volatile; ma la fine dei governi Ridolini e l'avvento di una dirigenza sobria e competente può produrre stimoli favorevoli. E' altamente probabile, invece, che la lotta all'evasione condotta con maggiore buona fede e con strumenti molto incisivi dia frutti in tempi brevi, sotto forma di "autopentimenti" nelle dichiarazioni dei redditi di metà anno. Questa massa di manovra potrà favorire le imprese o alleggerire la pressione fiscale sui redditi medi, aumentando la domanda globale; o, meglio, operare in ambedue le direzioni.

 

Nel più assoluto silenzio degli opinion makers si sono andate sviluppando nel nostro Paese una serie di innovazioni, anche di carattere strategico. Si tratta del lavoro geniale di un folto gruppo di ricercatori entusiasti, anche se mal pagati. Molte di queste innovazioni sono già sulla soglia dell'applicazione industriale. Del resto - sempre all'insaputa dei massmedia, troppo occupati nel gossip quotidiano - le tecnologie italiane toccano già punte di eccellenza nell'energia geotermica, nella robotica industriale (siamo secondi nel mondo), nelle piattaforme petrolifere giganti e in molti altri campi, dagli acciai speciali ai semiconduttori, ai nuovi materiali. E' vero che, come afferma il ministro Clini, abbiamo perso il treno dell'auto ibrida; ma, contrariamente a quanto egli ritiene, stiamo rapidamente recuperando nel settore delle innovazioni nella produzione di pannelli fotovoltaici. Appare pertanto improvvido il provvedimento del governo che blocca iniziative già programmate in questo campo.

    

La proposta governativa di società semplificate per i giovani (che dovrà avere un'applicazione prudenziale per parare l'afflusso di malavitosi e avventurieri) potrebbe favorire le start-up dei ricercatori. Ma il provvedimento ai fini della sua efficacia pratica appare monco. Con gli attuali criteri bancari di concessione dei fidi, una società con un euro di capitale avrebbe come cifra massima un'apertura di credito di 60 centesimi.... Negli Stati Uniti e in altri Paesi vige la prassi dell'affidamento su brevetti, previa valutazione di un comitato tecnologico e di esperti di marketing. Negli Anni '60 fu condotto un esperimento di questo tipo presso l'Imi, con risultati soddisfacenti. Il problema merita di essere affrontato con molta serietà.

 

Un altro elemento positivo può essere costituito dall'afflusso di capitali esteri: il provvedimento sulla semplificazione potrebbe giovare. Del resto i capitali cinesi hanno già rinsanguato delle aziende di punta, come la Ferretti. In qualche caso (Termini Imerese) sono stati frenati per fare un favore al dott. Marchionne in cambio di promesse non ancora realizzate. Altre esperienze interessanti si stanno materializzando. A Torino si è creato, in collaborazione con il Politecnico, un centro di ricerca sulla automotive che opera in parallelo con l'analogo centro in Cina. A Prato un accordo italo-cinese dovrebbe dar vita a un centro di ricerca avanzata nel tessile, promosso dalla Regione e avversato dagli industriali locali. Queste iniziative potrebbero preludere ad un massiccio afflusso di investimenti dal Paese asiatico. Andrebbero però irrobustite da un avallo governativo, come un viaggio in Cina del prof. Monti, dopo la prolungata e singolare assenza dell'ex premier Berlusconi, che almeno in questo caso si è distinto fra i capi di Stato dei grandi Paesi europei.

    

Per quanto concerne gli effetti sulla ripresa della soluzione dei problemi del  debito greco, l'Italia non può fare altro che quello che consigliò il comandante di un aereo che stava precipitando ai suoi passeggeri: "pregate".

 

Per quel che riguarda la concorrenza internazionale sarà positiva la lievitazione del costo del lavoro nei Paesi emergenti, per la nascita di un sindacalismo attivo (anche in Cina). Ciò renderà la loro produzione meno competitiva e si ripercuoterà sulla domanda di prodotti tipicamente europei e italiani. Analoghe considerazioni valgono per i flussi turistici, che producono effetti di trascinamento.

 

Ma il nocciolo della soluzione consiste nell'affiancare alla domanda esterna un aumento di quella interna con trasferimento di redditi da evasori a categorie con alta propensione al consumo. La previsione di ripresa è legata all'ipotesi che il governo rimanga in carica, magari sostenuto da maggioranze meno ampie ma più omogenee per una possibile scissione del maggiore Partito della destra, che già trova riscontro nella sistematica  assenza dalle sedute di circa 70 deputati.

    

Se questa previsione risulterà errata - con qualche probabilità, perché formulata da un economista e per di più in disarmo - vorrà dire che ho subito una metamorfosi: da gufo ad allocco. Non mi resterà allora che cospargermi il capo di cenere, coprirmi il volto con un lembo della toga e chiudermi per qualche tempo in un dignitoso silenzio. Oppure vi spiegherò domani perché non è successo oggi quello che avevo previsto ieri.

Giovedì, 2. Febbraio 2012
 

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