Curereste uninsolazione con gli antibiotici? Un colpo di sole fa aumentare la temperatura del corpo, proprio come uninfezione. Ma mentre per questultima quelle medicine sono indicate, sullaltra alterazione sono del tutto inefficaci e dunque non fanno bene allorganismo.
Laumento dei tassi dinteresse che il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha annunciato come possibile in aprile rischierebbe di essere un antibiotico contro linsolazione. Di recente linflazione in Europa ha dato segni di risveglio, salendo oltre la soglia del 2% che la Bce considera appropriata. La Banca centrale ha rivisto le previsioni sullaumento dei prezzi nel 2011 rialzandole di mezzo punto, da un tasso centrale dell1,8% a uno del 2,3 (media in una forbice del 2-2,6%). Ma da che cosa dipende questo rialzo?
Le tabelle dei dati diffusi recentemente dallOcse (relativi a gennaio) mostrano una risposta evidente. Nellarea euro, rispetto a un anno prima, i prezzi dellenergia sono aumentati del 12,3% (contro il 7,3 degli Usa e l8,4 della media Ocse). Linflazione è arrivata così al 2,3%, ma i prezzi degli alimentari sono saliti solo dell1,5% e quelli di tutti gli altri capitoli appena dell1,1. E questultimo il dato significativo per landamento delleconomia: significa che, a livello del settore produttivo, non ci sono tensioni sui prezzi né surriscaldamento. In altre parole, la ripresa è ancora debole: e non potrebbe essere altrimenti vista lelevata disoccupazione e il basso utilizzo della capacità produttiva. Un rialzo dei tassi, dunque, potrebbe paralizzare del tutto la già fragile ripresa.

Legenda: L'acronimo HIPC indica l'indice dei prezzi armonizzato a livello europeo. NEIG sta per "non-energy industrial goods", merci industriali senza quelle dell'energia
Ma Trichet non lo sa? Ovviamente sì. Ma sappiamo da tempo quale sia il pericolo che il presidente della Bce considera assolutamente prevalente: laumento dei salari. Trichet teme che, a prescindere dalle sue cause, laumento dellinflazione generi rivendicazioni salariali (in Germania inizia la stagione contrattuale), innescando, nella sua visione, una perniciosa spirale prezzi-salari-prezzi. E quindi tira le briglie (o meglio, al momento minaccia solo di farlo) sul collo delle aziende.
Ma allora, non bisognerebbe fare nulla contro i prezzi che salgono? In effetti qualcosa bisognerebbe fare, ma qualcosa di molto diverso da un aumento indiscriminato dei tassi. I quali sono bassi in modo anomalo, perché sono negativi in termini reali: negli Usa sono a zero contro uninflazione dell1,6%, in Europa all1 contro il 2,3 di inflazione. Significa che le banche invece di pagare per farsi prestare i soldi ci guadagnano. Questa situazione deriva naturalmente dalla crisi scoppiata nel 2008: quasi tutte le banche del mondo erano tecnicamente fallite e senza lintervento delle banche centrali leconomia mondiale sarebbe crollata come le Torri gemelle. Le Banche centrali allora si sono messe a finanziare le banche per permettere loro di ricostituire il capitale, e infatti tranne eccezioni già dal 2009 le grandi banche hanno chiuso i bilanci con utili record.
Naturalmente ci sono state conseguenze collaterali. La massa monetaria è raddoppiata negli Usa e aumentata di un terzo in Europa. Questa enorme liquidità, oltre ad essere potenzialmente rischiosissima per linflazione, ha cominciato a spostarsi in cerca di impieghi remunerativi. Si è esasperato il fenomeno del carry trade, che consiste nel prendere in prestito il denaro dove costa zero o sottozero per andare ad impiegarlo dove i ritorni sono più consistenti. E accaduto così che le valute dei paesi di nuova industrializzazione quasi immuni dalla crisi, dal Brasile al Far East, si sono rivalutate enormemente per il forte afflusso di capitali; le Borse hanno recuperato le perdite del dopo-crack tornando vicine ai massimi; i prezzi di alimentari e materie prime, dal grano al mais al caffè, dai metalli preziosi al petrolio, hanno fatto registrare aumenti stellari, raddoppiando o in qualche caso triplicando. Molti economisti affermano che non si tratta di speculazione, ma di andamenti provocati da fattori strutturali: la maggiore richiesta di cibo e di qualità superiore da parte dei paesi usciti dalla povertà, fenomeni naturali come siccità e inondazioni, tiraggio sulle materie prime di quella parte del mondo dove la crescita prosegue robusta. Tutto vero, ma i prezzi non sarebbero saliti così tanto se non ci fosse stata in gito tutta questa liquidità gratuita in cerca di impieghi.
Eppure una cosa da fare ci sarebbe. Magari non risolverebbe tutti i problemi e non curerebbe tutti i mali, ma certo sarebbe fondamentale per evitare il dilemma se aumentare i tassi per combattere linflazione o tenerli bassi per non strozzare la ripresa. Bisognerebbe separare nettamente lattività di prestiti alleconomia da quella di investimento. Non è una grande scoperta: è quello che era stato fatto dopo la Grande crisi del 29 (le cui cause non erano poi troppo diverse da quella del 2008), è quello che aveva proposto lex presidente della Fed, Paul Volcker, in qualità di consigliere di Obama, e che poi è stato solo molto parzialmente accolto nella riforma finanziaria Usa. Se le due attività fossero nettamente separate, il costo del denaro per chi presta alleconomia potrebbe rimanere bassissimo, mentre per tutti gli altri dovrebbe essere nettamente aumentato, in modo da combattere le bolle che stanno danneggiando il mondo.
E perché non si fa? Perché la lobby della finanza, da tempo la più potente del mondo, non vuole: vuole continuare ad usufruire delle protezioni per chi svolge un ruolo fondamentale nelleconomia (cioè presta al sistema produttivo) e nello stesso tempo avere mano libera per le scorrerie finanziarie che in questo modo generano ingenti profitti e soprattutto ingenti bonus per quel pugno di persone che guidano questa danza insensata. Finché le cose andranno così, la conseguenza sarà quella così chiaramente esposta da Trichet: i salari non devono aumentare.
Questo articolo è stato pubblicato anche su Repubblica.it