Il 22 luglio 1987 la Rai trasmise il film di Giuliano Montaldo sulla tragedia di Sacco e Vanzetti. Chi ha visto la pellicola nelledizione originale del 1971, sa che nella struggente scena finale, prima di salire sulla sedia elettrica, Bartolomeo Vanzetti (interpretato da un magistrale Gian Maria Volontè) spezza il silenzio di quegli attimi con un ultimo grido di fiera rivolta: Viva lanarchia. Quel grido, gli spettatori del 22 luglio 1987 non hanno potuto risentirlo, perchè furtivamente cancellato da un miserabile intervento censorio della Rai che pensò bene di azzerare laudio. Forse era troppo certa di poter contare sullindifferenza generale.
Ma Lorenzo quel giorno deve aver contratto un debito interiore che è riuscito a pagare solo ventanni dopo. Questo volume (Sotto un cielo stellato edito dalla Claudiana con prefazione di Giuliano Montaldo) è dedicato ad una ricostruzione agile e rigorosa della biografia dei due assassinati: una meritevole fatica solitaria, che si aggiunge alla pubblicazione di una commovente antologia degli scritti di Bartolomeo Vanzetti (Una vita proletaria) edita nel 1987 dalla salernitana casa editrice Galzerano.
Ancora prima di diventare eroe, Bartolomeo Vanzetti rivela già tutta la grandezza della sua moralità quando nel 1909 scrive alla sorella Vincenzina. Sii educata verso i signori e i superiori, ma molto più educata e buona verso i poveri e i lavoratori. Coi primi sii fiera. Coi secondi umile. Una robusta legalità interiore che sembra riecheggiare e tradurre i valori codificati dal Programma della Prima Internazionale del 1864: Nessun diritto senza doveri e nessun dovere senza diritti. Incisiva e di bruciante attualità - la sua condanna del nazionalismo. Gli umili sono tenuti nellignoranza delle virtù degli altri popoli, e sono avvelenati dassurdo orgoglio da coloro che speculano sul loro patriottismo.
Memorabile lestremo saluto che Nicola Sacco invia al figlio Dante: Nel gioco della felicità non prendere tutto per te, ma scendi di un passo e aiuta i deboli che chiamano al soccorso, aiuta i perseguitati e le vittime, perché sono i tuoi migliori amici(..) In questa lotta della vita troverai molto amore e sarai amato. Anche le gioie più intime della vita famigliare sono raccontate con la disarmante potenza dellingenuità: quando erano le nove rientravamo e Dante, a quellora, era sempre addormentato, allora lo prendevo tra le mie braccia per portarlo a casa e qualche volta Rosina mi aiutava a portarlo, e allora, quando lei lo teneva tra le braccia, ci fermavamo a baciare il suo visetto roseo.
Lesse inoltre Bakunin, Malatesta, Kropotkin, come Pisacane divorati anche da Bruno Trentin in Francia, da Giuseppe Di Vittorio a Cerignola, da Emilio Pugno a Torino, da Idolo Marcone a Vercelli: gli anni giovanili di non pochi tra i più robusti sindacalisti dellItalia repubblicana furono caratterizzati dal retroterra di una formazione anarchica che faticò non poco a incontrare legemonia comunista, ma fu forse ingrediente sotterraneo e non secondario di molte delle più travagliate innovazioni, a volte feconde per il risorgimento sindacale, altre volte accolte con diffidenza sul terreno della politica. E proprio un caso che Trentin abbia voluto titolare lultima sua opera La libertà viene prima?
Dobbiamo essere grati a Lorenzo Tibaldo per questa impresa. Essa non è solo un doveroso tributo di giustizia postuma ai due anarchici, ma sa intrecciarsi con le mille forme che oggi assumono le lotte quotidiane per luguaglianza tra i popoli, per la tolleranza, per la sacralità della vita, per la dignità del lavoro. E Lorenzo mi perdonerà se confesso tutta la mia affettuosa invidia per questa sua opera che ho divorato e non cesso di coccolare tra le mie mani come solo un caro amico concede di fare con il suo ultimo nato.
P.S. Da quando ho appreso che, raccolte in una sola urna, le ceneri di Sacco e Vanzetti in viaggio per Villafalletto sono transitate sulla ferrovia Airasca-Cuneo, tutte le mattine guardo quelle stesse rotaie con altri occhi.
Lorenzo Tibaldo