A volte sono i peggiori che se ne vanno

Ci sono voluti i morti provocati dalla maglietta anti-musulmana per far dimettere il ministro Calderoli. Niente era successo, invece, quando il banchiere Fiorani aveva detto che era uno dei politici a cui aveva dato soldi. I tre segretari dei metalmeccanici analizzano per E&L il contratto
Nemmeno l'indecente governo Berlusconi si è sentito di difendere il ministro Calderoli dopo i morti provocati dalla maglietta anti-musulmana. Non era successo niente, invece, quando si era saputo che Calderoli, uno di quei quattro signori che in una baita di Lorenzago hanno riscritto metà della Costituzione, è uno dei politici che hanno ha preso i soldi da Gianpiero Fiorani. Lo ha detto ai magistrati milanesi lo stesso ex presidente della Banca popolare italiana, facendo i nomi anche di altri beneficiati: Aldo Brancher, di Forza Italia, sottosegretario di Calderoli alle Riforme, e Giancarlo Giorgetti, luogotenente diUmberto Bossi. E poi fidi per oltre due milioni di euro alle società di Pietro Lunardi, ministro del Trasporti, altri fidi a vari altri esponenti della maggioranza e persino alla famiglia Berlusconi (e qui ci starebbe bene il vecchio detto "piove sul bagnato"). In più, il salvataggio della banca della Lega, la Credieuronord. Questi sono i signori che continuano a sbraitare contro "Roma ladrona".

Lo scopo, ha detto ancora Fiorani, era di crerare uno schieramento a difesa del governatore Antonio Fazio. Non si può dire che non ci fosse riuscito. La Lega, da posizioni di pesante critica verso il governatore, a un certo momento si era repentinamente convertita alla sua più strenua difesa. Molti avevano notato la mera coincidenza di questo cambiamento di linea con il salvataggio della banca padana. Insomma, si può ben dire che l'onestà - anche politica - di questi moralizzatori leghisti è quasi pari a quella del presidente del Consiglio.

Mentre quest'ultimo continua imperterrito a insultare e calunniare l'opposizione, comunque, il mondo, che non riesce a restare attonito davanti alle sue farneticazioni, continua a girare. I metalmeccanici, dopo una dura trattativa e con tredici mesi di ritardo, hanno firmato finalmente il contratto, dopo tanto tempo in modo unitario. L'accordo, però, dovrà essere convalidato da un referendum tra i lavoratori, che si sta per svolgere. Ci è sembrato utile chiedere un commento ai tre segretari generali della categoria, che, pur con giudizi sostanzialmente positivi, non nascondono alcuni punti critici.

Questa settimana, inoltre, il Parlamento europeo si pronuncerà sulla "Direttiva Bolkenstein" sulla liberalizzazione dei servizi nell'ambito dell'Unione europea. Nonostante un compromesso dell'ultima ora che ne dovrebbe attenuare gli effetti negativi per i lavoratori, alcuni rischi rimangono, come si spiega nell'analisi di Emilio Gabaglio.

Pierre Carniti, infine, osserva che anche l'Italia può vantare un record europeo: quello del numero di lavoratori indipendenti. Ma non c'è da andarne troppo fieri: si tratta di una caratteristica che si osserva solo nei paesi meno sviluppati.
Martedì, 14. Febbraio 2006
 

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