Un presidente contro il revisionismo

Pubblichiamo il discorso del 25 aprile in Piazza Duomo a Milano. Un utile ripasso delle origini della nostra democrazia, un omaggio a chi soprattutto vi ha contribuito, una difesa della Costituzione
INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
ALLA CELEBRAZIONE DEL
60° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
Milano - Piazza del Duomo, 25 aprile 2005
 
Presidente Emerito della Repubblica,
Presidente della Corte Costituzionale,
Rappresentanti del Senato, della Camera dei Deputati, e del Governo,
Autorità,
Cari rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e
partigiane, del Sindacato,
Italiani tutti,
Cara Signora Pertini,
 
il 25 aprile, sessant'anni fa, fu per le città del Nord Italia il giorno della Liberazione.
Per l'Italia tutta, fu il giorno della ricomposizione dell'unità nazionale, nel nome della libertà.
Si dischiuse, quel giorno, il luminoso orizzonte della democrazia.
Si aprì un'epoca nuova della nostra storia. Ancora la stiamo vivendo.
Un filo ininterrotto lega gli ideali e le gesta del Risorgimento alle imprese della Lotta di Liberazione e alla rinascita dell'Italia: repubblicana, per libera scelta del popolo italiano.
 
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Non furono soltanto le armate alleate, con l'apporto in combattimento delle quattro divisioni dell'Esercito italiano, a liberare, a prezzo di gravi perdite, l'Italia.
Alla propria liberazione diede un contributo determinante il popolo italiano: in primo luogo, con l'opera tenace ed eroica delle formazioni partigiane costituitesi nelle campagne, nelle montagne, nelle città d'Italia.
Quel 25 aprile del 1945, all'indomani dell'ordine di insurrezione generale delle forze della Resistenza dato dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, molte città del Nord, grandi e piccole, vennero liberate dai partigiani, prima dell'arrivo delle forze alleate.
Nei loro cuori batteva forte l'amor di Patria.
Tra le città liberate quel giorno di sessant'anni fa, Milano: Milano delle Cinque Giornate; Milano da sempre protagonista della storia d'Italia.
In quello stesso giorno, nelle città che avevano già visto la fine della lunga occupazione, gli Italiani si unirono in spontanei, esultanti cortei. Il popolo scese nelle strade e nelle piazze, in festa.
Iniziammo allora a vivere l'esperienza esaltante della nostra rinascita di popolo libero e unito.
Le gesta di quelle giornate formarono, per sempre, la nostra coscienza democratica.
 
***
Rievocando quei momenti, ricordiamo coloro che ne furono protagonisti.
Ricordiamo le donne, anch'esse partecipi della lotta per la liberazione.
Ricordiamo i caduti.
Ricordiamo le popolazioni di villaggi trucidate dalle forze naziste.
Ricordiamo le migliaia di Italiani di religione ebraica deportati e sterminati nei campi nazisti.
Ricordiamo la gloria di quella moltitudine di cittadini italiani, donne e uomini di ogni ceto sociale, che a rischio e spesso a prezzo della loro vita protessero e salvarono tutti coloro che si battevano contro l'insana barbarie fascista e nazista.
Gloria a coloro che salvarono l'onore del popolo italiano e diedero il loro vitale contributo alla riconquista della libertà: la libertà per tutti, anche per coloro che li avevano combattuti.
 
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Miracolosamente, rapidamente, l'Italia uscita dagli anni di guerra, di bombardamenti, di distruzioni, di sanguinosi conflitti, ritrovò una nuova unità.
La lotta contro l'occupazione nazista e la dittatura fascista fu anche lotta per dar vita a una nuova identità nazionale, fondata su diritti eguali per tutti.
La memoria di quella lotta non vuol certo mantenere vive le divisioni.
Vuole, al contrario, rendere più salda l'unità nazionale dell'Italia repubblicana, più salda la democrazia conquistata per tutti gli italiani.
Vuole ricordarci che furono gli ideali di libertà e di giustizia a dar vigore ai nostri cuori e alle nostre menti, forza alle nostre braccia.
Allora capimmo che senza ideali un popolo langue; è destinato a essere servo.
Oggi dobbiamo essere capaci di risvegliare in noi quegli ideali, quei valori. Essi furono la nostra stella polare. Debbono continuare ad esserlo.
Libertà e Giustizia si conquistano giorno per giorno, affrontando e superando i problemi quotidiani della nostra democrazia.
 
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Le celebrazioni del 25 aprile sono occasione per meditare, tutti insieme, sui valori fondanti della nostra Patria, libera e unita, sugli ideali condivisi da tutto il nostro popolo, riconciliato con se stesso nel nome della libertà.
A poco più di un anno dalle giornate indimenticabili della Liberazione, l'esperienza esaltante delle prime elezioni politiche libere, il 2 giugno del 1946, fece scoprire a tutti gli Italiani il gusto della libertà; consacrò l'unità nazionale; ci guidò nella scelta della Repubblica.
In un breve periodo di tempo, superando divisioni le politiche e ideologiche, gli eletti del popolo in Assemblea Costituente diedero vita alla Costituzione repubblicana.
E' la Costituzione che ha consentito la rinascita morale e materiale della nostra Patria, le grandi trasformazioni istituzionali e sociali, la creazione di un sistema di equilibri tra i poteri, che ha garantito e garantisce la libertà di tutti.
Non dimentichiamo mai che la Costituzione è la base della convivenza civile dell'intera Nazione.
 
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In questa giornata di celebrazioni e di ricordi, parta da questa storica piazza, da questa grande assemblea di popolo, un messaggio di concordia operosa fra tutti gli Italiani.
Parta da qui, guardando al di là della vicina cerchia delle Alpi, un messaggio di amicizia ai popoli europei: quei popoli che, pur uniti da una comune civiltà, si erano combattuti per secoli. Oggi essi hanno ritrovato insieme, nell'Unione Europea, i benefici della pace.
 
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Italiani,
la memoria dei conflitti, delle tragedie cui siamo sopravvissuti, la memoria dei caduti per la libertà, non venga mai meno. Alimenti nei nostri cuori l'amore per le istituzioni democratiche. Abbiamo voluto e saputo costruirle, per vivere insieme, nella pace, le gioie della libertà.
 
Viva la Resistenza.
Viva la Repubblica.
Viva l'Italia, libera e unita.
 
Mercoledì, 27. Aprile 2005
 

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