Un popolo di calderoli?

I cittadini sono chiamati a scegliere se convalidare una controriforma costituzionale nell'elaborare la quale ha avuto un ruolo determinante colui che ha definito "una porcata" la legge elettorale che aveva contribuito a varare. Passato il referendum, però, il governo dovrà mostrare cosa è capace di fare
Eravamo (o almeno dicevamo di essere) un popolo di navigatori, di santi, di eroi. Diventeremo un popolo di calderoli? Di seguaci di colui che ha definito la "sua" legge elettorale "una porcata", così fatta solo a fini politici pret-a-porter? E di certo non sembra diverso, né nelle motivazioni né negli esiti, il cambiamento della Costituzione di cui è stato uno degli artefici e su cui domenica e lunedì gli Italiani sono chiamati a pronunciarsi.

Non ripeteremo qui i tanti motivi che impongono di votare "NO" al referendum a chi voglia evitare un pesante sconvolgimento dei meccanismi della nostra democrazia. Chi ritenesse opportuno un piccolo ripasso trova sulla home page di E&L i contributi che abbiamo pubblicato nelle scorse settimane e che spiegano chiaramente quanto sarebbe dannosa una conferma popolare della controriforma costituzionale varata dalla ex maggioranza di centro destra. Ci sostiene la fiducia che, nei momenti delle scelte davvero importanti, di solito la coscienza collettiva è capace di capire quale sia la strada migliore, come fu per il divorzio e per l'aborto.

Una volta che ci si sia lasciati alle spalle questo ennesimo scontro, il governo potrà finalmente dedicarsi a tempo pieno al lavoro che gli è proprio. Dovrà riparare i danni fatti da Berlusconi e dai suoi, certo. Ma non è solo questo che si aspetta chi ha votato per il centro sinistra, resistendo alle mirabolanti promesse di riduzione delle tasse, eliminazione dell'Ici, aumenti delle pensioni, biglietti gratis per gli ultrasessantacinquenni, ricchi premi e cotillons per tutti. Gli elettori vogliono più equità, più rispetto delle regole, meno scandali e un paese che riprenda a crescere. E qualche segnale chiaro che la musica è cambiata lo vorrebbero, possibilmente, in tempi rapidi.
Sabato, 24. Giugno 2006
 

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