'Un errore l'invito a non votare'

Alcuni lettori ci scrivono criticando la posizione dell'appello sul referendum
Se il referendum è inutile non é giusto non partecipare. E' doveroso adoperarsi affinché si proceda a trovare soluzioni più pertinenti al lavoro che cambia e non solo perché cambiamo noi o che è il mondo che cambia (che anch'esso viene cambiato da noi).
Piergiorgio Mozzali, Adiconsum, Ponte San Pietro

Mi dispiace, ma la vostra scelta è sbagliata, per tanti motivi che è troppo lungo elencare. Io andrò a votare e voterò sì. E questa rimarrà la mia decisione finchè qualcuno non mi spiegherà perchè è "male" dare dei nuovi diritti a dei lavoratori che ne sono privi.
Lorenzo, 23 anni Bologna
 
Io non mi stupisco più di nulla, ma alle volte gradirei avere dei chiarimenti. Parlo dei referendum del 15 giugno. A me sembra che l'estensione dei diritti sia una battaglia ben dentro le politiche che il Partito ha portato avanti in questi ultimi anni. Cerco di spiegarmi meglio. Il pacchetto Treu rappresentava l'introduzione di una ulteriore flessibilità in entrata. Ora ci troviamo di fronte ad un duro e serio tentativo di ultraflessibilizzare il lavoro in uscita. Ovvero licenziare. Faccio un esempio: se la ditta dove lavoro si scomponesse come per meiosi, in vari rametti (e con la nuova legge delega ha tutte le possibilità di farlo) ogni lavoratore di ogni ditta satellite non godrebbe più dell'art. 18. Quindi già questa tutela nella legge delega non esiste più. Come fare a difendere il diritto fondamentale di non essere licenziati senza giusta causa? Il disegno di legge? Il referendum dopo l'approvazione definitiva di una nuova legge? E perchè invece non appoggiare questo qui? Dividerà la sinistra, dividerà l'ulivo, ma unifica i diritti dei lavoratori. Parificherà (per modo di dire) le imprese grandi e quelle piccole, ma parificherà anche i diritti dei lavoratori. Quindi mi domando: noi siamo più vicini agli interessi dei lavoratori o delle imprese? Nel secondo caso, ho sbagliato gli ultimi voti... Ma questo è il merito. E nel metodo? Voi sapete molto bene che non è vero che si creerebbe un quadro normativo inapplicabile. La soglia scenderebbe da 16 a 7-8. Perché non scrivete questo nei vostri appelli? Faremo fallire anche il diritto a difendere la nostra salute sempre più minacciata da gabelli e leggiole a favore del profitto delle imprese energetiche? Gradirei considerazioni più dettagliate e informate in merito alle questioni esposte, perchè finora non sono stato per nulla soddisfatto degli articoli sull'Unità e sul sito. Davide Bottero Vi scrivo per manifestare il mio dissenso rispetto alla vostra iniziativa di boicottare il referendum. Dovreste invitare la gente a votare No o a Votare si, ma non invitare la gente a boicottare. Il referendum è uno strumento democratico, uno dei pochi strumenti con cui i cittadini possono interagire direttamente con il potere legislativo. Il vostro comportamento è vergognoso, ancora di più perchè viene da sinistra. SIETE INCOMPRENSIBILI. Meno male che per la coerenza, almeno ci rimane Rifondazione...
Giorgio Fuffa
 
Vi state accorgendo di cosa state facendo? Il vostro comportamento a mio avviso è irresponsabile e fortemente dannoso. Io sono Giacomo Bellugi, ho 25 anni e faccio da 4 anni il Consigliere Comunale a San Quirico d'Orcia, in una amministrazione di Centro sinistra, ed oggi vedendo la vostra posizione mi viene il mal di stomaco, le vostre argomentazioni a mio avviso non sono comprensibili. Chiedere ad i vostri elettori di non andare alle urne il 15 giugno è un grandissimo errore politico, e le argomentazioni che state riportando sono "leggere" e non vorrei che avesse ragione Cossiga (persona con il quale difficilmente mi trovo d'accordo, e che ha idee politiche diametralmente opposte alle mie, ma che si è schierato per il SI ed ha detto questo della posizione del centrosinistra) che oggi ha affermato che: "per astratte motivazioni di carattere economico, o forse per una politica piccolo borghese di carattere elettoralistico - avendo timore di perdere i voti di quei settori che possono essere toccati dall'abolizione dell'art. 18 - sta assumendo una posizione che ai lavoratori risulterà certamente difficile.....". Se fosse così, vorrebbe dire che i Democratici di Sinistra sono un partito di estrazione piccolo borghese, che ritiene più importante l'opinione dei piccoli e medi imprenditori, rispetto a quella di milioni di lavoratori dipendenti, disoccupati o precari, che in ogni dove chiedono maggiori garanzie, e l'estensione dell'Art. 18 è una di queste garanzie, certamente ce ne sono molte altre, ma partendo da questa si possono ottenere.
Se questo referendum fallirà le politiche sociali di questo governo continueranno la propria strada, ed anzi la maggioranza si sentirà legittimata nel suo programma di "annientamento sociale" delle classi minori. Una vittoria del SI, sarebbe una innegabile sconfitta del governo Berlusconi, che si vedrebbe in un sol colpo delegittimato nel continuare quelle politiche sociali improntate alla totale sottrazione di ogni diritto dei lavoratori. Estendere l'Art. 18 alle aziende con meno di 15 dipendenti sarebbe la punta dell'iceberg su cui la "Nave della Casa delle Libertà" si potrebbe incagliare, magari per affondare definitivamente, ma questo dipende da noi, da tutti noi, cioè tutti quelli che credono che qualcosa possa e debba cambiare, tutti quelli che ritengono le politiche di questo governo dannose ed insensate.
PERDERE QUESTA OCCASIONE SAREBBE GRAVE. CAMBIARE IDEA IN CERTI CASI E' SEGNO DI FORZA E NON DI DEBOLEZZA, QUINDI RIFLETTETE E SE VOLETE RISPONDETE A QUESTE DOMANDE. Ritenete che la CGIL voglia far del male ad i lavoratori? Ritenete che Cesare Salvi sia un folle? Ritenete che l'ARCI sia una associazione di cretini? Ritenete che il 58 % dei votanti nel sito de "l'Unità" siano fuori dal mondo? Ritenete che abbia ragione Confindustria?
Potrei farne altre di domande, ma mi fermo, e spero che qualcuno si degni di rispondere, per capirci realmente qualcosa sulle vostre motivazioni, sul perchè vi ostinate a seguire questa linea Ultra-Riformista ed Iper Centralista che l'asse D'Alema - Fassino vi sta imponendo, per capire se ognuno di voi è cosciente che il modello dei vostri leader è Blair, vi va bene? Se sì ditelo anche alla base del partito, perchè non se ne sono accorti.
Il Compagno Giacomo Bellugi
 
Carissimi amici, è possibile che non vi rendiate conto di quanto elitaria sia la vostra posizione? Anch'io penso che sia stato uno sbaglio proporre il referendum e tuttavia come potete ritenere che i milioni di persone che si sono mobilitate sul tema dei diritti possano accettare oggi un invito all'astensione senza sentirsi di nuovo sconcertati e usati? Perciò non posso aderire al vostro appello e mi dispiace che voi abbiate assunto questa posizione senza cercare un confronto con tanti vostri amici - tra cui il sottoscritto - con i quali era possibile forse stabilire un minimo di confronto. Almeno, Epifani si è confrontato in una sede democratica. Gianni Mattioli
 
Prima di tutto sgombriamo il campo da un equivoco in cui sembrano incorrere alcuni di coloro che scrivono e, curiosamente, anche Gianni Mattioli. L'appello non è frutto di una iniziativa di partito né della corrente di un partito (quindi, caro Mattioli, che c'entra il "confronto in una sede democratica"? E' lo stesso appello che fa parte del confronto democratico). Tra l'altro il testo era stato preparato prima che la direzione Ds si esprimesse anch'essa per il non voto e solo per problemi organizzativi è stato diffuso appena dopo questo fatto.
L'appello, dunque, è stato promosso da EL, che è una rivista di critica sociale che non fa capo a nessun partito o corrente ed è nata come strumento di riflessione e di confronto all'interno della sinistra. Coloro che lo hanno firmato lo hanno fatto a titolo personale e perché sono convinti che, in questo momento e per questo problema, questa sia la soluzione migliore.
Davide Bottero afferma che in futuro le imprese potranno decidere di smembrarsi in tante piccole aziende con meno di 15 dipendenti, ma in realtà questa possibilità esiste da sempre; e che, se si vincesse questo referendum, la soglia scenderebbe semplicemente a 7-8: e perché? E, nel caso, seguendo il ragionamento di Bottero, perché bisognerebbe fermarsi a questa nuova soglia e non scendere anche alle micro-imprese con un solo dipendente?
Giorgio Fuffa critica il "boicottaggio" di uno strumento democratico come il referendum: non si tratta di boicottaggio dello strumento, ma di questo referendum, che i firmatari ritengono uno strumento inadatto ad affrontare il tipo di problema che è stato posto.
Invitiamo comunque le persone che hanno criticato l'appello a leggere i commenti di coloro che hanno invece inviato la loro adesione (di cui abbiamo pubblicato finora un primo e un secondo elenco): vi troveranno varie risposte (indirette, ma efficaci) alle loro obiezioni.
EL
Sabato, 10. Maggio 2003
 

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