Tra Ségolène e Sarkozy

Bayrou considera Sarkozy un "rischio" per la Francia. La battaglia per la presidenza sembra riaperta. EL ha chiesto una valutazione a Marcelle Padovani, corrispondente del "Nouvel Observateur"
La battaglia per le elezioni presidenziali in Francia prosegue quanto mai incerta. E&L ha rivolto alcune domande in proposito a un'osservatrice qualificata, Marcelle Padovani, corrispondente dall'Italia del Nouvel Observatour.
 
François Bayrou non ha dato indicazioni di voto. Ma ha accusato Sarkozy di essere incline alle “intimidazioni e alle minacce” e di avere una vocazione alla concentrazione del potere, paragonandolo, infine, a Berlusconi. Questa posizione può favorire Ségolène Royal, con un rovesciamento delle previsioni iniziali?

 

"Che la posizione presa da Bayrou possa favorire l'elezione di Ségolène è cosa sicura, dato che il centrista ha attaccato molto più violentemente Sarkozy che la candidata socialista. E ha dimostrato di conoscere "dall'interno" i pericoli dell'autoritarismo e della compromissione di Sarkozy con i poteri mediatico-finanziari francesi. Ha fatto capire insomma la pericolosità per la democrazia dell'elezione del candidato della destra alla carica suprema".

 
Quindi è possibile un rovesciamento delle previsioni iniziali?
 
"I sondaggisti dicono che il 40% degli elettori di Bayrou potrebbe schierarsi con Royal, il 25% con Sarkozy e il resto si asterebbe. E’ difficile prevedere un rovesciamento. Però, al termine della prima settimana dell '"entre deux tours", si può dire che la situazione è meno facile per Sarkozy. Lui pensava di occupare la scena con le sue proposte e di concentrare i suoi attacchi sul partito socialista. Invece è stato costretto sulla difensiva, ha dovuto difendersi piuttosto che attaccare, e nella logica mediatica nella quale viviamo, il fatto che lo spazio mediatico sia stato occupato da Bayrou-Royal gioca a loro favore. Dunque contro Sarkozy. Vedremo la prossima settimana". 

 

Ségolène Royal ha dichiarato di non essere contraria a una “maggioranza presidenziale”; può spingersi oltre prefigurando una vera e propria alleanza di centro-sinistra, com’è stata auspicata da esponenti del governo italiano?

 

"Una vera alleanza di centro sinistra? Non subito. Tutto dipenderà dal risultato delle politiche a giugno, perché lì si vedrà se Bayrou è riuscito a capitalizzare il suo bel risultato del primo turno della presidenziale".

 

Bayrou ha annunciato la nascita del Partito democratico; sarebbe un’operazione confrontabile con quella in corso in Italia? In altri termini, potrebbe dare luogo in prospettiva alla confluenza in un’unica formazione di socialisti e “centristi”?

 

"Non ci siamo ancora. il mio timore è che, data la furbizia politica e la spregiudicatezza di Bayrou, e data la specie di "innocenza politica" di Royal, sia il centrista a beneficiare di tutto quanto è successo in queste settimane. La fine del bipolarismo, se confermata, andrebbe a suo vantaggio".

 

Torniamo a Ségolène Royal: si è detto che non aveva né la statura, né un coerente programma politico. Come si può valutare il risultato elettorale del Partito socialista e suo personale?

 

"Se il risultato di Ségolène è buono? Lo è. Ha fatto uno dei migliori "score" della sinistra al primo turno, e lo ha fatto senza il vero appoggio di un partito. Ha veramente "ballato da sola". Ma questa solitudine, adesso, potrebbe indurre una vulnerabilità. Perché oggi, con le astuzie di Bayrou, il terreno politico è ridiventato più classico, più "politicante". E sul quel terreno, Ségolène non è affatto pronta. Non le servirà la nuova "democrazia partecipativa"...."

Sabato, 28. Aprile 2007
 

SOCIAL

 

CONTATTI