Sul documento "dalla parte del lavoro"


Ho letto con interesse il documento “Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo in progress alla costruzione di LeU” http://www.eguaglianzaeliberta.it/web/sites/default/files/Dalla_parte_de... . Non sono un esperto, ma ho letto i Trattati UE e lo Statuto della BCE (credo di essere uno dei pochi ad averlo fatto, su 500 milioni di Europei) e rifletto su di essi da alcuni anni, discutendone anche sui siti con sedicenti esperti. In passato, ho provato anche ad esplicitare osservazioni analoghe in calce al blog di Stefano Fassina su Huffington Post, ma vedo invano (come, peraltro, succede per la normativa pensionistica in cui anche Fassina fa confusione tra la riforma Fornero e la ben più severa riforma Sacconi).

Fatta questa doverosa premessa, mi permetto di formulare alcune brevi osservazioni puntuali sul documento.

Di conseguenza, in relazione a tali principi, la nostra ragione fondativa dovrebbe essere un patriottismo costituzionale come articolazione del nesso nazionale-sovranazionale alternativa sia alla declinazione nazionalista della de-globalizzazione in corso, sia all’europeismo liberista dominante nel consolidato assetto regolativo e di policy dell’Ue e dell’eurozona. I Trattati ospitano molteplici e mutualmente contraddittori principi, in un apparente sincretismo. Ma i principi prevalenti sono la concorrenza e la stabilità dei prezzi. (pag. 5)
E’ vero che i Trattati dicono tutto e il contrario di tutto, ma la missione dell’UE è definita ed esplicitata, oltre che nel preambolo, nel fondamentale art. 3 del TUE http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/08/st06/st06655-re07.it08.pdf. E’ l’art. 3 del TUE la bussola di qualunque lavoro di interpretazione ed applicazione dei Trattati. Non è vero che la stabilità dei prezzi sia un principio prevalente della politica economica, esso lo è soltanto della politica monetaria (BCE, cfr. art. 2 statuto https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf). Peraltro, la stabilità dei prezzi diventa un obiettivo (sub-obiettivo, vedi appresso) dell’UE soltanto col trattato di Lisbona (2007, in vigore dal 2009).

Domina il principio della concorrenza, non tra imprese, ma tra ordinamenti costituzionali e tra welfare state. (pag. 5)
Interpretazione “stirata”. Il principio della concorrenza attiene alla politica economica. Estenderlo meccanicamente al welfare appare, almeno a me, un modo surrettizio ed aprioristico di rifiutare il principio della sostenibilità finanziaria, dell’equità intergenerazionale e dell’efficacia ed efficienza della spesa.

È un europeismo consapevole del primato della concorrenza e della stabilità dei prezzi scolpito delle normative della UE e nella fisiologia dell'eurozona e il primato del lavoro e della solidarietà sociale affermato nella nostra Carta fondamentale. (pag. 6)
Se non si fa l’errore di estrarre ciò che è coerente soltanto con la tesi che si intende affermare, non c’è dualismo assoluto tra la missione dell’UE definita dall’art. 3 del TUE e la nostra Costituzione. A ben vedere, è in gran parte un problema di interpretazione e di applicazione delle regole, influenzate abnormemente dalla Germania. Occorre accogliere la tesi che spesso sono la Commissione e la BCE a violare i Trattati, come conferma il Prof. Daniele Ciravegna dell’Università di Torino http://old.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Sono-Ue-e-Bce-a-non-rispetta....

i Trattati che prevedono "una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali dell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza" (Tuef, art. 119, comma 2). (pag. 6)
Osservo: (i) l’art. 119 TFUE ha un incipit che fa riferimento agli obiettivi indicati nell’art. 3 del TUE (“Ai fini enunciati all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea,”); (ii) la stabilità dei prezzi – ribadisco - è l’obiettivo principale soltanto della politica monetaria; e (iii) la politica monetaria, di pertinenza esclusiva della BCE, ha, appunto, anche un secondo obiettivo, anche se subordinato al primo, cioè di “sostenere le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea” cfr. art. 2 Statuto BCE https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf, che, quindi, fa anch’esso riferimento al fondamentale art. 3 del TUE (vedi anche punto 5).

“è difficile accettare con animo leggero il fatto che l'obiettivo della stabilità dei prezzi sia indicato senza alcun riferimento al livello occupazionale e, dunque, al benessere delle comunità che si sono date questa Costituzione monetaria.”(pag. 7)
Il riferimento – ripeto - c’è (cfr. art. 2 statuto BCE, vedi sopra), anche se indiretto e subordinato a quello principale, a meno che non si sia in deflazione o con tasso di inflazione sensibilmente inferiore al target (poco sotto il 2%), quando i due obiettivi sono assolutamente concordanti, convergenti e complementari, e il secondo ha le stesse dignità e cogenza del primo”.

Va ampliato il mandato della Bce, in analogia a quanto scritto nello statuto della Federal Reserve degli Stati Uniti, al fine di includere l'obiettivo di un tasso di occupazione qualificato, a pari rilevanza con l'obiettivo di inflazione. Perché? Perché il diritto al lavoro è un diritto fondamentale. Non può essere sotto-ordinato all'inflation target. (pag. 8)
Va bene l'allineamento della BCE allo statuto della FED, ma, per quanto riguarda la missione dell'UE, questo è già scritto nell’art. 3 del TUE. Anzi, in esso è scritto che la stabilità dei prezzi è anch’esso un sub-obiettivo che, assieme agli altri, “mira alla piena occupazione e al progresso sociale”, che è l’obiettivo strategico (missione) dell’UE (cfr. link al punto 3).

senza incorrere in conseguenze “punitive”. (pag. 9)
E’ inutile sperarlo se, privi della difesa dalla speculazione finanziaria da parte della BCE stanti i vincoli dei Trattati, non si affronta con coraggio e determinazione il problema dell’elevato debito pubblico, con un mix di misure che contemplino un’imposta patrimoniale sui ricchi, che si sono arricchiti con la terribile crisi, anche perché hanno contribuito poco al mastodontico risanamento dei conti pubblici (manovre correttive per 330 mld cumulati varate nella XVI legislatura, e le misure strutturali valgono tuttora, l’81% da Berlusconi, scandalosamente inique, e il 19% da Monti, molto più eque (vedi IMU, patrimonialina sui depositi e TTF). Ma, nel caso la si decida, occorrerà essere saggi nel messaggio sulla patrimoniale, perché milioni di poveri appoggiano misure che vanno contro il proprio interesse (cfr. il dialogo tra Einstein e Freud in "Perché la guerra") o sono istintivamente e pervicacemente contrari a quelle che colpiscono i ricchi.

Cordialmente,

Vincenzo Battipaglia

Allego:

gli URL del mio blog, dove sono reperibili decine di post sui temi accennati all’inizio (BCE, Trattati e pensioni): http://vincesko.ilcannocchiale.it oppure, se in avaria, http://vincesko.blogspot.it;
tra i quali questo, che riguarda la BCE e la sua politica monetaria: Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859155.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2017/12/replica-alla-seconda-risposta-della....

Mercoledì, 6. Giugno 2018
 

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