Statali, cosa c'è nella piattaforma

Mobilità concordata, giudizi degli utenti sulla qualità dei servizi, orari d'apertura più lunghi, meno attese, riassorbimento dei precari, ma non alla cieca. I tre segretari di categoria spiegano come controbatteranno alla polemica sui "nullafacenti"
La campagna di stampa sollevata in questi mesi attorno al problema delle inefficienze nella pubblica amministrazione ha rischiato di provocare un effetto contrario a quello voluto. Ha rischiato, in sostanza, facendo leva su un senso comune assai diffuso, di spingere sindacati e lavoratori del settore a far quadrato, ad ostacolare ogni ipotesi di rinnovamento. Ma non è andata così, almeno finora. Le organizzazioni di categoria Cgil Cisl e Uil sono riuscite, infatti, a formulare un piano d'interventi di notevole interesse, confluito in un "Memorandum". Esso dovrà fungere da orientamento per il rinnovo del contratto nazionale e della contrattazione decentrata in tutti i diversi settori in cui si articola il grande magma dell'amministrazione pubblica.

Abbiamo ascoltato, per conto di Eguaglianza e Libertà, i tre segretari delle categorie interessate: Carlo Podda per la Cgil, Rino Tarelli per la Cisl, Salvatore Bosco per la Uil. E bisogna dire che le loro parole, le loro proposte non differiscono da quanto è stato concordato e poi presentato al governo. Tutti e tre sottolineano le caratteristiche di svolta delle indicazioni avanzate, ma anche lo stretto collegamento con il ruolo contrattuale del sindacato.

C'è in particolare, nelle parole di Podda, un severo giudizio sul fatto che l'imprenditore pubblico in questi anni ha fatto un uso smisurato delle cosiddette "esternalizzazioni", nonché delle consulenze, contribuendo così a quelle inefficienze sulle quali autorevoli commentatori hanno promosso i loro scandalizzati interventi. Ed è Rino Tarelli, a questo proposito, a ricordarci come in quei video sui corridoi sotterranei del Policlinico, inseriti nell'inchiesta dell'Espresso, sia stato denunciato un mancato lavoro di pulizia. Esso però era ed è affidato ad un'impresa esterna. I lavoratori pubblici non c'entrano nulla.
 
Sono problemi generali che però non fanno dimenticare le attese economiche dei lavoratori. E così Salvatore Bosco pone l'accento sulla necessità di assicurare una reale tutela d'acquisto, attraverso l'atteso rinnovo del contatto. Per il quale sono state previste le risorse nella legge finanziaria ma nulla è ancora arrivato nelle buste paga. E' tutto da decidere nelle prossime trattative. E' dal negoziato complessivo e articolato che si vedrà se il Memorandum potrà avere le gambe necessarie, gli effetti voluti.

E' interessante notare, nelle prime misure suggerite, quelle relative al coinvolgimento dell'utenza sulla qualità dei servizi. I cittadini insomma saranno chiamati a "giudicare". Un modo per poter valutare gli obiettivi prefissati ed aiutare sul serio produttività ed efficienza. Con sedi e momenti di misurazione anche sperimentali.
 
Un altro tema affrontato riguarda la mobilità. Saranno inseriti meccanismi contrattuali di sostegno e incentivazione, con agevolazioni economiche sia dirette che indirette. Sarà messo in campo un sistema capace di favorire l'incontro fra la "domanda" di amministrazioni con carenze di personale e l'''offerta'' di dipendenti che intendono cambiare collocazione, anche al fine di contribuire al decentramento delle funzioni amministrative. Non un'opposizione, dunque, alla mobilità, ma la proposta di una mobilità concertata, favorita.

Avrà un ruolo fondamentale, in tutto ciò, un rilancio della contrattazione integrativa. Con l'ambizione di utilizzare dei fondi "mirati alla qualità e la quantità dei servizi". I sindacati citano, ad esempio "l'ampliamento degli orari d'apertura dei servizi, la riduzione dei tempi d'attesa". Ma citano anche le misure integrative di stabilizzazione del precariato per il quale non si richiede la scomparsa all'insegna del tutto e subito. L'indicazione riguarda sistemi di reclutamento pianificati che dovranno portare alla scomparsa del fenomeno. Mentre il futuro ricorso al lavoro flessibile potrà avvenire in base a tipologie e limiti individuati nella contrattazione collettiva. I vecchi precari, inoltre saranno assorbiti non a casaccio. Quanti di loro non siano già stati sottoposti a verifiche all'atto del primo ingresso, passeranno attraverso prove specifiche.

Un aspetto interessante e che farà discutere riguarda l'introduzione nel contratto nazionale di lavoro "di sistemi oggettivi di valutazione e misurazione e criteri d'accertamento dell'apporto individuale alla produttività". Con un conseguente strumento di differenziazione del trattamento economico. Certo un tale piano di rinnovamento della pubblica amministrazione ha un costo. I sindacati si limitano a sostenere che le risorse possono e devono essere reperite, senza aggravi sulla spesa pubblica, intervenendo decisamente sugli sprechi, anche attraverso gli strumenti previsti dalla Legge finanziaria ma soprattutto responsabilizzando in tal senso i centri di spesa.

Non sappiamo se il progetto sindacale, di cui abbiamo dato un resoconto sommario, possa accontentare gli esimi sostenitori della campagna contro i cosiddetti "nullafacenti". I dirigenti di Cisl, Cgil, Uil con cui abbiamo parlato sono ben coscienti dell'esistenza di zone d'inefficienza. Ma esse sorgono accanto a zone d'alta efficienza (un caso per tutti: l'Inps e il suo rinnovamento). Sono ad ogni modo convinti che il problema non si risolva introducendo l'ennesimo carrozzone, un'autorità esterna in possesso di poteri straordinari. Il problema semmai è quello della presenza di un sistema diffuso di dirigenti non sempre all'altezza, un sistema manageriale spesso inadeguato, spesso collegato ad un malsano sistema politico. Qui bisogna agire, sapendo diffondere e premiare criteri di responsabilità e di partecipazione. Iniziando un cammino, senza aspettare miracoli.

 
 

 
Giovedì, 18. Gennaio 2007
 

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