Scuola, tagli anche sulla disabilità

Nel regolamento approvato dal Consiglio dei ministri il 18 dicembre si stabilisce un massimo di 20 nelle classi dove ci siano allievi con disabilità, ma nel comma successivo si lascia la libertà di derogare alla disposizione. Un colpo fatale per le possibilità di apprendimento e integrazione di questi ragazzi

Allego le osservazioni della FISH nazionale sullo schema di regolamento per la razionalizzazione della rete scolastica, varato dal Consiglio dei Ministri il 18 dicembre scorso.

 

Una infamia di fine d'anno. Con un colpo si cancellano anni di conquiste sociali e di leggi a protezione di questi individui deboli e tutelati dalla Carta Costituzionale. Con questo schema di regolamento, in particolare, quando si prevedono classi numerose, di fatto si limita il diritto all'apprendimento e alla partecipazione al processo educativo con insegnanti e compagni normodotati. Insieme alle pratiche di cura e riabilitazione ed al proficuo inserimento nella famiglia, la frequenza scolastica è un essenziale fattore di recupero del disabile in situazione di handicap. Stracciando il D.M. 141 del '99, vengono meno le condizioni per una buona integrazione e socializzazione. Con le classi numerose non si favorisce lo sviluppo delle potenzialità del giovane svantaggiato e lo si allontana dalla piena integrazione sociale. Inoltre questo grave provvedimento favorirà lo sviluppo del fenomeno di bullismo, che andrà sempre a discapito dello studente meno dotato. E' semplicemente una vergogna che abbiamo appesa all'albero di questo brutto natale 2008.  

 

Rolando A. Borzetti

 

 

Il dono avvelenato di fine anno

di Salvatore Nocera – vice presidente Fish

 

"Le parole sono pietre". Così intitolava Carlo Levi un suo famoso libro, nel quale evidenziava come con le parole non si scherza perché hanno un loro forte peso semantico e di contenuto. Non la pensava però così il governo, quando, il 18 dicembre scorso, ha approvato lo schema di regolamento sugli organici e la formazione delle classi. Infatti all'art 7 comma 2 di tale schema si legge che le classi frequentate da alunni con disabilità non possono avere, di norma, più di 20 alunni. Ma nel successivo comma 3 si dice: "Le classi e le sezioni delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con disabilità possono essere costituite anche in deroga al limite previsto dal comma 2". Ora, anche a chi sia totalmente digiuno di nozioni giuridiche, balza subito agli occhi come la seconda espressione vanifichi la prima, data l'assoluta discrezionalità attribuita all'amministrazione scolastica nell'aumentare il numero di alunni anche in queste classi.

 

A questo punto, vien da chiedersi come mai non sia stato scritto al comma 2 che le classi frequentate da alunni con disabilità potessero avere solo ad esempio quattro alunni; tanto, il comma successivo è quello vero con valore normativo cogente, riducendo il primo ad un'affermazione burlesca! Perché si è scritto ciò? E' da supporre che si sia voluto dare un apparente contentino, sotto le feste, alle associazioni delle persone con disabilità e loro familiari, che da tempo insistono per una migliore qualità dell'integrazione scolastica. Un numero ridotto di alunni per classe è certo garanzia di maggiore qualità. Però, fatto il gesto retorico del dono natalizio, lo si è avvelenato con la previsione della discrezionale possibilità di aumento illimitato del numero di alunni per classe, accompagnata, nell'ultimo articolo del regolamento, dall'abrogazione del decreto ministeriale n. 141/99, che fissava a 20 il numero massimo. La formulazione lessicale delle due norme contraddittorie posso immaginarla, scrivendo io durante queste festività, come un invito a cena, subordinato però al ghiribizzo del padrone di casa che potrebbe anche non farsi trovare per il giorno fissato.

 

Il governo continua a non rendersi conto che con operazioni paradossali di questa lega rischia di incrementare gli aggravi per l'erario, invece di risparmiare. Infatti quanto peggiori diverranno le condizioni di qualità di scolarizzazione degli alunni con disabilità, a causa del sovraffollamento delle classi, tanto maggiore sarà la spinta delle famiglie a rivolgersi ai TAR per chiedere il massimo di ore di sostegno didattico, che da taluni Tribunali è stato fissato addirittura a tutto l'orario scolastico, cioè quaranta ore settimanali. Ovviamente poi con classi numerose, gli insegnanti curricolari, che hanno l'obbligo della presa in carico del progetto di integrazione scolastica, delegheranno sempre più tale progetto ai soli insegnanti per il sostegno, realizzando così, oggettivamente, una convergenza con le crescenti richieste dei genitori. Con queste due norme il governo ha creduto di fare una "furbata"; ma questa gli si ritorcerà contro.

 

Chi ha ordinato la scrittura di queste due norme sembra abbia letto un libro di un avvocato del 1600, Cepolla, divenuto famoso per una sua pubblicazione, "Cautelae Cepollae", nella quale spiegava come eludere ed aggirare norme di legge. Sono convinto che l'idea di questa "furbata" non sia del ministro Gelmini, ma sia stata suggerita o imposta da altri ministri, per due ordini di ragioni: la prima che Ella, essendo un avvocato, come me, sa bene che una seconda norma, contraddittoria con quella immediatamente precedente, rende superflua e priva di senso la prima. La seconda perché il ministro Gelmini, essendo una cattolica praticante come me, sa che Gesù nel Vangelo invita i suoi seguaci ad avere un linguaggio non rintorcinato ed ingannevole, ma limpido e chiaro: "Il vostro dire sia SI,SI, NO,NO"( Matteo V, 37).

 

La Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, ha inviato una lettera al ministro chiedendo di introdurre alcuni emendamenti nel Regolamento che rendano meno discrezionali i poteri dell'amministrazione, aumentando le garanzie di qualità per l'integrazione scolastica. Ci si augura che, dopo le feste, la forza della ragione prevalga sulla retorica degli annunci apparentemente garantisti smentiti contestualmente con eccessiva naturalezza e si avvii un dialogo fruttuoso fra ministero ed associazioni, da troppo tempo richiesto, per un rilancio della qualità dell'inclusione scolastica nel più ampio quadro della qualità di tutto il sistema di istruzione, qualità ormai da perseguirsi obbligatoriamente dopo l'avvio della ratifica della Convenzione universale dei diritti umani delle persone con disabilità, avviata dal governo con la delibera del 18 dicembre scorso.

Lunedì, 5. Gennaio 2009
 

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