Non cera solo da tutelare lesclusivo diritto della Chiesa cattolica di decidere sulla beatificazione di Pio XII. Era urgente, anche, contrastare la leggenda diffamatoria di un Pontefice filonazista e respingere le accuse concernenti i cosiddetti silenzi con cui
Il Papa ha osservato che negli ultimi anni, quando si è parlato di Pio XII, lattenzione si è concentrata in modo eccessivo su una sola problematica, trattata per di più in maniera piuttosto unilaterale. Ciò avrebbe impedito di apprezzare una figura di grande spessore storico-teologico. Pio XII ebbe il merito di occuparsi con vasta e benefica ampiezza dei doveri dei giudici, degli avvocati, degli operatori sociali, dei medici. Si appassionò, in un discorso rimasto famoso, alla raggiunta scissione dellatomo. Aveva una memoria di ferro e fu magistrale per il suo insegnamento mariologico culminato nella proclamazione del dogma dellAssunzione. Un discorso deludente, ma soprattutto inquietante laddove non è elusivo nellaffermare che leredità del magistero di Pio XII è stata raccolta dal Concilio Vaticano II costituendo una chiave interpretativa dei testi conciliari. Sorprende che Papa Ratzinger non richiami e non valorizzi, invece, di Pio XII, i radiomessaggi natalizi del 1942 e del 1944 che delinearono una chiara apertura ai principi della democrazia dopo anni di estraneità e prepararono alla vita politica molti giovani futuri protagonisti dellItalia repubblicana.
Il compito di affrontare la questione del rapporto fra Papa Pacelli e lo sterminio degli ebrei è stato invece affidato al cardinale Bertone. Il più stretto collaboratore del Pontefice ha ripetuto che fu immensa e documentata lopera di soccorso disposta da Pio XII a favore dei perseguitati e degli ebrei. E quanto a quello che venne bollato come silenzio di fronte al crimine della Shoah, esso non nacque da neutralità o indifferenza, ma fu invece una scelta consapevole e sofferta, basata su un giudizio morale e religioso chiarissimo.
Orbene, cerchiamo di evitare i giudizi sommari. Combattiamo intolleranze e comode omissioni. Fra il 1919 e il 1945 il maestro unico di Predappio ebbe modo di prendere il potere e il suo movimento fascista riuscì a circolare, a penetrare e a permeare la società italiana grazie alla collaborazione attiva o al consenso passivo variamente motivato dei più disparati ambienti sociali e politici.
Non molto dissimilmente,
Nel conto delle responsabilità per lascesa europea del nazifascismo vanno dunque inseriti anche questi pronunciamenti di peso decisivo. Quanto ai silenzi sofferti, quello rivendicato dal cardinal Bertone non fu il solo. In effetti, fu sofferto anche il silenzio delle madri e delle spose che nel dicembre 1935, con loro alla Patria, offrirono una legittimazione popolare alla guerra imperialista contro lEtiopia. E sofferto fu il silenzio di Benedetto Croce che si presentò allaltare della Patria per rinunciare alla sua medaglia di senatore. Soffrirono in silenzio i 1188 docenti universitari che nel 1931 accettarono di giurare fedeltà al regime lasciando soli nella resistenza i dodici che invece rifiutarono. Sofferto deve essere stato il silenzio di studenti, famiglie e insegnanti che assistettero allespulsione degli ebrei dalle scuole e dagli impieghi pubblici disposta dalle leggi razziali del settembre 1938. Tutti ebbero rispettabili motivi - privati, ideali o contingenti per scegliere la strada del silenzio sofferto. Molti vollero rimanere estranei alla lotta politica e preferirono obbedire al regime. Ma quel silenzio sofferto non salvò la loro libertà di parola e non evitò la tragedia della guerra. Di questo sarebbe saggio discutere, a meno che non si ritenga di poter confinare la memoria storica al ruolo di celebrativa custodia del ricordo e a retorica coltivazione dei riti della riconoscenza pubblica. Purtroppo, i segnali di imbarbarimento si moltiplicano e il Male si presenta oggi in forme apparentemente innocue: quando si pensa che uno straniero, o un diverso da noi, è un Nemico, si pongono le premesse ha scritto Vittorio Foa introducendo Primo Levi di una catena al cui termine cè il Lager, il campo di sterminio.
Chi scelse di tacere non aiutò né accelerò la fine della dittatura. Per buttarla giù non bisognava sparire. Fu addirittura necessario sparare. Poi, certo, guai a noi se dovessimo solo odiare e nientaltro.