Maroni, un welfare senza impegni

Il Libro bianco appena presentato è generico e senza indicazioni di spesa: la sola cosa chiara è la 'filosofia' su cui si basa

Il Libro bianco sul welfare presentato dal Ministro Maroni delinea in modo alquanto generico una politica sociale che dovrebbe dispiegarsi nell'arco di dieci anni. Si potrebbe osservare che, mancando qualsiasi riferimento alle tappe di attuazione delle linee indicate e dei relativi impegni di spesa (almeno, di quelli iniziali) è difficile esprimere un giudizio a ragion veduta.
Emerge, tuttavia, in piena evidenza la "filosofia" che ispira il documento. Basta citare qualcuna delle affermazioni che compaiono in vari passaggi. Ad esempio: "la concorrenza rende obsoleta qualunque politica sociale di tipo egalitaristico". E più avanti: "Equità non significa procedere ad una redistribuzione aritmetica delle risorse. Non bisogna infatti penalizzare in termini di prestazioni richieste e di risorse concesse coloro che hanno raggiunto autonomamente un grado elevato di efficienza."

In coerenza con questo criterio, per le politiche di sostegno economico della famiglia viene indicato nelle agevolazioni fiscali l'unico strumento da utilizzare. Si sostiene che "il prelievo fiscale sul nucleo familiare deve avvenire sul reddito decurtato dei costi necessari per il mantenimento dei figli". Si può notare, fra parentesi, che il costo di un figlio, come si dice nel documento, si aggira, mediamente, intorno a 500 euro al mese; questa cifra, moltiplicata per 10 milioni di figli a carico, corrisponde ad un onere annuale per lo Stato di 60 miliardi di euro (116.000 miliardi di vecchie lire): una somma astronomica. E' facile dedurre che il promettere di decurtare il prelievo del costo dei figli è puro vaniloquio. C'è di più: si parla di prelievo "sul nucleo familiare", un'operazione non praticabile, dato che secondo la Costituzione e l'interpretazione della Corte, l'imposizione fiscale sulle persone fisiche grava sugli individui, senza tener conto del loro reddito familiare.

A parte queste incongruenze, il nocciolo della questione è chiaro: si scelgono le detrazioni (o le deduzioni) fiscali, che, come è noto, non tengono conto delle condizione economica familiare e quindi sono uguali per tutti, ricchi e poveri. In questa stessa logica, sembra che il documento escluda l'uso dei trasferimenti monetari: si parla infatti dell'assegno al nucleo familiare, solo per denunciare la "distorsione" dovuta alla riforma del 1983, che "rivedeva in senso selettivo l'istituto, per cui le condizioni economiche diventano l'unico parametro di riferimento per l'erogazione".

Questo breve cenno sugli interventi monetari a favore della famiglia - che Maroni considera "al centro del nuovo welfare" - è sufficiente per capire qual è la filosofia del Libro bianco: far le parti uguali fra disuguali. Con buona pace di don Lorenzo Milani, che, con i suoi ragazzi di Barbiana, avvertiva che nulla è più ingiusto che operare in questo modo.

Domenica, 9. Febbraio 2003
 

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