Ma che politica è quella del Pd?

La strada che ha portato alla rielezione di Napolitano e all'incarico a Letta è stata tortuosa e molti passaggi restano poco chiari, molte contraddizioni non hanno ancora una vera spiegazione. L'esito comunque ci espone al rischio di una prossima presidenza Berlusconi

E così siamo arrivati a Enrico Letta, 46 anni, secondo solo a Giovanni Goria come minore età all’incarico, ma a un’età simile a quella di Fanfani e Moro al loro primo incarico (Craxi aveva 3 anni in più). Non basta certo l’età a definirlo nuovo, ma se vogliamo consolarci un po’ partiamo da qui. A proposito di età, l’attuale presidente della Germania è stato eletto a 72 anni, quello precedente a 51 anni e quello prima a 61, perché da noi se non hanno 80 anni non vanno bene? Per noi 60/settantenni è una buona prospettiva di possibilità future, ma possibile che, a parte Prodi (74 anni), non ci fossero candidature presidenziali con età meno avanzata?

 

Astraendo dai problemi interni del Pd non riesco a capire politicamente il sì a Napolitano dopo il no a Marini. Le prospettive politiche rispetto a un governo con il Pdl due non sono simili? Capisco Renzi che si è opposto a Marini in quanto presidente non di cambiamento, non lo capisco quando ha accettato Napolitano e soprattutto non capisco quelli del Pd che si sono opposti a Marini per via “dell’inciucio” e che poi hanno votato Napolitano che “all’inciucio” si è sempre detto favorevole. Qualcuno della sinistra Pd me lo spiega politicamente?

 

L’unica spiegazione possibile è quella che implorando Napolitano di restare si rimandava di qualche giorno la conta interna, conta che comunque prima o poi dovrà avvenire. E tuttavia la scelta di non scegliere subito forse salverà il Pd ma, siccome credo che Napolitano non terminerà il settennio, ci fa correre il rischio di avere Berlusconi al Quirinale. Nel caso questo avvenisse, rivendico il diritto di “menare” tutti quelli del Pd.

Personalmente ero contrario a Marini presidente per le ragioni esposte da Renzi, vedi anche lettera su Repubblica, vorrei però capire perché, dal punto di vista politico, va bene eleggere Ciampi assieme a Berlusconi e non va bene eleggere Marini assieme a Berlusconi. Immagino che mi si risponda perché nel secondo caso si apriva una prospettiva di grandi intese e nel primo no. Perfetto, ma allora, a parte la spiegazione sulla scelta successiva di Napolitano, mi si può spiegare il senso della trattativa condotta da Bersani per ottenere da Berlusconi il via libera al suo governo? A me sa più di “inciucio” il tentativo di accordo fatto da Bersani sul suo governo che non quello fatto sul Presidente della repubblica. Il primo conteneva molti non detto, il secondo era più esplicito e l’inciucio credo vada giudicato soprattutto dal peso del non detto.

 

Tra Napolitano e Rodotà avrei preferito quest’ultimo, ma a Napolitano avrei preferito anche la Cancellieri nell’ottica di un settennato al riparo di una presidenza Berlusconi. Il voto alla Cancellieri ci avrebbe portato, come affermato da Orfini, a uno scontro tra questa e Rodotà con buona pace di chi sostiene il contrario ignorando i numeri. 5stelle e Sel contavano su 210 voti, Pdl, Lega e Scelta civica su 340. Bastavano i voti Pd confluiti su Marini per eleggere il ministro dell’interno o immaginiamo un Pd unito sulla scelta di Rodotà?

 

Enrico Letta nelle sue dichiarazioni postincarico è partito dall’affermazione che dalle urne non è uscita una maggioranza; avesse fatto questa dichiarazione nelle due direzioni del Pd e avesse invitato alla riflessione su questo, forse avrebbe fatto meglio. Si è fatta una campagna elettorale sugli schieramenti e non sui contenuti, contro Berlusconi e contro Grillo. Non si vince e si propone un governo di minoranza sul proprio programma chiedendo agli altri, con cui non si può governare, di dar la fiducia al governo, anzi, siccome gli altri fanno un po’ schifo, di permettere al governo di partire con qualche sotterfugio al momento del voto. Il tutto appariva ed era demenziale a meno di non credere che Berlusconi e Grillo fossero due imbecilli pronti a far partire un governo che li schizzava e che, nel caso del primo, avrebbe prodotto norme a lui contrarie.

Desideri e realtà, l’eterno scoglio di una parte della nostra sinistra. Negare la realtà dei fatti se è diversa dai desideri e addossarle la responsabilità di ogni fallimento. Al netto, naturalmente, di accordi non detti su alcuni aspetti particolari. Ma, purtroppo, il Cavaliere sarà tante cose, ma non uno sprovveduto e un imbecille e le garanzie le vuole serie e alla luce del sole.

 

Si è andati così avanti per giorni e giorni ignorando anche il fatto, sicuro per chi conosce la storia di Napolitano, che mai avrebbe mandato Bersani alle camere senza una maggioranza precostituita. Eppure nel Pd dovrebbero conoscerlo, ma anche qui ci si è voluto illudere.

 

Ma in questo quadro come poteva essere accettato dai militanti un accordo con il Pdl su Marini e come poteva essere accettato un accordo unitario su Rodotà? O si prendeva atto che non c’era una maggioranza e si discuteva da subito con chi fare un accordo traendone le dovute conseguenze in termini di candidature e di programmi, o, come è puntualmente successo, si è andava a sbattere.

 

Spero che tutto questo porti alla fine di una classe dirigente che ha portato solo sconfitte, appesantita da una continua necessità di legittimazione a causa dell’incapacità di fare i conti con la sua storia, e succube del liberismo. Spero che la vittoria in Friuli della Serracchiani dia una spinta ai più giovani, pur nelle loro diversità, per liberarsi della vecchia nomenclatura.

 

Comunque è bene non illudersi troppo su questa vittoria. Lo schieramento di centrodestra ha preso il 45% di voti contro il 39% di quello di centrosinistra. La Serracchiani ha vinto il duello con Tondo che ha avuto molti meno voti delle liste che lo appoggiavano. Il centrodestra è passato dal 28% delle politiche al 45% delle regionali assorbendo tutto l’elettorato di scelta civica e una parte dei 5stelle. Il centrosinistra è salito dal 27,5% al 39%. Chi è crollato è il M5S.

Venerdì, 26. Aprile 2013
 

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