Lo Stato in aiuto dei ricchi - Che c'entra Foa con Veltroni?

Nella nuova situazione si ammette finalmente la necessità dell'intervento pubblico, ma si salvano le banche senza imporre muove regole - Foa era un socialista di sinistra radicale, perché farlo commemorare dal segretario del Pd?

Lo Stato in soccorso dei ricchi

 

L’analisi di Lettieri mi sembra del tutto corretta nell'attribuire la causa profonda della crisi all'allentamento delle regole, in particolare di quelle contro la speculazione finanziaria. Questo è stato il principale obiettivo della propaganda neoliberista e dell'iniziativa delle lobbies.

 

Ho tentato di dire cose non troppo diverse su Conquiste del Lavoro. Tuttavia, denunciare l'ideologia neoliberista "di ieri" potrebbe essere insufficiente: è in atto un "mascheramento" retorico non solo degli errori passati, ma anche della sopravvivenza di interessi forti, gli stessi fino a ieri tutelati

dalla dottrina neoliberista "scolastica", dentro la nuova gravissima crisi, garantiti questa volta da una versione "pro-ricchi" dell'interventismo pubblico.

 

In sostanza, dentro la nuova situazione si ammette finalmente la necessità

dell'intervento pubblico, magari sorvolando sul fatto che questa necessità

dimostra, insieme al crack delle Borse, la fallacia dello slogan centrale della

teoria neoliberista ("+ mercato = + benessere", nella riassuntiva formulazione

di Schroeder e Blair).

 

Tuttavia, si chiede di usare il denaro pubblico per salvare le banche senza

insistere troppo sulle regole anti-speculazione necessarie per rendere davvero

efficace il salvataggio (le regole vengono rimandate al domani, nella malcelata

speranza che se ne possa fare a meno in caso di 'ripresa' delle Borse).

 

Marco Di Marco

 

 

 

Senza Foa siamo più poveri

 

La morte di Vittorio Foa  avvenuta in età tardissima è pure sempre un impoverimento per quanti restiamo e per qualche tempo ancora continueremo a testimoniare di noi stessi e dei nostri ideali in un mondo incattivito e privo di speranza. (C'è chi spera in Obama ma io resto molto scettico e credo che una potenza imperiale capace di imporre bombardamenti ed occupazione militare per anni a due nazioni del pianeta provocando in continuazione  quasi tutte le altre non cambierà linea con il cambio del Presidente.)

 

Non condivido la scelta di fare annunziare al mondo la morte di Vittorio Foa da Walter Veltroni. Prima di tutto perchè Veltroni c'entra assai poco con la cultura e la storia di Vittorio socialista di  un socialismo radicale. Non credo di avere mai sentito dire a Foa che si vergognava di essere stato comunista. Foa comunista non lo è mai stato, era socialista radicale, era una persona di sinistra.

Una intera vita spesa per l'autonomia e la crescita civile della classe operaia, una militanza nella CGIL di grande rilievo che contribui' ad elevare la coscienza del movimento operaio italiano, coscienza di sé e della superiorità della propria cultura.

 

 Non ho condiviso di lui la giustificazione alla guerra del golfo e l'atteggiamento  remissivo a fronte dell'involuzione liberista dell’Occidente quasi che fosse fatale per l'umanità dovere sempre e comunque fare i conti  e subire  la forza sommergente  della borghesia finanziaria e industriale.

 

Ma molto di quanto ho imparato lo debbo al suo insegnamento, alla sua capacità di analizzare la realtà anche se non sempre le sue soluzioni erano quelle giuste. Nella CGIL era in segreteria con Fernando Santi, grande riformista, gradualista ma intransigente sui diritti ed i valori. Vittorio aveva sempre la bontà e la capacità di mettere da parte il suo pensiero e di adeguarsi a quella che riteneva la soluzione più "più giudiziosa", spesso opposta alla sua, sempre radicale. Ma era sempre una soluzione di avanzamento sociale per i più. Essere "giudiziosi" rispetto alla realtà di oggi significa accettare cose che Fernando Santi, riformista, non avrebbe mai accettato!

 

Pietro Ancona

già membro dell'esecutivo della CGIL, socialista 

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La lettera di cui pubblichiamo ampi stralci è la testimonianza di una forma di unilateralismo settario di sinistra che stupisce provenendo da un vecchio dirigente socialista della CGIL. Barack Obama non ha ancora vinto le elezioni, ma il nostro lettore ci anticipa che l'eventuale cambio, che ci auguriamo, del Presidente degli Stati Uniti non cambierà nulla. Quanto a Foa ne critica "la giustificazione della guerra del golfo" (evidentemente, quella che seguì l'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, e si tratta di una sua libera opinione), per passare ad accusare Foa di "atteggiamento remissivo a fronte dell'involuzione liberista dell'Occidente". Finora nessuno si era accorto della predilezione di Foa per le teorie di Milton Friedman e la loro pratica "reaganiana". Quanto a Veltroni, si tratta del fatto che il leader del più grande partito di opposizione ha deciso di onorare con la sua orazione funebre un padre della Repubblica e uno dei grandi leader storici della sinistra. E questo dovrebbe far piacere a tutti i militanti di sinistra, indipendente dal giudizio sulla poltica del PD.
 
Antonio Lettieri

 

 

Giovedì, 2. Ottobre 2008
 

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