Lettere - L'addio a Pierre

Pubblichiamo volentieri il link che Giuliano Cazzola ci ha inviato del suo ricordo di Pierre e di un altro valoroso compagno appena scomparso, Giacinto Militello, sul Diario del lavoro

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Pierre Carniti è stato il mio grande maestro di sindacato, di politica, di umiltà e di etica.
Ricordo con nostalgia la sua lucidità di analisi, era sempre in grado di darci una chiave di lettura della realtà e un filo di speranza nell'azione sindacale e politica. La sua visione del paese ebbe al centro sempre il mondo del lavoro. Per questo fu un uomo di parte, come non ne esistono più, coerente, i suoi critici lo definivano un moralista!!!. Ricordo quando negli anni in cui il sindacato era molto popolare,  spiegava ai suoi operatori metalmeccanici che lo stipendio del sindacalista deve essere pari a quello di un operaio specializzato per avere la forza di rinnovare un contratto in modo coerente. Pierre è stato coerente fino in fondo. Nell'ultima assemblea in cui ha parlato pubblicamente ha dato una grande lezione di sindacalismo. La lettera scritta a CGIL CISL UIL è un richiamo forte al sindacato a ritornare in campo. Un uomo che aveva intuito la forza unitaria che avrebbe potuto esprimere il sindacato nella società italiana.  
Grazie a lui ho potuto fare un'esperienza parlamentare esaltante,presentammo col suo apporto determinante una proposta di legge sulla riduzione dell'orario di lavoro per migliorare i livelli di occupazione che già allora destavano in lui una forte preoccupazione. La sua lungimiranza fa sì che oggi questa proposta sia tornata di attualità. Ricordo la sua determinazione nel sostenere la pratica della concertazione, il referendum sulla scala mobile per abbassare i livelli di inflazione. E' stato un grande protagonista della vita sociale e politica italiana ed europea
Pierre lascia un vuoto incolmabile nel mondo del lavoro e nella società italiana.
Carlo Stelluti

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Guglielmo Epifani su Facebook.

Carniti è stato uno dei più originali e importanti sindacalisti italiani. In un tempo di memoria corta è giusto riconoscerne i meriti e il ruolo. Lama, Carniti e Benvenuto sono stati i leader di un movimento sindacale nel suo momento di maggior forza e consenso: gli anni 70 e 80.Carniti in quella stagione ebbe tre fondamentali capacità.
La prima, interna alla Cisl, fu quella di imprimere un profondo rinnovamento alla confederazione nel nome dell’autonomia dalla democrazia cristiana e del contrattualismo.
La seconda fu quella di concepire l’unità del sindacato come campo di un forte e rigoroso confronto di idee e programmi.La sfida culturale alla egemonia della Cgil fu costante e raggiunse il suo apice con l’accordo separato sulla scala mobile. La vittoria nel referendum fu sostanzialmente la sua vittoria prima ancora di quella di Craxi.
La terza fu quella di alimentare un importante e costante lavoro culturale che avvicinò alla Cisl tanti intellettuali e ricercatori.Tarantelli ne è stato l’esempio più alto e tragico. Carniti lasciò il sindacato relativamente presto, fu eletto due volte al Parlamento Europeo e poi al Senato.
Gli ultimi anni, anche a causa della malattia, furono anni di riserbo e di studi.La sua grandezza è confermata dal rispetto che lo ha sempre accompagnato soprattutto da parte dei tanti con cui aveva avuto i confronti più aspri e più duri. In occasione dei suoi 80 anni la Cisl e i suoi amici gli dedicarono un libro a più voci, Mattarella partecipò al convegno e Prodi intervenne nel dibattito.
Ripensando oggi a quel giorno, penso che sarebbe stato giusto nominarlo Senatore a vita; così come sarebbe stato giusto per Lama e Benvenuto.
Il Paese e i lavoratori debbono molto a chi ha speso una vita per difendere i diritti e la dignità del lavoro.

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Ho lavorato tre anni all’Isel come assistente di Ezio Tarantelli. È lì che ho avuto la fortuna di conoscere e di apprezzare profondamente Pierre. Non ero iscritto alla Cisl, ma nonostante questo e la mia giovane età, avevo con lui un rapporto personale. Mi riceveva subito, nell’ufficio al piano terra di via Po 21. Niente anticamera, niente paludamenti. Aveva l’ufficio cristianamente più in basso di tutti. Amava Ezio Tarantelli, lo sosteneva e lo proteggeva, non di rado dalla stessa Cisl. Ne aveva capito subito il valore e condiviso il progetto. Aveva proposto invano per lui un centro di ricerca unitario a Lama e Benvenuto. Con lo stesso spirito unitario con cui fino all’ultimo cercò di mantenere l’unità sindacale nella vicenda di San Valentino. Lo spirito della FLM, cui aveva dato un impulso straordinario. Purtroppo la sua eredità è stata sinora molto difficile da coltivare, non solo dentro la Cisl.
Il mio cuore è pieno di dolore.
Ciao Pierre
Leonello Tronti

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Per me che ho iniziata la politica attiva nel 1968 Carniti è  sempre stato un punto di riferimento. Rappresentava in quei lontani anni, pur di estremismo, una figura simbolo, più  ancora, almeno per me, di Luciano Lama. Era il segretario dei mitici metalmeccanici della Cisl, poi della Flm. Quando sono arrivato in Fim nel 1981 Carniti era già  passato in Cisl e vissi dalla Fim tutti i primi anni ottanta, con le tesi di Tarantelli, la rottura sindacale. Non ero del tutto convinto allora della necessità  della rottura ma capivo la posizione di Carniti e vivere le cose dal di dentro e non mediate dai giornali mi convinse che altre strade non c'erano. Ho avuto poi occasione di parlare di quegli anni, di quella rottura, con Carniti stesso e con Tonino Lettieri durante gli incontri settimanali a Eguaglianza & Libertà.  E in quegli incontri che ho avuto modo di dialogare con Carniti non solo sul passato ma anche sul presente. Fino a che le condizioni di salute glielo hanno permesso Carniti veniva settimanalmente o quasi a E&L. Si discuteva e Carniti era sempre deciso nei suoi convincimenti, spesso critico verso il sindacato. A volte avevamo opinioni diverse, ma era sempre interessante e utile discutere con lui, come con gli altri del gruppo.
Difficile per me non fare un confronto tra Carniti e i dirigenti sindacali che gli sono succeduti. Certo i tempi sono cambiati, la situazione é  più difficile ma la passione, il disinteresse, la voglia di rendere il sindacato protagonista, sono cose che in buona parte si sono ormai perse.
Dopo Lama e Trentin se ne va anche Carniti, come se ne sono andati altri grandi uomini del sindacato. Ho avuto la fortuna di poter interloquire con alcuni di loro, di lavorare nel sindacato quando c'erano loro.
Ciao Pierre, grazie.
Maurizio Benetti

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Mercoledì, 6. Giugno 2018
 

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