Ci sono segnali importanti e nuovi in queste settimane, sul terreno delle relazioni sindacali, e segnatamente tra Cgil e Cisl, che vano colti e su cui occorre ragionare. In primo luogo sul tema della pace: il mondo cattolico e la Cisl si stanno impegnando in maniera forte e convinta nella battaglia contro la guerra, confortati in questo dalliniziativa della Chiesa e del Papa. Ma non cè solo questo terreno: ci sono anche la lotta al terrorismo, lo sviluppo industriale, il Mezzogiorno, il federalismo, la legge Bossi Fini, la legge Bossi.
Sono tutte questioni importanti che confermano come un processo di riavvicinamento tra le confederazioni, se non vogliamo ancora parlare di unità sindacale, possa e debba partire anche da un giudizio sulla dannosità strutturale dellazione di governo e di Confindustria, ma sopratutto sul terreno dei valori comuni solidarietà, pace e democrazia -, che sono parte essenziale della storia sindacale e si dimostrano sempre più oggettivamente alternativi alla cultura e alla prassi di questo governo e di questo centrodestra.
Liniziativa della Cgil, nel corso del anno 2002 e ancora questanno, ha contribuito a introdurre le prime consistenti incrinature nella maggioranza e nel suo accordo con Confindustria. Questa novità cambia uno degli scenari che era stato una delle cause dellinizio di una differenziazione strategica tra le confederazioni: alla fine della scorsa legislatura allincirca negli ultimi due anni -, la Cisl, prevedendo la sconfitta del centrosinistra alle future elezioni, ruppe con il governo di allora anche su temi, come il fisco, che poi avrebbero portato risultati positivi ai lavoratori. E alla crisi del centro sinistra pensò di dare risposta con unipotesi terzaforzista, che fu poi sconfitta alle elezioni.
Quei valori comuni
A quel punto il suo segretario generale lo disse esplicitamente a via PO si pensò che questa maggioranza di centro destra fosse destinata a durare a lungo, anche ben più di una legislatura, e che quindi con essa si dovesse comunque trattare e venire a patti in una logica da noi non condivisa ma certo legittima scontando quindi anche momenti difficili e contrasti significativi con la Cgil.
Ma questa maggioranza, da un lato, ha dimostrato di non aver nessuna remora nel colpire valori comuni che sono nel cuore delle tre organizzazioni sindacali; dallaltro, sta dimostrando contraddizioni assai pesanti al suo interno, che incrinano limmagine di compattezza che il centrodestra ha sempre voluto dare di sé: questa maggioranza, insomma, potrebbe essere tuttaltro che eterna.
Le due cose insieme, e la caparbietà della nostra azione, hanno contribuito alla ripresa di un dialogo tra i sindacalisti. Che deve essere portato avanti, come del resto stiamo facendo, con molta sobrietà e rispetto delle posizioni altrui. E senza annunci. Lavorando quotidianamente e ricostruendo giorno per giorno le ragioni valoriali e di programma che possono essere alla base di una nuova piattaforma. Unitaria.
Partendo dai terreni possibili: lo sciopero della Sicilia, quello della Calabria, i documenti unitari su Mezzogiorno e pensioni in via di definizione e le prossime iniziative da mettere in piedi; senza coltivare illusioni, ma anche sapendo valorizzare quanto di importante stiamo facendo.
Avevamo insomma ragione ne dire, fin dallanalisi che facemmo nelle tesi per il XIV congresso, che i valori e i contenuti erano (e sono) il terreno su cui è possibile ripartire nella ricerca unitaria. Così infatti è stato.
Limportanza delle regole
Cè poi laltra questione fondamentale, quella delle regole. La dimostrazione di quanto anche questo terreno sia importante è rappresentata dalla conclusione del contratto degli statali. Negoziato complicato, sia per la controparte, il governo, sia per i rapporti di forza, sia per la natura di quel settore. È stato possibile chiuderlo, e bene, perché cerano regole definite. La legge DAntona ha costretto ad arrivare a una piattaforma unitaria e ad avere un rapporto conclusivo con i lavoratori. È stata proprio quella cornice di regole che ha permesso la conclusione positiva che tutti hanno visto.
Quella legge che forse è stata una delle cause della decisione delle Br di uccidere Massimo DAntona allepoca venne criticata, da destra e da sinistra, anche allinterno del sindacato: per il fatto stesso di essere una legge, da un lato, perché era troppo morbida, dallaltro. Eppure quello che allora fu il compromesso possibile ha funzionato. E peccato che non si sia riusciti a estenderla al di fuori del pubblico impiego, ché forse ci avrebbe aiutato a evitare molti problemi. Dalle regole, dunque, oltre che dai valori, si deve ripartire. Su questo terreno la Uil è stata sempre disponibile. Ma considero positiva anche la conclusione dellultimo direttivo della Cisl che vede laccordo sindacale alla base di una successiva legge di sostengo. È un primo passo importante.
Così come è importante che nellappello recentemente lanciato da Giugni, Accornero e molti altri professori (e pubblicato sullUnità di martedì 11 marzo) questo aspetto delle regole sia ribadito con forza. Anche se a quel documento, di cui pure apprezzo la volontà propositiva, mi permetto di avanzare due osservazioni. Primo: non tiene conto di quanto di nuovo e di unitario in queste settimane già cè stato ed è in preparazione (un aspetto che probabilmente andava colto da osservatori attenti alle cose sindacali; ma forse non è casuale che questo non sia avvenuto: cè poca attenzione al peso che hanno valori e contenuti, sia nelle rotture che nelle riprese dei processi unitari).
Così come non mi convince un approccio troppo da laboratorio a quanto è successo e sta succedendo in questi anni nel mondo del lavoro, un approccio che non tiene conto della richiesta pressante che viene da ragazze e ragazzi, non solo quelli dei call center, di lottare contro la precarietà e linsicurezza, per allargare diritti e tutele anche a chi oggi ne è privo.
La richiesta di più diritti
Un appello dunque importante se viene sperimentato, comè stato detto, a Milano o in altre situazioni locali. Che però non va usato da nessuno, a livello nazionale e magari dallesterno del sindacato, per verificare i !tassi dunità di questa op quella struttura o, peggio, delle singole persone. Perché questo creerebbe problemi allinterno dei processi in atto in tutte e tre le organizzazioni sindacali.
Ma questa certo non è la volontà di chi ha lanciato quellappello.