L’ inflazione e gli shock petroliferi prima e dopo l’euro

Un confronto sugli effetti macro dei quattro "oil shocks", da quello del '73 a quello in corso, soprattutto in relazione all'andamento dei prezzi nei paesi europei

 

Nei primi 3 trimestri (gennaio-settembre) del 2007 il prezzo del petrolio in termini reali ha conosciuto una crescita cumulata del 25,5 per cento, al culmine di un quadriennio contrassegnato da una costante tendenza al rialzo. Nello stesso periodo, sempre espressa in dati trimestrali, l’inflazione italiana (1) è stata pari all’1,6 per cento, anche se la rilevazione mensile ISTAT di novembre ha poi evidenziato una variazione tendenziale del 2,4 per cento. Si è trattato del tasso di inflazione mensile più elevato dal giugno 2004, tale da suscitare un vivo allarme nell’opinione pubblica in concomitanza con il prezzo nominale del greggio oramai giunto ai 100 dollari USA.

Ancorché tali preoccupazioni siano più che giustificate, specie perché gli economisti ritengono molto improbabile la prospettiva di un’inversione di tendenza del prezzo del petrolio, uno sguardo più approfondito evidenzia però come negli ultimi 4 anni il tasso di crescita dei prezzi sia stato, proporzionalmente, assai più modesto in confronto con quanto avvenuto nei precedenti oil shocks di analoga portata che hanno colpito l’Italia e i paesi dell’Unione europea sin dagli anni Settanta.

E’ bene anzitutto chiarire che il sensazionalismo della stampa (che quasi ogni giorno titola “nuovo record del prezzo del petrolio”) alimenta un messaggio distorto: malgrado l’entità del rialzo del prezzo del greggio degli ultimi 4 anni sia imponente, in realtà quello che va osservato non è il prezzo nominale, bensì – dovrebbe essere ovvio – quello reale (depurato dal deflatore del Pil statunitense, poiché il prezzo è espresso in dollari USA). In quest’ottica, va dunque ricordato come il record storico “effettivo” del prezzo del greggio, toccato nel I trimestre 1981, non sia ancora stato raggiunto.

 

Tuttavia, alcuni aspetti vanno sottolineati. Il ciclo rialzista tuttora in corso del prezzo del greggio ha due caratteristiche intuitive: a) è il più prolungato della storia (essendo in atto dal primo semestre 2003, eccezion fatta per un sensibile riassestamento nel 2006); b) è il primo che colpisce un’area economica a forte dipendenza energetica come l’Unione europea dopo la nascita dell’euro. La domanda che a questo punto sorge è la seguente: se non ci fosse stato l’euro, spesso indicato come madre (o pretesto) per tutti gli aumenti dei prezzi dal changeover in poi, l’inflazione sarebbe stata più elevata? L’euro ha dunque fornito (sta fornendo) un effetto-protezione dallo shock tuttora in essere?

E’ difficile stabilire empiricamente una relazione causale (e non di semplice correlazione) tra aumento del prezzo reale del petrolio e andamento dell’inflazione tout court (2). In questa sede il focus è tuttavia diverso, ovvero si intende approfondire eventuali analogie e/o diversità tra i vari oil shocks in termini di contestuale crescita dei prezzi all’interno dei paesi. Un semplice esercizio sui dati storici permette di evidenziare di quanto crescevano i prezzi in occasione degli oil shocks dell’epoca “ante-euro” (ovvero ante 1999) per poter fare un confronto con un aumento del prezzo del greggio di pari entità per il periodo attuale.

 

Gli oil shocks storicamente riconosciuti come tali (3) sono almeno 4, di cui tre nel periodo 1973-1999.

 

 


Fig.1: Prezzo del petrolio nominale e reale, dati trimestrali, 1970-2007 (in dollari USA)

 

 

Fonti: elaborazioni su dati IEA (International Energy Agency) e BEA (Bureau of Economic Analysis); il prezzo di riferimento usato è quello del Saudi Arabia Light. Dati reali ottenuti adoperando il deflatore del Pil USA.

 

La figura 1 aiuta ad effettuarne un riepilogo. Il rialzo del prezzo del petrolio più consistente (in termini di tasso di crescita cumulato di periodo) si è verificato nel primo oil shock, susseguente alla guerra arabo-israeliana del Kippur: a partire dal IV trimestre 1973, nell’arco di un semestre l’aumento reale è stato del 332,8 per cento. In valore assoluto, il “picco” in termini reali di ogni tempo è stato invece raggiunto nel gennaio 1981, al culmine del processo di decoupling tra prezzo nominale e prezzo reale e a conclusione del II oil shock.

 

Tra il IV trimestre 1973 e il IV trimestre 1975 l’aumento complessivo in termini reali arriva a toccare il 371,9 per cento. A fronte di un rialzo del prezzo del greggio apparentemente catastrofico, tuttavia, gli aumenti dei prezzi nei paesi europei, sono – per così dire – più contenuti: l’aumento dei prezzi - pur accelerando notevolmente - resta su tassi di crescita che poi verranno ovunque superati dallo shock successivo. Ciò detto, naturalmente occorre contestualizzare: va ricordato che si parla di anni in cui i tassi di crescita tendenziale dei prezzi al consumo (la media italiana del periodo 1971-80 fu del 14,8 per cento), se paragonati agli standard odierni e all’inflation-targeting della BCE, sono numeri da repubblica di Weimar. In altri termini, gli indici dei prezzi venivano già da anni di crescita assai elevata. Senza contare che il differenziale di inflazione tra l’Italia e il paese benchmark dell’Ue, la Germania, ridottosi dopo l’ingresso nell’Unione monetaria, è stato particolarmente ampio proprio negli anni Settanta e Ottanta. In ogni modo, gli effetti macroeconomici più rilevanti si dispiegano sul Pil, portando in Italia nel 1975 – ed è l’unico caso in cui un oil shock sia legato ad una recessione - ad una pesante caduta (-2,1 per cento) così come in Francia (-1,0); quasi ovunque in Europa si assiste ad un forte rallentamento del ciclo economico.

 

Le cose peggiorano decisamente con il secondo oil shock, che a partire dal I trimestre 1979 (contestualmente alla presa del potere da parte di Khomeini in Iran) si protrae per 24 mesi, complici il permanere delle tensioni internazionali e la guerra tra Iran e Iraq. In termini di tassi di inflazione, le sue conseguenze si rivelano le più pesanti di ogni tempo: mentre infatti l’aumento del prezzo del greggio è pari “solo” al 114,4 per cento, dunque rivelandosi meno consistente che nel 1973-74 (anche se, come accennato, in valore assoluto il prezzo reale tocca il massimo storico),  l’andamento contestuale dell’inflazione è assai più dinamico rispetto allo shock precedente. In Italia, nello stesso periodo 1979-81, i prezzi al consumo aumentano del 49,2 per cento. Probabilmente, la maggiore spinta inflattiva si deve anche alla spirale salari/prezzi dovuta all’indicizzazione pressoché piena al costo della vita introdotta nel corso degli anni Settanta.

 

Il terzo oil shock ha origine dall’invasione del Kuwait ad opera dell’Iraq di Saddam Hussein (agosto 1990). Lo shock è assai più breve ma di non minore intensità (non di 8 trimestri come i precedenti, ma solo di 3), cosicchè l’aumento cumulato supera presto i 100 punti percentuali (170,9 per cento alla fine del periodo). Anche in questa circostanza l’impatto inflattivo si rivela notevole e supera i 100 punti percentuali sia in Italia sia in numerosi altri paesi europei,.

In occasione dell’ultimo (ed attuale) oil shock si è sinora osservato (dati al III trimestre 2007) un aumento dell’indice armonizzato di inflazione di 10,1 punti in Italia, 14,4 in Spagna, 8,7 in Francia e 8,4 in Germania.

 

La tabella sottostante riepiloga gli aumenti cumulati dell’indice dei prezzi al consumo in Italia e in alcune altre advanced economies europee per ogni 100 punti cumulati di aumento del prezzo reale del greggio in occasione dei diversi oil shocks.

 

 

Tabella 1: Crescita cumulata del prezzo reale del greggio e dell’indice dei prezzi al consumo

durante gli oil shocks (variazione di periodo assoluta e normalizzata)

 

 

 

ante-UEM

post-UEM

I oil shock

IV 73-IV 75

II oil shock

I 79- I 81

III oil shock

I 90- III 90

IV oil shock

I 03-III 07

Tasso di crescita reale

greggio (Saudi Light Arabia)

371,9

114,4

171,1

147,0

(num.indice)

100,0

100,0

100,0

100,0

Tasso di inflazione di periodo (variazione CPI)

 

 

 

 

Italia (var. assoluta e normalizzata)

44,2

49,2

9,0

10,1

11,9

43,0

Domenica, 30. Dicembre 2007
 

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