Isee falsi e aiuti agli evasori

Le università se vogliono possono recuperare forti somme di tasse non pagate grazie alle dichiarazioni infedeli. E adesso l'Isee verrà usato anche per individuare i "poveri" a cui destinare il contributo di solidarietà (incostituzionale) prelevato ai pensionati...
A proposito dell'articolo La maggioranza deviante, da anni a Roma Tre ci siamo posti il problema delle dichiarazioni Isee dei nostri studenti (vedi l'articolo di Carmela d'Apice e del sottoscritto sulla Rivista delle politiche sociali della CGIL del 2006).
 
Negli anni più recenti siamo riusciti a recuperare un notevole ammontare di tasse non pagate e l'amministrazione centrale dell'Università, con la forte volontà del direttore generale, ha concesso un finanziamento al centro di ricerca che dirigo all'interno dell'Ateneo, che ha consentito di destinare un giovane esperto anche nelle tecniche statistiche per rendere più efficaci e produttivi (di gettito) i controlli sulle dichiarazioni degli studenti.
In realtà i modelli Isee mostrano redditi perfino inferiori a quelli delle dichiarazioni Irpef, che comunque costituiscono la base delle informazioni fornite. Poiché l'evasione di questa imposta è notoriamente elevatissima per i redditi diversi da quelli di lavoro dipendente e di pensione, nessuna meraviglia per i risultati dei controlli della Guardia di finanza. Il persistere dell'evasione di queste categorie è proverbiale.
 
Se ne trovano riscontri già più di un secolo fa. In base ai risultati del censimento del 1871, l' ufficio studi del ministero delle Finanze inviò un appunto al ministro che, tra l'altro, faceva osservare le discrepanze tra il numero di professionisti e imprenditori che risultavano al censimento e quelli che erano noti al fisco: la categoria più "occulta" risultava quella dei "ragionieri e dottori commerciali" il cui numero per il fisco risultava del quattro per cento rispetto a quello dichiarato al censimento!
Tante considerazioni sono possibili, ma non voglio scrivere un trattato...
Un'ultima osservazione di attualità: il "contributo di solidarietà" sulle pensioni, su cui condivido le osservazioni di Ruggero Paladini, oltre a violare principi democratici (sanciti nella nostra Costituzione) sull'equità orizzontale e verticale, applicabili a tutti i prelievi coattivi, dovrebbe essere destinato a finanziare "poveri" individuabili utilizzando anche l'Isee. La predilezione per gli evasori non sembra avere limiti!

Prof. Antonio Di Majo
Università degli Studi Roma Tre
Facoltà di Economia "Federico Caffè"
Lunedì, 16. Dicembre 2013
 

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