Quasi la metà degli occupati percepisce la presenza di rischi per la propria salute durante lo svolgimento dellattività lavorativa. Questo aspetto allarmante emerge da unindagine ISTAT del 2007 i cui risultati sono stati diffusi alcuni giorni fa.La piaga degli infortuni sul lavoro, che ha occupato recentemente fin troppo spesso le prime pagine dei quotidiani, non può essere ridotta al rango di tragica fatalità ma è diretta conseguenza di un ambiente di lavoro che non riesce a garantire lincolumità di chi vi opera.
LUnione Europea, dal canto suo, ha da tempo preso a cuore il tema della salute e sicurezza sul lavoro, sia perché rientra abbondantemente tra gli aspetti di ambito sociale innervati nel suo Dna e sui quali può riscuotere più agevolmente un ampio consenso tra i paesi membri - viatico fondamentale al fine di emanare regolamentazioni - e sia perché negli ultimi tempi si è tentato di stabilire un nesso tra infortuni e perdita economica che è questione particolarmente sensibile per le orecchie dei governanti. La precedente strategia comunitaria per la salute e sicurezza 2002-2006 si prefiggeva di adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società ovvero di conseguire il benessere sul luogo di lavoro attraverso il rafforzamento della cultura della prevenzione, il miglioramento dellapplicazione della giurisprudenza già esistente in materia, la costituzione di partenariati tra i soggetti che hanno voce in capitolo sullargomento (istituzioni, parti sociali, imprese, ecc.), lo sviluppo della cooperazione internazionale perché il problema è ancora più grave nei Paesi più deboli economicamente.
(1) Anche sul fronte delle malattie professionali lINAIL contribuisce a fornire dati al sistema informativo di riferimento dellUnione Europea (EODS European Occupational Diseases Statistics ).