Il sommerso non può servire da 'deus ex machina'

Questa parte dell’economia è un’espressione delle difficoltà che caratterizzano un sistema economico: perciò il contesto nel quale opera l’impresa deve anch’esso essere modificato se s’intende favorire l’emersione e ridurre l’evasione.

L’economia sommersa è considerata un’anomalia del sistema economico italiano ma la revisione dei manuali di contabilità nazionale, operata congiuntamente dalle Nazioni Unite e da Eurostat negli anni '90, ha riconosciuto la rilevanza dell’economia sommersa e l’obbligo del  suo inserimento nei conti nazionali. La discussione sulla qualità dei conti nazionali si sposta sull’esaustività, ossia sulla capacità del sistema statistico ufficiale di stimare, correttamente e interamente, anche la parte della produzione e del consumo che non è oggetto di indagini dirette.

 

In Italia, gli argomenti di ricerca collegati all’economia sommersa   sono numerosi: l’evasione fiscale, l’eccesso di leggi  e di tutele, il divario Nord – Sud, la crisi della grande industria, il nanismo delle imprese, il ritardo nell’innovazione di prodotto e di processo, la sperequata distribuzione territoriale della  disoccupazione, la crescita dei lavori atipici, infine, ma non meno importante, l’infiltrazione della criminalità nell’economia legale, ecc. Questi argomenti consentono di affermare che l’economia sommersa:

a) non può essere identificata come settore omogeneo anche se presenta alcuni elementi tipici.

b) è un elemento strutturale del sistema economico e sociale italiano e come tale va studiata poiché è perfettamente integrata con esso

c) deve la sua estensione all’ambiguità della classe politica nei suoi confronti, alla farraginosità e alla contraddittorietà delle norme emesse ai diversi livelli di governo e all’inefficienza delle amministrazioni pubbliche nel contrasto dei comportamenti illeciti e/o illegali.

d) rende  meno efficaci politiche di sostegno della domanda ma soprattutto può generare processi involutivi, anche se solo apparenti, quando sono attuate politiche fiscali restrittive

e) sebbene sia criticata da molti, è anche apprezzata da molti e troviamo la sua presenza nei consumi finali delle famiglie e nei consumi intermedi delle imprese, nel mercato del lavoro, nel credito, nel risparmio ecc.

Prudenza consiglierebbe di approfondire le sue caratteristiche e compiere un’accurata analisi costi – benefici prima di lanciare campagne per la sua emersione e di promettere una repressione intransigente dell’evasione fiscale e contributiva.

Non rientra, invece, nell’economia sommersa l’evasione e l’elusione fiscale operata dagli imprenditori della cosiddetta economia regolare ossia dell’economia osservata.

 

2. Le  controversie economiche e statistiche  sull’economia sommersa.

La teoria economica basata sui comportamenti razionali ritiene che l’evasione fiscale e in molti casi la scelta di operare nell’economia sommersa,  sia una decisione presa dall’imprenditore e/o dal lavoratore in conformità ad un’analisi costi – benefici e spetta alla Statistica pubblica e al Fisco modificare queste valutazioni.

Per capire le caratteristiche, i comportamenti e gli effetti dell’economia sommersa e la sua rilevanza ai fini fiscali è indispensabile approfondirne l’analisi settoriale e dimensionale; in generale, si tratta di piccole e piccolissime imprese nel settore dei servizi e delle costruzioni e con presenze significative anche nel manifatturiero tradizionale. A queste imprese vanno aggiunte  le attività svolte dai lavoratori autonomi, in prevalenza liberi professionisti oppure precari, che operano senza un’organizzazione imprenditoriale, ed infine i secondi lavori e le attività più propriamente pertinenti all’economia informale, specie in agricoltura. Dal lato delle risorse, l’analisi affronta  la segmentazione dell’occupazione e le scelte tecnologiche operate dagli imprenditori dell’economia sommersa mentre dal lato della domanda sono ancora carenti  le indagini sulla quota di domanda di beni e servizi intermedi e finali soddisfatta dalle imprese del sommerso.

Queste considerazioni, in effetti, non esauriscono il tema dell’economia sommersa  poiché resta da chiarire  la diffusa presenza, in alcune zone del nostro Paese, di imprese marginali e submarginali che danno un'occupazione, anche se precaria, alle fasce deboli del mercato del lavoro e offrono, a costi ridotti, produzioni finali ed intermedie ad alta intensità di lavoro e a bassa produttività; oppure, ancora, vendono i loro prodotti in mercati  poco interessanti per le medie e grandi imprese.

Per alcuni studiosi l’origine del dualismo Nord – Sud, oggi possiamo aggiungere economia regolare – economia sommersa,  andava ricercata nelle imperfezioni del mercato del lavoro cui si sommavano, concettualmente, l’inefficienza dei mercati oligopolistici e monopolistici per i beni e servizi, caratterizzati da economie di scala e  un rapporto capitale/lavoro incompatibile con il rapporto fra la remunerazione dei fattori.  

Le conseguenze per la politica economica ponevano l’accento sull’esigenza di un intervento pubblico che si proponesse di limitare gli effetti di alcune vere e proprie esternalità negative (mancanza d’infrastrutture materiali ed immateriali, criminalità, scarsa informazione, basso livello di  istruzione nella forza lavoro disponibile, ecc.) ricorrendo ad incentivi e disincentivi. I risultati dell’intervento straordinario non sono stati esaltanti e sebbene, in questi anni, alcune condizioni esterne si siano  modificate non vi sono stati  apprezzabili effetti sulla riduzione del divario territoriale.

Le statistiche mostrano che un terreno favorevole al sommerso è il noto e persistente nanismo delle imprese italiane associato alla scarsa presenza di grandi  imprese (>250 addetti), queste ultime appena 3199 su un totale di 4.205.862, con un’occupazione pari al 18% del totale e con una quota di  fatturato del 30%. Un’ulteriore conferma dell’anomalia  italiana è fornita dalla diffusione delle microimprese (1-9 addetti) che registrano il 47,8 % dell’occupazione e il 31,6 % del valore aggiunto contro una media UE di 29,8 e 20,5 rispettivamente. Le statistiche mostrano che la diffusione della piccola e piccolissima impresa contribuisce ad abbassare non solo la produttività del lavoro ed il tasso di accumulazione ed ha conseguenze negative sull'innovazione e quindi sulla competitività della  nostra economia.  

Secondo alcuni esperti, di solito consiglieri del governo, con l’emersione delle imprese  non è  necessario: a) ridurre la spesa pubblica perché l’imponibile potenziale avrebbe consentito di portare in pareggio il bilancio pubblico mediante il recupero dell’evasione; b) ridurre le aliquote per disincentivare l’evasione e, quindi, la convenienza ad operare nel sommerso.

 

3. Alcuni punti acquisiti  ed altri ancora irrisolti

Secondo i manuali internazionali di contabilità nazionale “l’economia non direttamente osservata” (Eno) include l’economia sommersa, l’economia illegale e l’economia informale.

 L’economia sommersa è costituita dalla produzione di beni e servizi da parte di soggetti che  volontariamente o in condizioni di necessità:  a) evadono  gli obblighi fiscali e parafiscali; b) non  rispettano le  leggi e le  norme; c) compilano in modo non accurato i moduli amministrativi; d) compilano consapevolmente  in modo non accurato i  questionari statistici. Ne discende che il sommerso può essere classificato come economico oppure statistico a seconda del comportamento dei rispondenti nei confronti dell’Istat.

Può essere utile compiere un’ulteriore distinzione fra “sommerso di impresa” e “sommerso di lavoro”, per operare una distinzione fra  la produzione ed i fattori della produzione, ma soprattutto per misurare con maggiore accuratezza l’economia sommersa.

Con riferimento al sommerso di impresa, è raro il caso di un’impresa che non sia registrata, non abbia un minimo di contabilità, non produca un reddito, utilizzi solo lavoratori in nero e non sia titolare di un contratto di fornitura di servizi pubblici. Sono, invece, numerose le imprese parzialmente sommerse che occultano una parte del fatturato, ma soprattutto del valore aggiunto e dei profitti e impiegano sia lavoratori regolari e sia lavoratori in nero. Questa precisazione è rilevante per separare le imprese dell’economia sommersa da quelle, non meno numerose, che sottraggono imponibile al fisco e/o agli enti previdenziali ma non necessariamente valore aggiunto alla statistica ufficiale.

Il sommerso di lavoro è associato, in tutto o in parte al sommerso d’impresa, e si caratterizza per l’assenza di un rapporto di lavoro formalizzato, per le  condizioni di lavoro e salariali differenti da quelle contrattuali, per la mancata denuncia di parte della  manodopera  oppure per la sotto-dichiarazione di una parte della prestazione lavorativa.

In sintesi, si può affermare che il sommerso è sia l’espressione del fallimento dello Stato, e sia l’ espressione del fallimento del Mercato come istituzione, poiché esso  accetta – e a volte favorisce - l’inefficienza allocativa dei principali mercati delle merci, dei fattori della produzione  e dei diritti di proprietà.

Meno percepita dagli economisti è l’influenza che l’ambiente in senso lato può avere su una presenza estesa  di economia sommersa. Ne discende che esiste un dualismo anche all’interno dell’economia sommersa e questa seconda espressione del sommerso può essere considerata una  rivisitazione del dualismo i cui  elementi comuni, anche se con diversa intensità, sono:

a)  l’insufficiente dotazione di infrastrutture,

b)  l’inefficienza delle amministrazioni pubbliche,

c)  l’arretratezza del settore dei servizi,

d)  la scarsa attenzione alla qualità della produzione,

e)  la scarsa preparazione professionale della forza lavoro,

f)   l’inefficienza allocativa dei mercati,

g)  la mancanza di trasparenza e di informazione,

h)  la priorità assegnata al potere rispetto al profitto

i)    la  scarsa preparazione culturale che caratterizza l’ambiente socio-economico,

j)   il ruolo  svolto dai professionisti, nuove figure di scrivani, nell’era dell’ITC, e di intermediari,  nei difficili rapporti con le amministrazioni pubbliche.   

 

4. Uno schema semplificato

La descrizione delle diverse tipologie e fonti della Eno può essere utile ricorrere ad uno schema semplificato che colleghi Eno ed evasione fiscale, poiché il dibattito sull’economia sommersa è largamente centrato sull’evasione fiscale e contributiva.

tab. 1  Confronti fra Statistica e Fisco

 

Ic

Inc

totale

Eo

A

B

tEo

Eno1

C

D1

tEno1

Giovedì, 7. Febbraio 2008
 

SOCIAL

 

CONTATTI