Il rischio della statistica 'contrattata'

E' assurdo e deprecabile che i sindacati attacchino l'Istat per un errore materiale, deprecabile ma modesto. Il governo potrebbe approfittarne per chiedere revisioni ben più incisive

Caro direttore, trovo assurdo che un deprecabile errore materiale compiuto da un ricercatore dell'ISTAT nel calcolo della variazione dell' indice dei prezzi al consumo venga preso a pretesto dai segretari generali di CISL e CGIL per attaccare l'ISTAT e insultare i lavoratori che operano nell'istituto.

Trovo incomprensibile che persone responsabili non capiscano che i primi a sfruttare queste vibranti denunce saranno i ministri che infatti hanno assunto il volto severo dei tutori della correttezza della statistica ufficiale ma continuano a ridurre le risorse per la statistica ufficiale.

Temo che questo polverone sia strumentale per un rinnovo contrattuale basato sulla statistica contrattata, ossia non basata su statistiche ottenute con metodi e con rilevazioni trasparenti ma su dati portati dalle parti al tavolo delle trattative e basate sul metodo della percezione. Nella mia esperienza al tavolo delle trattative ho potuto constatare che questa tecnica non porta vantaggi ai lavoratori e purtroppo neanche al paese poiché trasferisce il confronto interamente sulla forza contrattuale del parti.

Non so chi si sia l'inventore del concetto di inflazione percepita, che si aggiunge ad una serie di indicatori fantasiosi come la credibilità, il complotto, ecc., ma certamente conosco l'inutilità di fare una battaglia sullo 0,1% che tra l'altro nessuno contesta ma che, udite udite, invece di applicarsi al mese di gennaio va calcolato sul mese di febbraio. Non si modifica il dato annuo, neanche il dato trimestrale, leggermente il dato mensile, moltissimo il dato giornaliero. Evidentemente il concetto rilevante di inflazione è l'inflazione giornaliera...

Sono pronto ad avviare un dibattito sull'uso politico delle statistiche ma vorrei evitare polemiche strumentali. Una volta i sindacati facevano parte della commissione che calcolava l'indice del costo della vita. Questa commissione ha sempre lavorato in un clima di collaborazione e penso che questa collaborazione sia sempre stata accettata dall'Istituto. Quello che trovo discutibile è che i sindacati si debbano sottrarre al loro ruolo per passarlo ad organismi privati che tutelano altri interessi. Un intervento positivo sarebbe proprio quello di chiedere un tavolo di confronto per migliorare le rilevazioni e gli strumenti a disposizione e a questo tavolo è ben che i sindacati siano presenti in prima persona senza delegare questo compito ad altre associazioni.

Non amo intervenire su argomenti che un tempo mi hanno visto assumere un ruolo ufficiale ma penso sia mio dovere intervenire quando si tenta di mettere in discussione un'istituzione che deve essere autonoma ed indipendente. Su questa strada si rischia di avallare interventi più incisivi da parte del governo che strumentalizzino maldestri tentativi di delegittimazione per chiedere revisioni ben più incisive nelle statistiche ufficiali. Non voglio neanche pensare ad eventuali nuovi vertici che ovviamente competono al governo, ma dubito che avrebbero il gradimento dei sindacati.

Mi auguro di avere sollecitato un riflessione sui guai che si possono creare utilizzando le statistiche in modo strumentale.

Giovedì, 20. Febbraio 2003
 

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