Il reciproco del miracolo

A confrontare i numeri dell'economia italiana con quelli degli altri paesi c'è da arrossire: non era facile riuscire ad avere insieme il deficit pubblico più alto e la crescita più bassa
E' un peccato che le comprovate doti di play boy del nostro presidente del Consiglio non servano ad aiutare la nostra economia, perché ce ne sarebbe un gran bisogno: il confronto con tutti gli altri paesi farebbe arrossire chiunque.
 
Secondo i dati riportati dall'Economist, nell'ultimo trimestre (rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente e annualizzato) il Pil della zona euro è cresciuto del 2%; quello dell'Italia ha segnato un preoccupante - 1,8%. Inutile dire che è tutta l'Europa che va male: la Francia fatica, ma ha pur sempre guadagnato uno 0,8; quanto alla Germania, che secondo le ripetute dichiarazioni fatte da vari membri del governo nei mesi passati starebbe peggio di noi, il dato è un clamoroso + 4,2%.
 
Se poi esaminiamo i risultati della bilancia commerciale negli ultimi 12 mesi (i dati sono sempre tratti dall'Economist), scopriamo che la zona euro ha fatto segnare un + 69%, e l'Italia un - 6,1. E la Germania? Mostra un incredibile progresso addirittura del + 198,5 %.
 
Ma forse, potrebbe pensare qualcuno, è l'austerità di bilancio, a cui siamo costretti dalle "stupide" regole europee, che tarpa le ali all'economia italiana. Sbagliato: secondo le previsioni Ocse, l'Italia avrà nel 2006 un deficit pari al 5% del Pil, il più alto fra tutti i paesi industrializzati escluso il Giappone.
 
All'inizio del suo mandato Silvio Berlusconi parlava di un miracolo, ed effettivamente questa promessa l'ha mantenuta, anche se in modo alquanto diverso dalle previsioni. E' effettivamente un miracolo riuscire ad avere il deficit pubblico più alto e insieme la crescita più bassa. Non tutti ci sarebbero riusciti. Speriamo di non doverci stupire in futuro per altre prodezze analoghe.
Martedì, 28. Giugno 2005
 

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