Il lungo addio di Mister tv

I sondaggi più recenti danno il governo in forte calo. Ma finché la maggioranza tiene c'è tempo di approvare qualche altra legge su misura

Mai come in questi mesi un leader politico italiano è stato tanto seguito dalla stampa estera. E mai in modo così pesantemente critico. C'è però da dubitare che Berlusconi voglia aggiungere anche questo ai suoi record.

Tante ne fa e tante ne dice, Berlusconi, che quella metà d'Italia che non fa parte del suo schieramento ogni tanto si stropiccia gli occhi e arriva a sospettare di aver perso la serenità di giudizio, di considerare inconcepibile il suo modo di fare per partito preso. Poi, però, arrivano gli articoli, le copertine e le inchieste di quotidiani e settimanali di buona parte dell'Europa, analisi di giornalisti e commentatori - spesso di schieramento moderato - che non hanno per l'Italia altro interesse se non quello di raccontare che cosa succede, oltre al fatto che, dati i legami comunitari sempre più stretti, quel che fa il nostro paese influisce anche sui loro affari.

Non sogniamo, ci diciamo allora, siamo svegli (purtroppo). Quelle che a noi sembrano enormità, guarda un po', sembrano enormità anche ad osservatori esterni e meno coinvolti.

Secondo i sondaggi più recenti il centro-destra è in netto calo ("Per forza - dice Berlusconi - ho tutte le televisioni contro, tranne quella di Emilio Fede"; e noi diamo un'altra stropicciata agli occhi). Ma non c'è da stare allegri. Sondaggi o no, il partito-azienda dimostra di tenere, specie sui problemi a cui più tiene il presidente del Consiglio (cioè i suoi). E se, come sembra, la maggioranza parlamentare continuerà a reggere, c'è ancora tutto il tempo di varare altre leggi su misura.

Quella sul sistema dell'informazione, prima di tutto, che consentirà a Berlusconi di rafforzare la sua egemonia senza neanche più il fastidio di far finta di competere con una Rai definitivamente messa in ginocchio e, se lo deciderà, di allargare l'impero ai quotidiani. E poi, magari, una bella riforma elettorale cucita sul prossimo obiettivo del Cavaliere, probabilmente la presidenza della Repubblica.

Certo, questa sarà più difficile, potrebbe persino non riuscirgli. Speriamo: avremo già abbastanza da penare per ripagare i danni che questo governo ha fatto e continuerà a fare.

Mercoledì, 6. Agosto 2003
 

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