Il caos c’è, sarà creativo?

Non c’è da dare troppo peso alla inciampata del governo in Senato, un incidente di percorso che non incrina la solidità della maggioranza. Perché, anche se può sembrare un paradosso, la maggioranza è solida, anche se è tra le più turbolente che si ricordino.
Non c'è da dare troppo peso alla inciampata del governo in Senato, un incidente di percorso che non incrina la solidità della maggioranza. Perché, anche se può sembrare un paradosso, la maggioranza è solida, anche se è tra le più turbolente che si ricordino.

Il ritornello della destra sull'"impossibile convivenza" tra "riformisti" e "radicali" è, al tempo stesso, esagerato e riduttivo. Esagerato, perché la convivenza non è affatto impossibile, come finora è stato più volte dimostrato. Riduttivo, perché non sono solo due anime a confrontarsi nel centro sinistra, ma almeno quattro, cinque, forse di più. Basta leggere dei contorcimenti sulle caratteristiche del Partito democratico per rendersene conto.

Questo caos c'era anche prima delle elezioni, e il compromesso che ha generato è stato il famoso Programma, tanto pletorico quanto evanescente. Ora, che ci sia disordine non è sempre un male, come diceva Mao. Basta però che questo disordine abbia a un certo punto uno sbocco, che non sia un semplice compromesso, ma una sintesi che, dalle posizioni di partenza, crei qualcosa di superiore.

Nell'attesa, E&L propone nuovi interventi sulla previdenza, sul rapporto tra religione e Stato, sul contratto dei metalmeccanici, sull'Afghanistan, sull'Europa. Buona lettura.
Venerdì, 2. Febbraio 2007
 

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