Avanti giovani, alla riscossa, lultima fatica di Livi Bacci, affronta il terribile spreco dei giovani da parte della società italiana e delinea storicamente il mutamento della condizione della gioventù nel nostro paese, da quando, allinizio del Novecento, un ragazzo su due tra i dieci ed i quindici anni era al lavoro, fino ad oggi.
I giovani italiani percorrono le tappe che li portano alletà adulta più lentamente dei loro coetanei europei, hanno una minor propensione alla mobilità geografica, contano poco negli spazi della politica come delleconomia, della cultura come, in generale, nella società. Secondo alcune ricerche, inoltre, si riscontra una crescente riduzione del ruolo dei giovani (sotto i 35 anni) nella creazione di nuove imprese. I giovani appaiono peraltro poco propensi ad abbandonare laccogliente casa dei genitori rimandando quanto più possibile ogni scelta che si presenti come definitiva e che non consenta la piena autorealizzazione. Un po vittime ed un po complici dunque. Ma rispetto alla loro marginalizzazione va tenuto presente che tali tendenze sono aggravate da indubbie difficoltà legate ad una riduzione significativa dei salari dingresso nel mondo del lavoro e dal sottoinquadramento crescente dei giovani neolaureati. I giovani sono certamente schiacciati da una società bloccata, si pensi alle barriere di ingresso presenti in molte professioni, ma al tempo stesso sembrano non avere la forza di ribellarsi allo status quo. Per molti, ad esempio, per far carriera nel mondo del lavoro conoscere una persona influente è più importante di acquistare un bagaglio significativo di competenze.
Ma, come avverte Livi Bacci nellepilogo, tutto questo non basterà se assieme alle condizioni materiali e ai modi di funzionamento della società, non cambieranno anche le ambizioni, le aspettative, gli ideali. Pur senza assolutizzare alcuni segnali di risveglio non possono però non essere scorti. I giovani italiani probabilmente sono addormentati, ma, pur tra mille contraddizioni e precarietà, si stanno svegliando anche contro o, meglio, fuori da una politica che spesso li utilizza come strumenti, oggetti di polemica, e non li riconosce nella loro dignità di soggetti, individuali e collettivi. Se questo risveglio, appena abbozzato, sarà duraturo è troppo presto per dirlo. Ma potrebbe costringere lapprezzato demografo fiorentino ad aggiungere un nuovo capitolo al suo prezioso, stimolante e documentato libro.
Avanti giovani, alla riscossa. Come uscire dalla crisi giovanile in Italia
Il Mulino, pp. 118 10 euro