Germania. Interinali ma meno precari

Un accordo che prepara la strada a una regolazione contrattuale del lavoro temporaneo
Adesso anche i lavoratori con rapporto a tempo avranno in Germania un contratto di categoria. Un accordo di massima, che traccia le linee generali del nuovo assetto contrattuale, è stato raggiunto a Francoforte il 20 febbraio scorso tra il comitato contrattuale intercategoriale del DGB (la confederazione tedesca dei sindacati) e l’associazione federale delle società di lavoro interinale BZA (Bundesverband Zeitarbeit).

L’intesa, secondo i dati forniti dal BZA (vedi scheda) riguarda circa 1.600 aziende associale al BZA, per un totale di quasi 800.000 lavoratori.
Per ora l’accordo si limita a fissare le “pietre angolari” del nuovo edificio contrattuale. Un ulteriore negoziato metterà a punto entro la fine di maggio i dettagli di un vero e proprio contratto, che avrà caratteristiche di flessibilità e terrà conto delle peculiarità dei vari settori.
 
Le parti hanno convenuto di delineare un sistema differenziato di assunzione e retribuzione, prevedendo anche specifiche regolazioni per i gruppi di lavoratori con particolari difficoltà di collocamento. Insieme a una struttura retributiva adattabile alle varie specificità, si prevede una regolazione flessibile del tempo di lavoro su base annua e l’adozione di “conti del tempo di lavoro” (“banca delle ore”), concepite su misura per questa forma di impiego.
 
In sintesi l’intesa prevede:
- un sistema retributivo articolato in cinque gruppi retributivi, ciascuno con una propria quota di ore regolari;
- applicazione del principio “equal-pay”, cioè della parità di trattamento retributivo rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato con eguale mansione;
- regolazione dell’orario di lavoro prendendo a riferimento la settimana di 35 ore medie dei lavoratori a tempo indeterminato.

Viene stabilito uno scadenzario fino al 2006 per le retribuzioni delle ore regolari, a seconda dei livelli fissati. Gli aggiustamenti retributivi a seconda dei settori verranno negoziati con i sindacati di categoria competenti.
 
Naturalmente restano ancora non poche né irrilevanti divergenze sui dettagli, che saranno definiti nel negoziato successivo. Ma il passo compiuto, dicono gli esponenti sindacali, è di portata storica. Per la prima volta sindacati e imprenditori hanno convenuto di disciplinare la selvaggia eterogeneità del lavoro interinale in un sistema regolato, sia pure flessibile.
 
“Con questo accordo – ha dichiarato Reinhard Dombre, coordinatore della delegazione negoziale del sindacato – sono stati creati i presupposti per assicurare retribuzioni stabili e sviluppare una contrattazione specifica per il settore del lavoro interinale, che finalmente diviene un settore normale dell’economia”.
Analoghi accenti di soddisfazione arrivano dalla IG Metall, il sindacato metalmeccanico, tradizionalmente più rigido in materia di flessibilità. “È una pietra miliare nella storia della politica contrattuale – ha dichiarato il numero due della IG Metall, Jürgen Peters –. Con questo accordo è stata gettata la base per eguali condizioni di lavoro e di reddito per tutti i lavoratori a tempo. Da ora in poi, di questa forma di lavoro non si potrà più abusare come di uno strumento per premere sui livelli retributivi. Comincia una nuova era nelle relazioni tra sindacati e datori di lavoro interinale. Il lavoro temporaneo viene finalmente tirato fuori dall’angolo della spazzatura”.
 
Dal canto loro, magari con toni meno entusiastici, anche gli imprenditori del settore hanno espresso soddisfazione. “In questo modo – così Jürgen Uhlemann, capo delegazione del BZA – abbiamo la possibilità di remunerare i lavoratori con criteri orientati alla prestazione e, al tempo stesso, di aprire anche per i lavoratori con difficoltà di collocazione una porta verso il lavoro a tempo e verso l’entrata nel mercato del lavoro regolare”.
 
La soddisfazione del sindacato è più che giustificata. Con l’accordo del 20 febbraio 2003 comincia a tradursi in pratica un punto qualificante della nuova legislazione sul mercato del lavoro varata lo scorso novembre, che recepiva sia pure in parte le indicazioni della Commissione Hartz (vedi su E&L «La Germania vara 'l'indennità di occupazione»).
 
L’introduzione nel testo legislativo dell’obbligo di stabilire un vero contratto di categoria per il lavoro a tempo, che la Commissione Hartz non prevedeva, era stata rivendicata dal sindacato come una delle sue priorità. Proprio l’accoglimento di questa rivendicazione nella stesura finale della legge veniva additato da una serie di commenti critici (dell’opposizione politica e di esponenti del padronato, ma non solo) come la prova di un’eccessiva debolezza del Governo Schröder e un annacquamento delle innovazioni promesse dalla Commissione Hartz (in senso deregolativo), ma non del tutto mantenute nel testo legislativo, “per colpa” appunto delle pressioni del sindacato.
Raggiunto l’obiettivo di una regolazione contrattuale, il sindacato vede realizzarsi una condizione base per la diffusione su tutto su tutto il territorio federale delle nuove agenzie di collocamento previste dalla riforma del mercato del lavoro (PSA – Personal Service Agenturen: vedi ancora l’articolo sopra citato) e aprire nuove prospettive di un lavoro più stabile e tutelato per i disoccupati di lunga durata e con difficoltà di collocamento.
Giovedì, 27. Febbraio 2003
 

SOCIAL

 

CONTATTI