Fiat, avanti fra i dubbi

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La scomparsa di Giovanni Agnelli, nonostante la grande emozione che ha provocato, non ha fatto segnare battute d'arresto all'evoluzione del caso Fiat. Che resta, però, tutt'altro che chiara.
Solo la ricontrattazione degli accordi con General Motors, con la rinuncia al "put" (il diritto a vendere) per la quale la casa americana sarebbe disposta a pagare un prezzo consistente, fugherebbe definitivamente il dubbio che il lavorìo attorno all'azienda del Lingotto (nell'immagine, una foto dello stabilimento) non serve soltanto a farla arrivare viva al momento in cui si potrà venderla.

Del resto le banche, che hanno mostrato di potersi imporre quando vogliono, hanno un solo interesse principale: rientrare dai prestiti concessi. Di questo gli azionisti chiederanno conto ai manager, che invece non potranno essere rimproverati di aver eventualmente facilitato il passaggio all'estero del controllo dell'azienda. Quest'ultimo è un interesse nazionale, non di chi deve rispondere solo sul conto profitti e perdite.

Il nostro dibattito continua comunque ad essere aperto a chi ritiene di avere qualcosa da dire in proposito.

Prosegue l'inchiesta di EL sul futuro della contrattazione. I nostri lettori trovano i pareri di due autorevoli giuristi del lavoro, Umberto Romagnoli e Mario Rusciano.

Nella sezione "Europa", una sintesi della proposta avanzata da Jacques Chirac e Gerhardt Schroeder.

Mercoledì, 29. Gennaio 2003
 

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