Chi ricostruirà la sinistra?

Anche se c’è chi sostiene (come Renzi) che non c’è più “destra” e “sinistra”, continua ad esistere un “sopra” ed un “sotto”; dove il “sopra” ha continuato ad arricchirsi, mentre il “sotto” è stato l’unico destinatario della crisi. Senza una alternativa progressista andrà sempre peggio

L' analisi nell’articolo Il leader della disperazione è molto approfondita. Manca solo il riferimento al harakiri ad opera dei 101 su Prodi, ma per il resto è condivisibile.

Ho solo un’osservazione: come si fa a ri-generare una “sinistra” oggi in Italia? Perché l’unico che oggi dice cose di sinistra è … papa Francesco, ma con una Cei ancora attestata sulle posizioni di Bagnasco (e Bertone), sia pure mimetizzata ed alla ricerca, per il momento infruttuosa, di un nuovo interlocutore di centro-destra al posto di Berlusconi.

Credo che Renzi si dimostrerà più o meno come Tony Blair, sui temi sociali e sul piano delle diseguaglianze, nei redditi, nel lavoro, nell’eguaglianza delle opportunità, etc., lasciando inalterati ed immuni i soliti ricchi, evasori, truffatori,  non intaccando le corporazioni, le clientele, il familismo etc., etc.

Perciò ritengo che l’unico modo per ri-costruire una “sinistra”, sarebbe aggregare i “cervelli liberi” che oggi sono dispersi (provenienti anche da aree diverse: solidarietà marxiana e cattolicesimo sociale), al fine di costruire una IDEA, un “nuovo approccio culturale”,  una visione del futuro , ispirata al modello sociale nord-europeo, al fine poter offrire una “bussola”, un progetto di società, che affronti con urgenza e decisione le DISEGUAGLIANZE, nella DISTRIBUZIONE dei REDDITI e nelle OPPORTUNITÀ di LAVORO STABILE;  da diffondere partendo dal basso, dalle associazioni, i movimenti, i circoli, etc.

Perché, anche se c’è chi sostiene (come Renzi) che non c’è più “destra” e “sinistra”, continua ad esistere un “sopra” ed un “sotto”; dove il “sopra” ha continuato ad arricchirsi anche in questi anni di crisi, mentre il “sotto” è stato l’unico destinatario della crisi, dei sacrifici e del conseguente impoverimento.

Quindi, la costruzione di una alternativa progressista (meglio, di “sinistra”), antitetica tanto al liberismo quanto all’antagonismo, è una strada obbligata; altrimenti si continuerà, più o meno periodicamente, a passare di crisi in crisi, con i costi sociali o i debiti che continueranno (come ora) ad essere ripartiti unicamente fra i soliti che stanno “sotto”.

Resta una domanda, al momento ancora senza risposta: chi potrà fare tutto ciò?

Flavio Pellis

Mercoledì, 18. Dicembre 2013
 

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